Cisternino (BR), la CRI promuove il Progetto Nelson per la lotta al bullismo nelle scuole

Il dilagare del bullismo fra i giovani italiani ha reso necessaria l’attuazione di programmi preventivi anche nelle piccole realtà come quella di Cisternino (Brindisi). Qui, infatti, da pochi anni alcuni volontari di Croce Rossa Italiana hanno proposto contro questo fenomeno, a tutte le prime classi della scuola media A. Manzoni, il “Progetto Nelson”, dal nome del personaggio dei Simpson che impersona lo stereotipo del ragazzo bullo.Il Progetto Nelson è stato ideato e creato dai gruppi di Giovani della Croce Rossa Italiana di Torre Pellice e Pinerolo (TO) in collaborazione con l’Associazione Nazionale Polizia di Stato, sezione di Pinerolo. È stato poi diffuso in tutta Italia, ma nella regione Puglia il Comitato Locale CRI di Cisternino è stato l’unico ad attuarlo. La gestione del Progetto è affidata in particolare a un gruppo di volontari CRI qualificati nella cosiddetta “Area Pace”, ovvero quell’area di intervento volta a combattere ogni discriminazione e proteggere chi non ha protezione. A Cisternino il Progetto è stato condotto dal facilitatore dell’Area Pace Giandomenico Crescenza con l’aiuto di Cinzia Scarafile, Cinzia Loparco e altri volontari di diversi paesi.I ragazzi coinvolti hanno sin da subito mostrato un forte interesse per le varie attività, dato che i temi affrontati riguardano problematiche che essi riscontrano quotidianamente nelle loro relazioni. Ogni classe ha seguito, a breve distanza l’uno dall’altro, due incontri da due ore ciascuno durante i quali sono stati proposti giochi a tema e filmati; il tutto seguendo la metodologia della peer education, letteralmente “educazione alla pari”, che evita le lezioni frontali per privilegiare invece le lezioni interattive.Dall’attenzione mostrata dagli studenti durante gli incontri, così come dal suo positivo riscontro nella realtà scolastica, è possibile affermare che il Progetto Nelson è davvero funzionante. Il Preside e i vari professori coinvolti si sono rivelati piuttosto soddisfatti, tanto da proporre di stipulare una convenzione con la CRI in modo da garantire l’attuazione del Progetto in tutte le future prime medie. Inoltre è stata avanzata l’idea di estendere gli incontri oltre che a ragazzi e relativi professori anche ai genitori; infatti, sebbene gli atteggiamenti violenti del bullismo si manifestino soprattutto in ambiente scolastico, lo loro correzione non può prescindere dal coinvolgimento delle famiglie, poiché è qui che ognuno di noi osserva i primi modelli educativi. Gli episodi di bullismo sono molto più frequenti di quanto si immagini producono danni decisamente onerosi sulla vittima così come sull’autore dell’atto violento: la traccia indelebile di una simile esperienza non può che restare incisa nella sfera psicologica di entrambi trasformandosi in una vera e propria barriera che occlude la corretta crescita dell’individuo.

  

  

             

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