Croce Rossa: i volti dell'alluvione in Liguria


foto di Laura Bastianetto

Viaggio nelle terre colpite dal maltempo

di Laura BastianettoIn Liguria è tornata la pioggia. Da stasera scatterà la massima allerta. Anche se ormai fa paura anche solo qualche goccia. Perché il ricordo delle strade che parevano fiumi e quel colore marrone del fango che sembra tutt’ora incollato all’asfalto restituiscono ogni giorno quelle immagini di terrore vissute non più di un mese fa. Succede a Fabbriche, Voltri, dove sta operando ancora l’esercito per ripulire il Cerusa che, uscendo dagli argini, ha travolto ogni cosa provocando anche il crollo parziale di una casa. “Adesso ogni volta che piove io ho il terrore”, racconta una ragazza del posto. In quella zona la Croce Rossa è intervenuta con un’ambulanza 4×4 e ha impiegato i suoi volontari SMTS, Soccorsi con Mezzi e Tecniche Speciali, che sono riusciti  a raggiungere le zone più impervie, restituendo anche un censimento casa per casa che mancava. Ci verrebbe da chiamarli angeli del fango, anche se in realtà quest’espressione è stata coniata solo per alcuni. Tutti gli altri sono ‘semplicemente’ volontari che però vengono formati e si adoperano 365 giorni l’anno per il bene di tutta la collettività, anche e soprattutto lontano dai riflettori. Come i ragazzi del Comitato locale di Croce Rossa di Cogoleto, che sono stati presenti e attivi nelle tre alluvioni sparse sul territorio genovese. Anna, 26 anni, è il commissario più giovane in Italia. Da 6 anni nella Croce Rossa, ha guidato in quei giorni un gruppo di quasi 40 persone, tutti giovanissimi e impegnati con turni massacranti. Il loro lavoro è stato prezioso per la popolazione con cui tutto l’anno condividono progetti e iniziative, ma anche per quelli incontrati negli altri luoghi d’intervento che hanno mostrato grandi atti di generosità e ricompensa. “Il bello dell’emergenza-spiega Anna- è che si vive a stretto contatto 24 h su 24. Circostanza che unisce profondamente. A Genova e a Cogorno le persone colpite dall’alluvione ci hanno portato da mangiare. È stato un modo per ringraziarci. Abbiamo vissuto momenti molto concitati e drammatici. Adesso però siamo ancora più uniti e abbiamo ricevuto il ringraziamento di moltissime persone. Alcune, vedendo quello che facciamo,  hanno deciso anche di diventare volontari”.  Qualche richiesta per cominciare un percorso con la Croce Rossa è arrivata anche ai Comitati di Campomorone e di Sant’Olcese. Yuri, Massimo, Gloria (la Presidente più giovane d’Italia) e tanti altri sono i volti belli di quell’alluvione che ha fatto franare la montagna, sbriciolandola fin dentro le case costruite lì sulla collina. Uomini e donne che, anche in queste ore, stanno continuando a portare assistenza e ad evacuare abitazioni ormai troppo fragili. Lo fanno indossando i loro stivaloni, ormai quasi una seconda pelle sui loro piedi e sulle loro gambe. Raccontano di una popolazione fiera e dignitosa che non avrebbe voluto lasciare la propria casa anche dopo l’insistenza dei vigili del fuoco. Persone anziane che vivono da sempre in quelle case sulla collina. E persone più giovani, come la coppia incontrata, che si è già rimboccata le maniche per cercare di salvare il più possibile. Nella Vallescrivia i colori tipicamente autunnali sono coperti, anche lì, dal marrone del fango. La furia dell’alluvione ha portato via un pezzo della strada provinciale. Sul letto del fiume si vede una macchina trascinata per km e accartocciata in mezzo al greto. A Montoggio, un fiume di fango ha travolto ogni cosa, devastando negozi e abitazioni. Ma anche lì la fierezza e l’orgoglio vogliono  avere la meglio. Alessio del Comitato locale di Ronco Scrivia, racconta di proprietari di case che, all’indomani del nubifragio, alla vista della loro abitazione semidistrutta, hanno detto “pensavo peggio”. O Danilo, responsabile della Cri di Montoggio, che ha raccontato della festa dell’Urepiggiu. Che tradotto vuol dire “la ripresa, la rinascita” di un paese già disposto a mettere da parte la paura e la devastazione per dare priorità e forza alla ricostruzione. “Per la festa sono state preparate delle magliette e 4mila vasetti con la terra dell’alluvione”, perché qui non si butta niente e la memoria aiuta ad andare avanti. Lo spirito giusto che accompagna anche i volontari e gli operatori di Chiavari, che dopo quei giorni furiosi non si sono mai fermati e sono lì anche di domenica mattina a fare formazione ai futuri volontari. Nel giro con Maurizio del Comitato di Chiavari vediamo la piazza a Lavagna che ha accolto una mensa, rimasta operativa fino all’ultimo giorno. Davanti alle serrande chiuse dei negozi ci sono ancora dei sacchetti di sabbia. È già finito invece il detersivo messo a disposizione dalla Cri per la popolazione. Risollevarsi non è facile. Genova e la sua provincia hanno ancora molto da fare per uscire dall’emergenza, ma sapere che esistono questi piccoli e grandi ‘eroi’, fa sentire più al sicuro. 

  


foto di Laura Bastianetto

  


foto di Laura Bastianetto

          

Copy link
Powered by Social Snap