Croce Rossa è solidarietà: a 40 anni dal terremoto in Friuli il ricordo dell’impegno della CRI
Archivio Storico Centrale CRI
A cura di Laura Bastianetto e Lucrezia MartinelliCorre l’anno 1976, sono le 21 e i bambini sono davanti alla tv a guardare il Carosello prima di andare a dormire. Una forte scossa di terremoto, di 6,4 gradi di magnitudo, in 53 secondi rade al suolo diverse località del Friuli, provocando quasi 1000 morti. “Non appena a conoscenza della sciagura che colpiva il Friuli, il Presidente Generale della CRI disponeva, nella notte tra il 6 e il 7 maggio, che il Direttore Generale dell’Associazione si recasse a Udine per coordinare i soccorsi”. Comincia proprio con queste righe il reportage sul periodico della Croce Rossa Italiana (conservato oggi nell’Archivio Storico Centrale CRI) che nel ‘77, a un anno da quel disastro, raccontava gli sforzi e l’impegno che la CRI aveva garantito fin dai primi momenti. “Venivano immediatamente attivati i Comitati e i Sottocomitati dell’Associazione e si disponeva l’inizio della raccolta di denaro e mezzi. Venivano allertati i Centri di Mobilitazione del Corpo Militare e del Corpo delle Infermiere Volontarie. Da Milano, Venezia, Roma, Bergamo e Torino partivano immediatamente 50 autoambulanze, un camion frigorifero, tende (300), coperte (14mila), lettini da campo completi di attrezzatura (800), viveri, plasma e medicinali di ogni tipo, con particolare attenzione all’insulina, ai sieri, ai vaccini, antibiotici, antipiretici e antibronchitici. Fin dal primo momento, per le attività sanitarie presso gli attendamenti venivano inviate 30 roulottes grandi e completamente attrezzate. Il personale sanitario della CRI nei primi tre giorni successivi al sisma vaccinava 90mila persone. In base a una convenzione stipulata con la Regione Friuli Venezia Giulia, alla Croce Rossa veniva affidata la gestione, la distribuzione e la consegna dei materiali di prima necessità per i Comuni più colpiti”.
Archivio Storico Centrale CRI
Tutti numeri che tenderanno ad aumentare nel corso delle settimane e anche dopo il settembre dello stesso anno quando ci fu una seconda forte scossa nel Friuli. Scorrendo quelle pagine della rivista CRI, viene fuori un reportage dettagliato e curato che raccontava anche dei depositi di viveri a lunga conservazione creati in ogni Comitato d’Italia e pronti a essere attinti alla prima richiesta da parte della Centrale Operativa delle zone terremotate. Un ponte di trasporti con autocarri pesanti assicurava il trasferimento dei materiali man mano che si rendeva necessario. E poi i numeri degli uomini e delle donne impegnati: 80 autisti per le ambulanze, 530 Infermiere Volontarie, 70 infermiere professionali, 500 tra Volontari del Soccorso e Pionieri, un nucleo di 210 uomini del Corpo Militare della CRI. Non mancò nel ‘76 la costituzione, presso il Comitato Centrale, dell’Ufficio Ricerche che, in collaborazione con il Ministero dell’Interno, curò, “con speciale riguardo per le richieste dall’estero, la schedature e la comunicazione dei dati relativi ai morti, ai dispersi e ai feriti”. Come non mancò l’appello alle Società sorelle, inviato attraverso la Lega delle Società di Croce Rossa, che “portava all’invio immediato di materiale vario (19 mila coperte, 600 tende, letti da campo, depuratori d’acqua, medicinali vari) e di notevoli somme di denaro. Dopo la prima fase di emergenza, la Croce Rossa proseguiva instancabile la propria opera anche nella fase della ricostruzione, concentrando il proprio impegno sull’assistenza socio-sanitaria attraverso la creazione di strutture e impianti di interesse sociale, come asili e ambulatori, realizzati con l’utilizzo dei fondi giunti alla Croce Rossa da ogni parte del mondo”.Tra gli eventi più importanti, dal reportage spicca l’apertura di un ospedale prefabbricato a Tolmezzo, dove il presidio, esistente in precedenza, era stato irrimediabilmente compromesso dalla seconda scossa del settembre ’76. L’ospedale, formato da 8 complessi prefabbricati, fu donato alla Croce Rossa Italiana dalla consorella della ex Germania Federale e fu messo in piedi in soli 30 giorni. A disposizione delle popolazioni terremotate della Carnia, aveva 210 posti letto, pronto soccorso, reparti specialistici e anche una sezione per le malattie infettive.
Scuola materna allestita dalla CRI – Foto Archivio Storico Centrale CRI
L’impegno di tutta la Croce Rossa Italiana durò fino alla primavera inoltrata del ’77. Al Corpo delle Infermiere Volontarie fu conferita la Medaglia d’Argento al Merito Civile.“Croce Rossa è solidarietà” era il titolo scelto per il reportage cui seguiva la descrizione di quella che, tra le virtù, “è forse la meno evidente ma si manifesta nelle circostanze più difficili quando anche il più piccolo aiuto può dimostrarsi determinante”.
Sul Corriere del Veneto la storia della Vice Presidente Nazionale CRI Annamaria Colombani .