Manager Croce Rossa diventa mamma e scrive ai volontari. E' Direttore generale, ma servono ancora battaglie e flessibilità

(ANSA) – Ha inviato una lettera di saluto ai suoi volontari e dipendenti, un arrivederci a dopo la maternità. A poche ore dal parto, il direttore generale della Croce Rossa Italiana, Patrizia Ravaioli – diventata il giorno dopo mamma di due gemelli, Sofia e Adriano – si è rivolta direttamente ai suoi collaboratori coinvolgendoli nel lieto evento. Un’iniziativa inconsueta, anche per una manager, che ha fatto uscire la maternità dalla sfera esclusiva del privato per farla entrare nell’ufficialità dei normali fatti della vita. ”Dopo questo intenso periodo al vostro fianco – scriveva il 24 luglio scorso la ora neomamma, in carica come dg dal dicembre 2008 – dovrò assentarmi per qualche mese, causa maternità. Ci tengo a salutarvi ed a darvi l’arrivederci a fra qualche mese, quando i miei gemelli inizieranno a darmi ‘tregua’ ”. ”Mi sembrava giusto scrivere quella lettera – dice oggi Ravaioli – prima di tutto perché in un’organizzazione come la Cri, benché nessuno sia indispensabile, l’assenza di un direttore generale si nota. Mi è parso opportuno dare l’ufficialità del passaggio delle consegne e dire con quale spirito ho lavorato fino ad allora e con quale spirito andavo in maternità. Volevo anche rassicurarli sul fatto che, benché a casa e con il piacere di stare con i miei figli, continuerò a seguire il mio lavoro”. ”Ma ho voluto coinvolgere la Cri in questa mia esperienza, anche per una valenza culturale. Volevo si capisse che la maternità va vissuta con serenità e normalità, che non c’è niente che si toglie ad altro”. Le reazioni? ”Tutte positive, ho ricevuto messaggi e telefonate. C’è stata vicinanza, partecipazione e gioia”. Il ruolo di madre e manager è possibile, rivendica Ravaioli, alla sua prima gravidanza, il primo dg puerpera nella Cri, al lavoro fino a poche ore dal parto e che ora ha a che fare con 16 poppate al giorno. ”Certo – ammette – sono una privilegiata, sia per il lavoro sia per gli aiuti in casa. Ma non ci si deve spaventare a fare figli, la maternità è una cosa bellissima e va vissuta con serenità”. Sui diritti per la maternità ci sono però ”ancora battaglie da fare. Per chi non ha tutele e per chi, come me, vorrebbe maggiore flessibilità ”. Il dg spiega, infatti, di aver chiesto all’Ispettorato del lavoro una deroga ai cinque mesi di maternità obbligatoria: ”volevo rientrare prima pur tutelando i miei bambini. L’Ispettorato mi ha risposto di no, che l’attuale normativa non lo permette, neanche in part time. Su questo bisogna innovare. Io sono obbligata a stare a casa e compromettendo magari obiettivi del mio lavoro che devo raggiungere. Questo può essere una discriminazione”. ”In ogni caso – assicura – le attività strategiche le porterò avanti comunque, da casa”. Intanto, alla Cri, Ravaioli ha insediato la Commissione pari opportunità che sta lavorando su due progetti, l’introduzione del telelavoro e il nido aziendale.

  

  

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