C'è spazio per il diritto dei conflitti armati nei videogiochi?

Foto videogame

Il Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa si è recentemente soffermato sulle conseguenze dei videogiochi che simulano delle situazioni di guerra e sulle possibilità che questi giochi hanno di fare conoscere il diritto dei conflitti armati.  Ecco alcune domande e risposte su questo tema.

 

Perché il CICR si interessa ai videogiochi che simulano la guerra reale? Il CICR si interessa alle questioni legate ai videogiochi che simulano la guerra e in cui i giocatori devono fare scelte come se fossero davvero su un campo di battaglia. Nella vita reale, le forze armate devono rispettare il diritto dei conflitti armati. I videogiochi che simulano le esperienze delle forze armate potrebbero quindi sensibilizzare i giocatori alle regole che gli eserciti devono rispettare quando sono coinvolti in un conflitto armato ed è questo che interessa in modo particolare il CICR. In effetti, certi giochi tengono già in considerazione il modo in cui il personale militare è addestrato a comportarsi nelle situazioni di conflitto. Promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario – anche conosciuto come diritto dei conflitti armati – e i principi umanitari universali fa parte del mandato conferito al CICR dagli Stati. Tenuto conto del suo mandato e della sua lunga esperienza sulle questioni relative ai conflitti armati, è normale che il CICR si interessi a questi tipi di gioco. Secondo alcuni media, certi atti virtuali commessi dai personaggi dei videogiochi potrebbero costituire delle violazioni gravi del diritto dei conflitti armati. È esatto? No. Violazioni gravi del diritto della guerra possono essere commesse solo in situazioni reali, non nei videogiochi. Il CICR collabora con gli sviluppatori di videogiochi per assicurarsi che il diritto dei conflitti armati sia tenuto in considerazione in certi giochi? Il CICR ha fatto sapere di essere pronto ad avviare un dialogo con l’industria dei videogiochi al fine di esaminare lo spazio delle regole umanitarie in questi giochi. Il CICR si felicita che alcuni giochi legati alla guerra tengano già conto del diritto dei conflitti armati. Il CICR non dovrebbe preoccuparsi prima di tutto dei conflitti del mondo reale? Assolutamente. Le situazioni reali di conflitto armato e le loro conseguenze umanitarie sono di fatto la priorità maggiore. Grazie a circa 12.000 collaboratori, il CICR conduce delle attività umanitarie in situazioni di violenza armata in tutto il mondo. Quando scoppia un conflitto, è spesso la prima organizzazione ad arrivare sul posto e a rispondere ai bisogni delle persone detenute, sfollate o coinvolte in qualche altro modo. Si impegna anche per migliorare il rispetto del diritto dei conflitti armati e per creare un ambiente favorevole al rispetto della dignità delle persone coinvolte. Perché il CICR si interessa ai videogiochi e non, per esempio, ai libri, ai fumetti, alle serie televisive o ai film? Capita che dei registi o degli autori che vogliono ritrarre le attività del CICR nei conflitti passati o presenti si rivolgano ad esso. L’organizzazione ha anche avuto dei contatti con differenti autori del mondo del divertimento, al di là degli sviluppatori di videogiochi. Il CICR non si interessa, d’altronde, a tutti i videogiochi, ma soltanto a quelli che simulano un conflitto armato. Alcuni di questi giochi sono concepiti e prodotti dalle stesse società che sviluppano simulatori di campi di battaglia per l’addestramento delle forze armate. Cosa ha dichiarato su questo tema la XXXI Conferenza Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa? La XXXI Conferenza Internazionale si è riunita a novembre 2011 a Ginevra con obiettivo globale il rafforzamento del diritto internazionale umanitario e dell’azione umanitaria. Nel quadro di una manifestazione parallela, i partecipanti hanno esaminato il ruolo che il diritto dei conflitti armati gioca, o meno, nelle simulazioni di situazioni di guerra. Si sono soffermati, nel quadro di una discussione informale, sui differenti modi in cui le regole applicabili ai conflitti armati potrebbero essere integrate in queste simulazioni. Non è stato adottata nessuna risoluzione o piano d’azione.  Tratto dal sito del Comitato Internazionale della Croce Rossa:http://www.icrc.org/fre/resources/documents/faq/ihl-video-games-faq-2011-12-08.htmTradotto da Serena Corniglia (Caffè Dunant, n. 485 del 17 dicembre 2011)

Categorie: GiovaniNews

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