COMITATO INTERNAZIONALE DELLA CROCE ROSSA, 150 ANNI DI AZIONE UMANITARIA NEI CONFLITTI

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@CICR – Genocidio in Rwanda (1994)

Ginevra – Il 17 febbraio il Comitato Internazionale della Croce Rossa compie il suo 150° anniversario e commemora l’inizio delle proprie attività volte a portare soccorso a milioni di persone e a migliorare la vita di innumerevoli individui duramente colpiti dai conflitti armati. Ora che la popolazione sta soffrendo le agonie dei conflitti in Siria, Mali, Repubblica Democratica del Congo e altrove, il CICR è più determinato che mai a portare avanti la sua missione umanitaria.”Questo anniversario ci dà l’opportunità di guardare al passato con occhio critico ma anche di prendere coscienza dei punti di forza che ci hanno aiutato nello svolgimento delle nostre attività per milioni di vittime dei conflitti armati e della violenza”, ha detto Peter Maurer, Presidente del Comitato Internazionale. “Ora più che mai dobbiamo non solo restare ancorati ai nostri principi, ma cercare nuovi modi per aiutare al meglio le persone che ne hanno bisogno. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per assicurare che la natura neutrale, imparziale e indipendente delle nostre attività umanitarie sia compresa da tutti”.Il Comitato Internazionale continua ad adattare le proprie attività umanitarie alle nuove forme di conflitto e alle numerose sfide da fronteggiare. “Portiamo avanti il nostro lavoro in un ambiente che ha cambiato forma a causa dell’uso di nuove armi e tecnologie, della proliferazione dei gruppi armati, delle difficoltà di ottenere l’accesso alle popolazioni che necessitano di aiuto e di una pletora di ONG e altre organizzazioni umanitarie che si cimentano nel servire le comunità con approcci competitivi”, ha detto il Presidente del CICR.”Insieme con i nostri partner all’interno del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e con la comunità umanitaria, dobbiamo cercare – ha aggiunto il Presidente – il modo di fronteggiare queste sfide. Dobbiamo coordinare meglio gli sforzi umanitari e dare molta attenzione alle opinioni di coloro che chiedono aiuto dando loro l’opportunità di svolgere un ruolo attivo in quest’opera il cui fine ultimo è quello di rendere le persone capaci di raggiungere un durevole ristabilimento”.La più grande sfida affrontata dal CICR e da altre organizzazioni umanitarie è la mancanza di rispetto del Diritto internazionale umanitario, che proibisce la violenza diretta contro persone che non sono coinvolte nel conflitto armato, come i bambini, i feriti e i malati, o i detenuti. “Non c’è mai stato più bisogno di una volontà politica di risparmiare i civili e di rispettare il Diritto internazionale umanitario, sia da parte degli Stati, sia da parte di gruppi armati non statali”, ha detto Maurer.Molte delle attività quotidiane del CICR hanno adesso effetti di ampia portata. “Quando i delegati del CICR visitano i detenuti a Guantanamo, facilitano il rilascio di ostaggi in Cambogia, aiutano la popolazione in Afghanistan nell’accesso alla salute in condizioni di sicurezza, forniscono il mantenimento e il know-how tecnico per continuare a far funzionare le reti idriche ed elettriche a Goma, città con mezzo milione di abitanti, o spingono per l’adozione di un trattato vincolante sulle munizioni a grappolo, in tutti questi casi hanno un diretto e duraturo impatto sulla vita di molte persone” ha affermato Maurer.”La visione di Henry Dunant, l’idea di Croce Rossa, non solo è sopravvissuta ma è cresciuta rigogliosamente nel corso di questi anni. Nell’ultimo secolo e mezzo il CICR ha superato avversità politiche, difficoltà finanziarie, barriere culturali e innumerevoli altri ostacoli, tra cui anche attacchi diretti al suo staff, per portare assistenza umanitaria essenziale per vivere e protezione alle popolazioni che ne avevano bisogno”. Partendo da ciò che una volta era una piccola organizzazione con staff interamente svizzero, attualmente il CICR lavora in 90 Paesi in tutti il mondo con uno staff di circa 13mila uomini e donne di oltre 100 diverse nazionalità. 

  

  

      

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