Diario da Lampedusa – Allestimento PMA, sbarchi, aneddoti, black out di comunicazione

IL PMA CRI
Foto di Tommaso Della Longa/ItRC

All’inizio non ci fai caso. Eppure il tempo su quest’isola riesce a dilatarsi e scomparire, accelerare e rallentare di colpo, in un solo istante. Passano 48 ore e gli eventi, le situazioni, gli aneddoti, le immagini, i volti, le storie sono così tante che sembra quasi tutta un’unica sequenza. E poi, gli occhi vedono di buon mattino anche le immagini che arrivano dal Giappone: un dramma che fa correre il pensiero alla popolazione che ha bisogno d’aiuto, immagini che difficilmente potranno essere dimenticate.Negli ultimi due giorni, a Lampedusa, la Croce Rossa Italiana ha allargato il proprio team con l’arrivo di due nuovi volontari medici (prima era uno solo) e soprattutto ha allestito e aperto la mattina di venerdì 11 marzo un posto medico avanzato (PMA) sul molo Favarolo di Lampedusa. In pratica, un nuovo strumento per l’assistenza ai migranti che arrivano, un punto di riferimento per l’assistenza sanitaria di emergenza durante gli sbarchi, dotato di presidi sanitari, brandine e defibrillatore. E il PMA è subito stato utile durante gli sbarchi della giornata, con alcuni ragazzi tunisini soccorsi dai volontari CRI. Per fortuna, nulla di grave, si trattava di contusioni e principi di ipotermia, ma l’assistenza all’interno della tenda è stata sicuramente un vero e proprio salto di qualità per aiutare i migranti. Così gli sbarchi, piano piano, continuano senza numeri da emergenza. Sembra chiaro, però, che quando il mare è calmo i barconi si mettono in moto dalla Tunisia continuamente. A Lampedusa continuano ad arrivare giovani tunisini, felici di essere approdati in Europa e nella maggior parte dei casi con le idee molto chiare sul proprio futuro, magari immaginato in qualche altra nazione europea. Sui loro cellulari le immagini del viaggio: all’inizio volti euforici e poi, quando il mare si alza, veri momenti di paura. All’arrivo solo i sorrisi per avercela fatta. Intanto, però, sull’isola succede pure che per più di tre ore ogni comunicazione svanisca nel nulla: telefoni cellulari, internet, linee fisse. All’inizio si parla di un cavo tranciato da qualche pescatore, poi arrivano anche le notizie della torre di controllo dell’aeroporto rimasta “al buio” con un aereo che decolla solo perché il comandante se ne prende la responsabilità personale. Non abbiamo modo di confermare quest’ultima notizia, ma la preoccupazione è che stia succedendo qualcosa dall’altra sponda del Mediterraneo. E gli occhi come sempre vanno al mare. La sera, quando torna il segnale sui cellulari, scopriamo che nulla è accaduto. Forse è solamente l’isola che ti fa brutti scherzi o la stanchezza che ogni tanto si fa sentire. L’unica cosa certa è che da queste parti, in un istante, tutto può cambiare. In bene o in male. Tommaso Della LongaPortavoce Croce Rossa Italiana

  

  

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