HAITI, CROCE ROSSA: ALMENO 600 MILA NEI CAMPI TEMPORANEI. SI PROFILANO NECESSITÀ ENORMI NEL LUNGO TERMINE

ROCCA: “A MAGGIO PERICOLO PIOGGE. GUAI A SPEGNERE I RIFLETTORI SUL DRAMMA”

Gli effetti più a lungo termine del devastante terremoto di Haiti stanno a poco a poco divenendo più chiari, man mano che le missioni di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa fanno ritorno da regioni remote del paese. Lo stesso Commissario della Croce Rossa Italiana (che ha appena aperto il Campo Italia con cucine e potabilizzatori) appena tornato in patria, evidenzia l’urgenza di ulteriori interventi: “”Guai a spegnere i riflettori su Haiti non c’è tempo da perdere, la situazione può peggiorare. In questi giorni drammatici sono nate tendopoli spontanee erette dai sopravvissuti colpiti dal violento sisma. A maggio, però, inizierà la stagione delle piogge che ad Haiti sono violentissime. Se non si riuscirà presto a sistemare al meglio i superstiti si rischia molto. Noi della Croce Rossa Italiana, già su posto con uomini e mezzi insieme alle altre società consorelle, siamo pronti a fare la nostra parte”. Gli aiuti di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa stanno già raggiungendo circa 220.000 persone, tra cui servizi sanitari per 3.600 persone; 700.000 litri d’acqua al giorno e materiali di soccorso/rifugio per 10.000 persone. Queste cifre sono destinate a crescere significativamente nei prossimi giorni. Molte migliaia di persone sono emigrate dalla capitale, o per trovare un lavoro, o per stare con i propri familiari, oppure semplicemente perché non intendono rimanere in una Port-au-Prince ormai distrutta. Almeno 600.000 persone vivono ora in campi temporanei nella sola capitale, mentre 235.000 sfollati risiedono con famiglie ospitanti in città più piccole e meno colpite. “I rifugi costituiscono un bisogno pressante e complesso”, afferma Alexandre Claudon, inviato speciale della Federazione Internazionale di Croce Rossa ad Haiti. “Sì, significano riparo, ma anche utensili per la cucina, taniche, secchi e anche coperte per i villaggi in montagna.” “Siamo stati alle prese con le esigenze eccezionali della capitale a tal punto che ora riusciamo soltanto a guardare più in là,” ha aggiunto Claudon. “Quando la capitale di un paese rimane così pesantemente danneggiata, per la società diventa quasi impossibile funzionare.” Il recupero dipenderà in larga parte dalle condizioni economiche della gente, ma tutte le famiglie così come le infrastrutture saranno sottoposte ad uno stress crescente. “Dovremo guardare a come possiamo portare aiuto alle famiglie ospitanti, a come sostenere chi intende rimanere a lungo termine mentre la capitale viene ricostruita, aiutando le persone che vogliono andarsene, investendo in infrastrutture e magari anche contribuendo alla costruzione di villaggi della Croce Rossa”, ha detto Claudon. Jacqueline Brize, manager delle operazioni di recupero di emergenza della FICR ad Haiti, si trovava in missione di accertamento presso tutti i dipartimenti colpiti al di fuori della capitale. Croce Rossa e Mezzaluna Rossa stanno svolgendo le proprie attività di valutazione e risposta ad Haiti in pieno coordinamento col sistema della Nazioni Unite, e stanno condividendo le loro recenti conclusioni sulle necessità urgenti al di fuori di Port-au-Prince con l’unità di Coordinamento e Valutazione disastri delle Nazioni Unite (UNDAC), che è responsabile dell’aggregazione di tutti i dati delle agenzie attive sul terreno. La FICR sta cercando 105.7 milioni di franchi svizzeri (103.289.000 dollari/71.649.500 Euro) in contanti, beni o servizi, per supportare la Croce Rossa di Haiti, impegnata ad aiutare fino a 60.000 famiglie per un totale di tre anni.

  

     

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