Diario dal Centro-America; Rocca (CRI) incontra la Croce Rossa dell'El Salvador

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@Cruz Roja Salvadoreña

Di Tommaso Della Longa “Sei il primo presidente di una società nazionale europea a farci visita in 128 anni, ne siamo onorati e soprattutto vogliamo ringraziare te e la Croce Rossa Italiana per quanto sta facendo qui in El Salvador con noi”, con queste parole, il presidente della Croce Rossa dell’El Salvador, Benjamín Ruiz Rodas, ha dato il benvenuto al presidente della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, in questi giorni nel Centro-America per visitare i progetti della CRI in El Salvador e in Guatemala.Una calorosa ed entusiasta accoglienza ha salutato l’arrivo nella capitale San Salvador, in una nazione che ha vissuta nel recente passato una sanguinaria guerra civile e oggi vive gravi problemi di criminalità, dovuti alle violente gang, le cosiddette “maras”.Proprio per questo la CRI, quasi tre anni fa,  ha voluto costruire con la Consorella locale un progetto per favorire “opportunità per l’inclusione sociale dei giovani e delle loro famiglie” (OIS) che oggi è supportato da un consorzio di cui sono entrati a far parte anche il Comitato Internazionale e le Croce Rossa di Norvegia e Svizzera. Un progetto che nasce dalla necessità di togliere dalla strada i giovani, evitando che finiscano nelle mani della criminalità, fornendogli strumenti e possibilità per prendere una strada diversa, nuova, di consapevolezza.Il report sullo stato attuale del progetto è stato il motivo della prima riunione, con una presentazione che ha sottolineato i risultati raggiunti di un progetto pilota che, però, vorrebbe essere ampliato il più possibile, fino a diventare un punto di riferimento a livello nazionale su come i ragazzi possano essere agenti di cambiamento nella società.Ad oggi il progetto ha 400 beneficiari diretti e più di 2000 indiretti: il tutto nasce dall’idea di lavorare non solo con i giovani (tra i 10 e i 25 anni) ma anche con i loro insegnanti e le loro famiglie, trattando direttamente dalla scuola fino a casa le problematiche più sentite e soprattutto lavorando sull’autostima dei ragazzi e sulla loro capacità di essere centrali nella società e nella vita sociale all’intero della propria comunità ogni giorno. E dire in questo modo no alla violenza e alla criminalità.Nel progetto tante sono le attività: gruppi di appoggio familiare, comunità giovanili, gruppi tematici (autostima, sessualità, alcolismo, droga, violenza sociale), accompagnamento psicologico, corsi di musica, spazi sportivi, volontariato, ma anche formazione e avvicinamento alle professioni. In poche parole, oltre alla cultura della non violenza e del rispetto reciproco, nel progetto si cerca di dare una strada professionale ai giovani. Punto focale è poi la sinergia tra comunità e istituzioni locali. “E’ con molto entusiamo che stiamo percorrendo questa strada insieme a voi – ha detto il presidente della Croce Rossa dell’El Salvador – Siamo un paese che ha bisogno di molto aiuto soprattutto per prevenire la violenza e per questo crediamo molto in questo progetto”. “La vulnerabilità sociale è una delle nuove Solferino del Terzo Millennio e come Croce Rossa Italiana vogliamo continuare a supportare questo progetto che riteniamo un esempio di cooperazione”, ha spiegato Francesco Rocca.Il primo giorno della visita è stato proprio durante la ricorrenza della Giornata Mondiale Umanitaria: un momento importante per operatori e volontari che è stato così festeggiato nella concretezza dell’attività sul terreno.Guarda le Gallerie fotografiche

  

  

          

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