Continuano gli sbarchi di migranti, la Sicilia è la regione più coinvolta
@Marco Alpozzi
Non cessa il flusso di migranti che arriva sulle coste dell’Italia. Così come non cessa l’attività di assistenza e accoglienza agli sbarchi svolta dai numerosi volontari CRI e dagli operatori del Progetto Praesidium che operano nelle zone interessate. Puglia, Calabria e Sicilia sono le coste di arrivo, ma tra queste la più coinvolta è sicuramente la Sicilia. Cambiano infatti le rotte di approdo e il primato raggiunto dall’isola di Lampedusa negli ultimi anni, è stato quasi superato dagli approdi avvenuti nell’arco degli ultimi due mesi lungo le coste di Siracusa, Ragusa e Catania. Sono migliaia, di diverse nazionalità e in condizioni differenti. Solo negli ultimi giorni, sono state messe in salvo circa 1000 persone. Inoltre, considerando l’evoluzione degli scenari conflittuali poco più in là dell’Italia, è possibile rilevare una crescita del numero di siriani ed egiziani che raggiungono il nostro paese. Un aumento che non comporta alcun allarmismo in termini effettivi di numeri, ma che genera qualche accortezza in più nel sistema accoglienza.Abbastanza buone le condizioni di salute all’arrivo, fatta eccezione di qualche donna che in stato avanzato di gravidanza, risulta più provata dal viaggio. Molti i minori e i neonati. Per loro si sono attivati i giovani della CRI che intrattengono i piccoli all’interno dei centri di accoglienza, con attività ludico ricreative.
@Marco Alpozzi
Tanti dunque gli interventi della CRI, che attraverso l’allerta delle prefetture ai Comitati Provinciali di Siracusa, Ragusa e Catania, zone maggiormente coinvolte, mobilitano mezzi, installano tensostrutture, distribuiscono viveri e beni di prima necessità. Ad ogni sbarco interviene personale volontario, medici e infermieri CRI, ma anche operatori OPSA. Un task force che opera nelle attività di soccorso in coordinamento continuo con le autorità competenti locali e gli operatori del Progetto Praesidium che protraggono le attività di assistenza ai migranti direttamente nei centri di accoglienza attraverso il monitoraggio continuo degli stessi al fine di garantire gli standard minimi dell’accoglienza e il diritto alla salute.