Emergenza migranti: padre e figlio tunisini si ritrovano grazie alla CRI al campo di accoglienza di Palazzo San Gervasio (Potenza)

Nel campo di accoglienza di Palazzo San Gervaso (Potenza), gestito dalla Croce rossa Italiana della Basilicata, sono ospitati 486 migranti uomini, quasi tutti tunisini, dai 18 ai 35 anni. Sono presenti 45 operatori CRI durante il giorno e 10 nella notte, con 7 mezzi a disposizione ed un ambulatorio medico mobile. La CRI assicura assistenza sanitaria – sotto la guida del direttore sanitario, dottor Amos Dawodu – attività di accoglienza, distribuzione pasti (preparati da ristoratori locali), supporto logistico e ricongiungimento familiare. In questo clima d’integrazione, il campo di accoglienza può anche registrare un episodio a lieto fine. Protagonista un ragazzo tunisino di 16 anni, che chiameremo Amir. Spinto dalla disperazione si è imbarcato su una delle tante carrette del mare per cercare il padre, da anni emigrato in Francia, di cui non aveva che frammentarie notizie. Amir, dopo un viaggio allucinante, è arrivato a Lampedusa, da dove è stato poi  mandato al campo di Potenza. Appreso della fuga, il padre è corso in Italia e si è messo disperatamente sulle sue tracce. Dopo un’odissea tra i vari campi di  accoglienza, durata più di 10 giorni, grazie al passaparola e ai contatti di Croce Rossa e del delegato attività di emergenza regionale CRI, Michele Quagliano, l’uomo è stato rintracciato e indirizzato verso il campo nel potentino, dove ha potuto finalmente riabbracciare il figlio. Ora i due sono in viaggio per la Francia, loro meta finale.

  

  

             

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