Jump 2013 e i 20 workshop tematici formativi
Nell’ambito dell’incontro formativo Jump 2013, si terranno nel corso di sabato 7 dicembre, 20 workshop tematici. Ciascun partecipante iscritto all’evento potrà partecipare a 2 workshop, uno la mattina ed uno al pomeriggio.Si pubblicano qui di seguito i concept dei diversi workshop tematici che saranno realizzati nell’ambito dell’iniziativa.Nei prossimi giorni la segreteria organizzativa contatterà i capogruppo chiedendo loro di indicare per ciascun partecipante la preferenza a due workshop.
I workshop di Jump 2013 (393.48 KB).
1. L'impatto umanitario della crisi economica: ripensare le strategie d'azione per rispondere in maniera sostenibile ai nuovi fattori di vulnerabilità
Cinque anni dopo l’inizio della crisi economica, milioni di persone in Europa vivono in condizioni d’insicurezza sociale ed incertezza rispetto al futuro. La prolungata crisi economica ha determinato l’emergere di nuovi fattori di vulnerabilità, l’incremento del numero di persone che necessitano di supporto sociale, nonché di coloro i quali si trovano a rischio di marginalizzazione sociale, mettendo a dura prova moti sistemi di welfare europei. Anche se la situazione economica e finanziaria dovesse migliorare nel breve periodo, l’impatto della crisi economica sulla vita e la salute degli individui e delle comunità continuerebbe a farsi sentire ancora nel medio e lungo periodo, richiedendo maggiori sforzi alla Croce Rossa Italiana in termini di azioni umanitarie così come di sostenibilità.Come adattare le strategie di azione al nuovo scenario per poter mitigare l’impatto umanitario della crisi economica e prevenire un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita e salute delle persone e delle comunità? Come possiamo massimizzare la nostra azione in maniera sostenibile?
2. Un approccio integrato alle migrazioni: l'empowerment e l'inclusione delle persone migrani
214 milioni di persone nel mondo sono migranti internazionali, corrispondenti al 3,1% della popolazione globale, la c.d. “migrazione forzata” riguarda circa 73 milioni di persone nel mondo. Il bacino del Mediterraneo continua a configurarsi come un’area in cui convergono alcune tra le principali rotte migratorie. Il fenomeno migratorio costituisce una fonte di nuove opportunità e prospettive di sviluppo sia per le persone che migrano, che per le comunità di accoglienza, ma anche una sfida umanitaria laddove le persone migranti si trovano in condizione di vulnerabilità durante l’intero tragitto migratorio, ivi compreso l’inserimento all’interno delle comunità di accoglienza.Riconoscendo che le persone migranti hanno il legittimo diritto alla speranza ed al raggiungimento delle proprie potenzialità, come adattare le strategie di azione per combinare la risposta immediata ai bisogni urgenti e la protezione, con il supporto di più lunga durata e l’empowerment delle persone migranti?
3. Un approccio integrato alle migrazioni: protezione ed assistenza umanitaria attraverso il network di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa
Il fenomeno migratorio è in costante crescita, circa 214 milioni di persone nel mondo sono migranti internazionali e la c.d. “migrazione forzata” riguarda circa 73 milioni di persone. Le dimensioni e la dinamica del fenomeno migratorio, incluse le rotte migratorie che attraversano il bacino del Mediterraneo, pongono sfide ai governi, alle istituzioni internazionali ed agli attori umanitari nell’assicurare la necessaria protezione ed assistenza umanitaria alle persone migranti. Il lavoro con e per le persone migranti in condizione di vulnerabilità è una delle tradizioni di lunga durata del Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, con il comune obiettivo di affrontare in maniera imparziale i bisogni umanitari delle persone migranti in condizione di vulnerabilità durante l’intero tragitto migratorio.Quali sono i principi che guidano e contraddistinguono l’azione della Croce Rossa volta a garantire l’assistenza umanitaria, la protezione della vita e della dignità delle persone migranti? Come garantire un’intervento imparziale in grado di rispondere efficacemente ai bisogni di protezione ed assistenza umanitaria delle persone migranti lungo il tragitto migratorio?
4. Inclusione sociale e autonomia personale: l'inserimento lavorativo come strumento di wmpowerment
I principali fattori di vulnerabilità sorgono non soltanto dai disastri, dai conflitti e dalle malattie, ma anche da fattori complessi di marginalizzazione sociale radicati nelle disuguaglianze, nella privazione, nello svantaggio sociale e/o economico, nella mancanza di speranza verso il futuro. La condizione di disoccupazione, specialmente se di lunga durata, costituisce un fattore di esclusione sociale e marginalizzazione che preclude/ostacola il pieno sviluppo dell’individuo, inteso come la possibilità di raggiungere il massimo delle proprie potenzialità, di vivere con dignità una vita produttiva e creativa, sulla base delle proprie necessità e scelte, pur adempiendo i propri obblighi e realizzando i propri diritti.Come adattare le strategie di azione per potenziare le capacità delle persone nella loro vita quotidiana, favorendone l’autonomia personale e l’inclusione sociale?
5. La cooperazione internazionale: tradurre in azione il Principio Fondamentale di universalità
Dal sistema internazionale di risposta alle emergenze alla cooperazione per lo sviluppo, ciascuna Società Nazionale, in quanto membro del Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, gode del vantaggio comparativo di poter lavorare in rete con le altre 189 consorelle, nonché con gli altri membri del Movimento Internazionale, al fine di migliorare l’intervento in favore delle persone che si trovano in condizione di vulnerabilità. Attraverso i meccanismi ed i progetti di cooperazione internazionale le Società Nazionali adempiono al dovere di aiutarsi reciprocamente sancito dal Principio Fondamentale di Universalità, ed all’impegno collettivo di fare di più, fare meglio ed ottenere un maggiore impatto nell’affrontare le più pressanti sfide umanitarie e di sviluppo.Quali sono le “regole d’ingaggio” per poter essere attore del sistema internazionale di risposta ai disastri e di cooperazione internazionale?
6. Cultura della sicurezza: un cambiamento per salvare vite
Ogni anno 1.3 milioni di persone nel mondo perdono la vita a causa di incidenti stradali e circa 50 milioni riportano lesioni permanenti; a questi si aggiungono centinaia di migliaia di morti sul lavoro ed infortuni domestici. Questi dati configurano la sicurezza a livello globale come una vera e propria sfida umanitaria. In particolare, nel 2011 le Nazioni Unite hanno lanciato il “Decennio di Azione per la Sicurezza Stradale (2011 – 2020)” con l’obiettivo di stabilizzare e successivamente ridurre il livello di decessi da incidenti stradali nel mondo, incrementando le iniziative condotte a livello nazionale, macro-regionale e mondiale. Gli infortuni ed i decessi dovuti ad incidenti stradali sono riconducibili ad alcuni fattori chiave quali la gestione della sicurezza stradale, le infrastrutture stradali, la sicurezza dei veicoli, il comportamento degli utenti della strada e la risposta post-incidente.Come adattare le strategie di azione per potenziare le capacità della Croce Rossa Italiana di promuovere una cultura delle sicurezza stradale? In che modo, con quali strumenti e grazie a quali tecniche possiamo dare il nostro contributo per fermare le morti dovute ad incidenti stradali?
7. la comunicazione: strumento strategico per mobilitare risorse
Una cultura organizzativa incentrata sulla comunicazione contribuisce a costruire le capacità delle Società Nazionali, consentendo loro di essere viste ed ascoltate, di raggiungere e mobilitare un numero maggiore di persone, nonché di essere dotate di maggiori risorse per supportare le persone che si trovano in condizioni di vulnerabilità. E’ però spesso sottovalutato quanto siano cruciali i sistemi di comunicazione interni alla stessa Associazione e la possibilità esponenziale che hanno di migliorare la vita associativa e rafforzare la partecipazione dei soci, contribuendo quindi a rafforzare le capacità delle Società Nazionali dall’interno.Come sfruttare il vantaggio delle moderne capacità e tecnologie di comunicazione per garantire un maggior appoggio pubblico e più risorse per prevenire, ridurre e rispondere ai fattori di vulnerabilità? Come migliorare il nostro posizionamento e la nostra immagine del panorama della comunicazione? Come assicurare che lo sviluppo degli strumenti di comunicazione migliori l’informazione interna e non sia motivo di esclusione tecnologica?
8. Giovani e violenza: costruire una cultura della non-violenza e della pace
Molto spesso i fattori di vulnerabilità sorgono da complessi meccanismi, quali la violenza, l’esclusione sociale e la marginalizzazione. La violenza mina la sicurezza, la salute e lo sviluppo degli individui e delle comunità. Essa trova le sue radici profonde in una serie di determinanti sociali a livello individuale, familiare e sociale che interagiscono tra loro. I giovani rappresentano un gruppo particolarmente esposto all’impatto negativo della violenza, sia interpersonale che diretta contro se stessi, anche a causa della pressione negativa esercitata dai loro pari rispetto ai comportamenti personali e sociali. Al contempo però, nei loro molteplici ruoli di agenti di cambiamento comportamentale, mobilitatori delle comunità, ambasciatori interculturali e facilitatori alla pari, i giovani giocano un ruolo chiave nel costruire una cultura della non-violenza e della pace. Come adattare le strategie di azione per potenziare le capacità dei giovani e metterli in condizione di avere un ruolo attivo nella costruzione di una cultura della non-violenza e della pace?
9. Dal principio all'azione: i 7 principi oggi
Il modo di operare che caratterizza ciascun volontario di Croce Rossa è quotidianamente messo a rischio in un contesto sociale ed umanitario in continua evoluzione. In questo quadro i sette Principi Fondamentali devono essere interpretati, declinati ed attualizzati cosi’ da garantire che l’alto ideale da cui è nata la Croce Rossa riprenda nuova linfa in continuazione. I Principi Fondamentali, espressione dei nostri valori condivisi e patrimonio comune del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, muovono ogni giorno milioni di persone. Riconosciamo nei Principi Fondamentali il nostro patrimonio comune, comune e condivisa è quindi anche la responsabilità di garantirne la loro quotidiana applicazione a livello individuale, istituzionale ed operativo. La dottrina della Croce Rossa è il vero legame tra le Società Nazionali, il cemento che tiene unite le pietre che rendono un edificio solido. In questa dottrina si crea l’unità e l’universalità della struttura che fa sì che la Croce Rossa sia di fatto una realtà. Senza i Principi Fondamentali la Croce Rossa semplicemente non esisterebbe.Come rileggere i 7 Principi Fondamentali in un contesto culturale e sociale in continua evoluzione? Come garantire che i Principi Fondamentali guidino l’agire individuale, istituzionale ed operativo?
10. Mobilitare efficacemente le risorse
La raccolta fondi non è un’attività meramente strumentale alla mobilitazione di risorse finanziarie, è soprattutto il punto di arrivo di una catena di relazioni e interazioni sociali basata non tanto sul meccanismo della dazione, quanto sulla creazione di forme di scambio sociale estremamente complesse e spesso creative. Al donatore non si chiede necessariamente denaro, in primo luogo gli si chiede attenzione e partecipazione nei confronti di una causa socialmente meritoria. Una causa alla quale si può contribuire in varie forme, donando tempo, competenze professionali, legami relazionali, ma anche, in alcune circostanze, la propria credibilità personale. Contribuire non significa quindi semplicemente conferire risorse, ma soprattutto lasciarsi coinvolgere. La raccolta fondi è uno strumento, non un fine, ed ha un senso quando dietro di essa vi sono obiettivi, esperienze, risultati già raggiunti o ragionevolmente possibili.Qual è la nostra capacità di mobilitare le risorse? Siamo capaci non di chiedere, ma di coinvolgere la comunità nella nostra mission, chiedendo un apporto diverso?
11. Volontariato è Valore: dal servizio all'azione
Vi sono molteplici differenze tra un’organizzazione di volontariato che offre mero servizio ed una che si propone come Associazione. La partecipazione ai processi decisionali, la costruzione di rapporti interpersonali e la condivisione di valori sono gli elementi caratteristici di un’organizzazione che promuove il coinvolgimento dei propri membri per una crescita individuale e di gruppo. Il servizio volontario, ancora prima che una risorsa, un valore, costituisce il cuore stesso della comunità, contribuendo allo sviluppo della personalità individuale. Il servizio volontario è quindi la vera essenza della costruzione di una comunità, oltre ad essere la linfa vitale per tutte le Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, è un promotore della fiducia e della reciprocità, incoraggia le persone ad essere membri attivi e responsabili delle comunità e fornisce loro un ambiente in cui poter imparare i doveri di una partecipazione democratica.Come mobilitare le capacità delle comunità e organizzare i servizi di una Società Nazionale attraverso la propria capillarità sul territorio? Cosa vuole essere la Croce Rossa Italiana, quale visione ha per il ruolo dei suoi soci? Che valore dà la Croce Rossa Italiana al Volontariato?
12. non confondere amore e possesso
113 sono le donne uccise in Italia dall’inizio dell’anno ad oggi, il 15% in più rispetto ai primi 9 mesi del 2012. 10 milioni sono le donne che almeno una volta nella vita sono state vittime di violenze fisiche, sessuali e/o psicologiche. Il 96,3% degli abusi non sono mai stati denunciati. Il 75% dei femminicidi e il 67% delle violenze sessuali sono opera del partner. Questi numeri sottolineano l’ampiezza del fenomeno e il suo profondo radicamento nella cultura del nostro paese e nella vita delle famiglie: non si tratta dell’epilogo estremo di una storia personale, ma di un comportamento strutturato, che attraversa una parte grande del paese, in centinaia di migliaia di case-prigioni sparse nelle campagne, nei paesi, nelle grandi città e di cui ci accorgiamo solo quando viene uccisa l’ennesima donna.La protezione della dignità umana passa anche per la protezione di genere, ma come si cambia un fenomeno culturale così radicato?
13. dipendenze: c'è in gioco la vita
Le dipendenze non si limitano solo alle droghe, l’alcol, farmaci o altre sostanze, si può essere infatti dipendenti anche dall’utilizzo di oggetti di uso comune come il computer, o attività quali l’uso dei social network, il gioco d’azzardo e l’uso delle slot-machine. Tra questo tipo di dipendenze, che rientrano nella sfera della “dipendenza psicologica”, sempre più frequente è la ludopatia, ovvero l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse. Questo fenomeno si evidenzia ancora di più in un contesto di crisi economica e sociale, dove molte persone tentano la sorte nel tentativo di uscire da una situazione economico-sociale disagiata.Questo scenario richiede maggiori sforzi operativi nel campo della prevenzione, dell’assistenza, della riduzione del danno, cosi’ come un maggiore impegno nel richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei decision makers e nel superare ogni forma di stigma e discriminazione.Qual è la visione ed il ruolo della Croce Rossa Italiana rispetto alle dipendenze? Quali strumenti siamo pronti a mettere in campo per giocare la nostra parte?
14. Omicidi climatici
10 mila morti per un tifone nelle Filippine con venti che hanno superato i 300 chilometri all’ora. Dobbiamo alzare le spalle e dire che tanto da quelle parti – lontane – disastri del genere sono sempre successi? O vale la pena ricordare che esiste un rapporto tra l’energia in gioco in atmosfera (legata alla quantità di gas serra accumulati) e la probabilità che eventi estremi di questo tipo si verifichino? Che gli ultimi tre decenni hanno fatto registrare record progressivi di temperatura? Che il conto dei morti da cambiamento climatico continua a crescere? Il cambiamento climatico aumenterà il rischio di disastri naturali. Il degrado ambientale e degli ecosistemi, associato all’aumento della popolazione, aumenterà la vulnerabilità umana in alcuni contesti. Questo comporta la necessità di investire nelle capacità tecnologiche e in nuovi modelli di vita, al fine di prevenire e di rispondere ai disastri. Le società potranno diminuire il rischio di catastrofi a cui l’evoluzione climatica e demografica potranno condurre solo attraverso un continuo adattamento alle nuove sfide. Per quanto riguarda la riduzione dell’impatto del cambiamento climatico, è necessaria un’azione di mobilitazione sociale per promuovere l’adozione di stili di vita rispettosi dell’ambiente ed un’azione di advocacy per coloro i quali sono maggiormente vulnerabili.La salvaguardia del pianeta può in realtà essere compatibile con la sempre maggior domanda di ricchezza o non richiede un cambiamento radicale del tenore di vita? E’ possibile contare sulla risposta ai disastri o è necessario agire sulle comunità a tutti i livelli? Quali sono le azioni quotidiane che possiamo compiere nelle nostre comunità e come Associazione??
15. Prevenire partendo da stili di vita sani
E’ ormai comprovato da dati scientifici che un’alimentazione non equilibrata, il fumo, l’abuso di alcol ed un’insufficiente attività fisica costituiscano fattori di rischio causali per numerose patologie non trasmissibili quali ad esempio la malattia coronarica, gli accidenti cerebrovascolari, l’obesità, l’ipertensione, alcune forme di cancro, il diabete di tipo 2 e l’osteoporosi. Le malattie non trasmissibili costituiscono la principale causa di morte nel mondo, provocando più decessi della somma di tutte le altre cause, esse hanno il maggiore impatto sulle popolazioni a basso e medio reddito. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il 50% delle patologie negli uomini e quasi il 25% nelle donne nei paesi europei più sviluppati sono riconducibili a stili di vita non salutari. L’incidenza delle malattie non trasmissibili puo’ essere ridotta in maniera significativa,attraverso la riduzione dei fattori di rischio, la diagnosi precoce e le cure tempestive. Alimentazione e nutrizione sono fattori chiave nella promozione della salute e quindi nella prevenzione delle malattie non trasmissibili, specialmente per quanto riguarda le malattie cardiovascolari ischemiche, i tumori ed il diabete.Quale ruolo chiave può giocare la Croce Rossa Italiana per migliorare le condizioni di salute? Come promuovere efficacemente l’adozione di stili di stili di vita sani e sicuri? Quali approcci adottare per invertire la tendenza? Come modificare gli stili di vita attraverso l’educazione dei giovani?
16. L'emergenza: dalla pianificazione al reporting
Al fine di garantire una risposta immediata e appropriata ai bisogni della popolazione colpita da disastri ed emergenze umanitarie, è imprescindibile lo sviluppo di un’ approfondita capacità di analisi del contesto, di monitoraggio dello sviluppo della situazione e delle necessità umanitarie, lo sviluppo di idonei strumenti di trasmissione delle informazioni e delle valutazioni attraverso report funzionali ad un processo decisionale informato dei vertici che sia a sua volta utile a garantire la pianificazione della risposta nelle diverse fasi del ciclo dell’emergenza, anche ai fini di una coerente programmazione delle azioni di ricostruzione. La pianificazione attraverso lo sviluppo degli strumenti di monitoraggio e reporting permette di migliorare il coordinamento delle attività sul campo, l’efficacia delle attività di risposta ai bisogni della popolazione colpita, l’efficienza delle risorse umane, materiali ed economiche, nonché di supportare la resilienza della comunità ed il ritorno alla normalità delle persone colpite da tragedie umanitarie. Migliorare le capacità di assessment e di pianificazione rapida della risposta alle emergenze umanitarie ed ai disastri richiede tuttavia la necessità di sviluppare e ampliare i sistemi di raccolta dati, la metodologia di analisi orientata alla valutazione del perseguimento dei risultati e degli obiettivi predefiniti, nonché gli strumenti di reporting.Ciò impone un percorso di sviluppo delle modalità di monitoraggio e valutazione, di formazione ed acquisizione delle professionalità dedicate al monitoraggio e reporting nell’ottica dell’integrazione e supporto del gruppo di lavoro dedicato alla preparazione alle catastrofi e alla risposta alle emergenze nazionali e internazionali.
17. Preparare le comunità alla risposta ai disastri
Il sistema di gestione della risposta all’emergenza presuppone la periodica e continua preparazione dei volontari dedicati all’emergenza ed il loro addestramento, al fine di assicurare la rapida ed efficace risposta alle crisi ed ai disastri. Tuttavia, un’efficace preparazione alla risposta ai disastri non può prescindere dal coinvolgimento e dalla preparazione della popolazione civile, dalla comprensione delle esigenze e delle vulnerabilità del proprio territorio, nonché dalla verifica delle capacità di risposta, al fine di migliorare, attraverso la preparazione e lo sviluppo dei sistemi di allerta, la resilienza delle comunità colpite dai disastri, ovvero la loro capacità di risposta e reazione, consentendo quindi di prevenire e diminuire la perdita di vite umane.La preparazione alle catastrofi è continua ed integrata con le attività di riduzione del rischio e di preparazione, essa non può non coinvolgere la popolazione locale trasmettendo alla stessa la cultura della prevenzione e potenziando il comportamento di risposta delle comunità sul proprio territorio.I volontari sono parte integrante della comunità, ne conoscono le vulnerabilità, i bisogni e le capacità, supportano dunque direttamente la preparazione della popolazione ed il rafforzamento della resilienza delle comunità.?
18. L'informatizzazione dell'emergenza
La Sala Operativa Nazionale svolge quotidianamente una costante attività di monitoraggio degli eventi emergenziali sul territorio, di riscontro dell’impatto di tali eventi sulla popolazione e di supervisione delle attività di risposta; svolge altresì attività di monitoraggio dello sviluppo delle emergenze maggiori nazionali e internazionali e di coordinamento delle risorse umane e strutturali dispiegate, supportando i team e le attività sul campo; infine sviluppa l’attività di analisi e reporting delle situazioni e delle attività di preparazione e di risposta all’emergenza.I programmi informatici all’avanguardia ed il sistema operativo informatico per la pianificazione, la comunicazione e la trasmissione dei dati, oggi utilizzato e acquisito dalla SON – e in distribuzione a tutte le Sale Operative Regionali, Provinciali e Locali presenti sul territorio nazionale – permetterà di implementare in modo ancor più efficiente ed efficace le suddette attività .L’attività di riscontro, monitoraggio e reporting necessita infatti di strumenti e programmi informatici all’avanguardia che rendano possibile raccogliere i dati e le informazioni, elaborarli in sistemi idonei, analizzarli in base ad indicatori utili a comprenderne e tradurne il valore in termini operativi ed infine comunicarli in modo rapido e sicuro, in qualsiasi situazione di disagio e durante situazioni di crisi o disastro naturale. Acquisire professionalità e utilizzare gli strumenti di programmazione informatica e comunicazione sono dunque attività chiave nella più ampia azione di gestione dell’emergenza.
19. I principi della progettazione
Essere una Società Nazionale forte significa fornire servizi affidabili, concepiti all’interno di una pianificazione strategica basata sull’analisi dei fattori di vulnerabilità e sulle capacità esistenti all’interno della comunità,sui diritti delle persone alle quali ci rivolgiamo, tenendo in considerazione le risorse che possono essere ottenute in maniera sostenibile. Progettare significa conoscere il territorio in cui s’interviene, indagarne i fattori di vulnerabilità e le capacità esistenti attraverso un’attenta fase di analisi, immaginare una risposta innovativa e specifica per generare un cambiamento sostenibile. Un appropriato monitoraggio e valutazione sono elementi essenziali di una progettazione responsabile. Lavorare per progetti significa programmare lo sviluppo, essere sostenibili, nonché poter avere accesso alle risorse finanziare. Infine, la valutazione del progetto è essa stessa progetto di apprendimento organizzativo.La nostra Associazione sa migliorare se stessa in base all’esperienza acquisita?
20. Nuovi profili di governance e management
La nostra Associazione sta cambiando radicalmente la sua struttura organizzativa. Il cambio di gestione richiede innanzitutto un cambio di mentalità interno e l’acquisizione di capacità e competenze pratiche per garantire che il nostro servizio per le persone vulnerabili non si riduca. Cambia sì la struttura, ma non lo spirito e la mission di Croce Rossa; non cambiamo Associazione, ma cambiamo il modus operandi per fare di più, fare meglio e ottenere un maggior impatto all’interno delle nostre comunità. La sfida che ci viene lanciata sarà un trampolino per dimostrare che la Croce Rossa Italiana del domani può crescere, avere un maggior impatto e consolidare il proprio immaginario collettivo. Bisogna quindi rafforzare le capacità di pianificazione, volta a preparare l’organizzazione al futuro, cercando di anticiparlo e predisponendo il conseguente piano d’azione; di organizzazione, volta a predisporre le risorse, comprese quelle umane, dell’organizzazione; di guida, volta ad assicurare il funzionamento delle azioni e dei processi dell’organizzazione; di coordinamento, volto ad assicurare l’allineamento e l’armonizzazione degli apporti delle varie componenti dell’organizzazione; di controllo, volto ad assicurare che le attività e i processi dell’organizzazione si svolgano in accordo con le regole e gli obiettivi stabiliti.Dopo aver riscritto l’Associazione del domani, siamo pronti per gestirla adeguatamente?