Casilino 900, la CRI e la Prefettura di Roma consegnano i moduli di adesione per l'inserimento di famiglie nomadi (e non solo) in case o campi attrezzati e l'avviamento al lavoro

casilino 900 distribuzione moduli
(Il momento della distribuzione dei moduli alle famiglie del Campo Casilino 900)

Ancora una giornata di lavoro per glioperatori della CRI al campo nomadi del Casilino 900 di Roma. Ieri il Commissario del Comitato Provinciale, Marco Squicciarini, unitamente a rappresentanti del Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraio, e ad una ventina di volontari di tutte le componenti, si è recato nel campo nomadi più grande d’Europa per consegnare i moduli di adesione per l’inserimento delle famiglie del campo in abitazioni o campi attrezzati nell’ambito della Regione Lazio. Un’azione importante che permetterà a molti bambini di andare a scuola e a molti genitori di essere avviati al lavoro. Un tassello importante, questo, per un meccanismo che vede la CRI in prima fila in questo nuovo progetto che vede l’Italia quale prima nazione europea nell’attuazione di interventi atti ad integrare persone fino ad ora i margini della società civile. Italia, Roma e CRI, dunque, all’avanguardia nell’inserimento sociale di bambini ed adulti che fino ad ora non hanno avuto nessuna opportunità di ricominciare una vita vera. La consegna di questi moduli di adesione è il primo vero atto concreto tra la Prefettura di Roma e la popolazione Rom (e non solo) che apre finalmente a molte famiglie la possibilità di una concreta e fattiva integrazione sociale con il tessuto cittadino. Il Casilino 900 è il primo campo che ha risposto positivamente a questa nuova politica di integrazione. Anche grazie e soprattutto all’instancabile lavoro dei tanti volontari che da anni si occupano dei più deboli. Un grazie va soprattutto a loro ma anche alla nuova figura del Delegato per le popolazioni Rom del Comitato provinciale fortemente voluta dal Commissario Squicciarini, Rodica Streja. La sua presenza costante nei campi ha permesso infatti di superare un ostacolo fino a poco tempo fa insormontabile: la lingua. Un volontario di Croce Rossa, che parla la loro lingua, infatti, ha permesso il superamento di barriere linguistiche e culturali indistruttibili. Questo ha dato la possibilità anche di ampliare lo spettro degli interventi specie nell’ambito della popolazione femminile. Ieri, infatti, era presente tra i volontari anche una ginecologa che finalmente, superando antiche diffidenze, ha potuto visitare e dare consigli alle donne presenti nel campo. Il lavoro dei volontari della CRI, d’intesa e al fianco della Prefettura, continuerà senza sosta fino al compimento di questo ambizioso progetto. 

  

     

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