Diario da Lampedusa – Un giorno e una notte che non finiscono mai

Ore 6.36 di martedì 15 marzo: finalmente tornato in stanza, mi aspetta qualche ora di sonno. I volontari al Posto Medico Avanzato si sono dati il cambio, gli sbarchi continuano. Forse altri due o tre barconi in arrivo. D’altra parte ce lo aspettavamo: dopo un paio di giorni di cattivo tempo e mare mosso, i viaggi dalla Tunisia sarebbero ricominciati. E da ieri mattina, notte e giorno si sono uniti, per arrivare all’alba di oggi con il lavoro che continua incessantemente. Gli sbarchi sono stati, finora, 22. I migranti arrivati circa 1700. Non c’era il tempo di assistere uno sbarco che subito ne arrivava un altro. Le motovedette di Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza uscivano dal porto di Lampedusa senza mai fermarsi. E il PMA di Croce Rossa Italiana ha continuamente trattato casi di ipotermia e disidratazione, ma anche contusioni e un trauma cranico. “Buongiorno!”, dicono sorridenti i ragazzi arrivati. “Buongiorno!”, ci dice la mamma che entra nella tenda con i volontari CRI che hanno soccorso sua figlia, arrivata stremata alla fine della traversata. Sorrisi, sguardi, ma anche momenti strazianti come quando arriva la notizia che un barcone sarebbe affondato e che qualcuno dei presenti aveva amici o familiari su quell’imbarcazione. Gioia per avercela fatta. Disperazione e pianto per chi ha perso una persona cara. In ogni modo segni che ti rimangono dentro. Ed ecco una luce che lampeggia all’orizzonte: “sta arrivando un altro barcone, prendete lo zaino d’emergenza”, si esce dal PMA, si va al molo. Si ricomincia.  Tommaso Della LongaPortavoce Croce Rossa Italiana

  

  

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