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LA DEPRESSIONE IN GRAVIDANZA E NEL POST PARTUM

La gravidanza e il post-nascita rappresentano per le donne un momento felice. Al tempo stesso questi eventi portano con sé tante difficoltà. Ansia, tristezza, sfiducia sono comuni nel delicato periodo della gravidanza e dopo il parto, quando la donna è molto vulnerabile. Quando questi stati d’animo diventano persistenti, influenzano le azioni della vita quotidiana fino ad alterarle e, se non vengono affrontati adeguatamente, possono sfociare in veri e propri stati depressivi.

La depressione post partum (DPP) rappresenta, infatti, la più rilevante complicanza psichica relativa al puerperio. Ricerche scientifiche mostrano come il 70-80% delle neo mamme sperimenta il cosiddetto “baby blues”, che consiste in una certa instabilità emotiva che colpisce la donna immediatamente dopo il parto e nei giorni successivi ad esso.

FALSO: È possibile concepire anche durante o subito dopo le mestruazioni in quanto gli spermatozoi sopravvivono nelle vie genitali femminili fino a 7 giorni dopo il rapporto sessuale.
FALSO: L’allattamento non causa difetti visivi permanenti come il peggioramento della miopia (come spesso si pensa), ma tutt’al più in alcuni casi si può verificare un calo dell’acuità visiva fisiologica e assolutamente temporanea.
FALSO: Dopo il parto una mamma può sentirsi triste, confusa, in ansia e stanca. Si tratta del “maternity blues” o “baby blues”, ovvero un cambiamento di umore che può insorgere pochi giorni dopo il parto e durare anche più di una settimana.
FALSO: la DPP può verificarsi anche 3-4 mesi dopo la nascita ed è caratterizzata da vergogna, sensazione di non essere adatta al ruolo di mamma, senso di colpa, tristezza, irritabilità. È fondamentale parlarne con le persone più vicine e con i sanitari, come il medico curante e/o un professionista della salute mentale.
FALSO: L’allattamento non è una forma sicura di contraccezione, in quanto la prolattina (ormone essenziale alla produzione di latte) abbassa senza escludere la possibilità di una gravidanza, infatti i livelli di prolattina rimangono elevati solo se il bambino si alimenta esclusivamente con latte materno e le poppate sono regolari e frequenti: intervallo di giorno che non supera le 4 ore e intervallo di notte che non supera le 6 ore.
FALSO: In gravidanza e durante l’allattamento i farmaci possono essere assunti quando necessario e sotto prescrizione medica. I farmaci vanno evitati solo se vi sono motivi fondati che ne sconsigliano l’utilizzo, inoltre la sospensione dell’allattamento deve avvenire soltanto se c’è un fondato rischio di salute per il bambino, tenuto conto del bilancio tra questi rischi e i benefici dell’allattamento. Se non sai se puoi prendere un farmaco in gravidanza o allattamento, puoi chiamare i numeri dei centri antiveleni presenti sul territorio italiano.
FALSO: Durante la gravidanza è raccomandata una dieta varia ed equilibrata e non bisogna eccedere nelle quantità. Mangiare per due infatti può determinare un eccessivo aumento di peso durante la gravidanza, insorgenza di diabete gestazionale e ipertensione.
FALSO: In gravidanza un’attività fisica moderata giornaliera è raccomandata in quanto favorisce il benessere psico-fisico, migliora l’umore, riduce il rischio di diabete gestazionale, migliora la circolazione e può prevenire lombo-sciatalgie.
  • Se non hai mai praticato sport puoi iniziare gradualmente in gravidanza.
  • Se già lo pratichi e sei ben allenata puoi continuare, previa valutazione medica.
Evita sforzi eccessivi: sport con rischi di cadute e traumi addominali, immersioni subacquee.
FALSO: L’assunzione di alcol durante la gravidanza e l’allattamento è del tutto sconsigliata e non esiste una dose minima non dannosa: se la mamma beve alcol il bambino lo beve con lei. Gli studi inoltre hanno già dimostrato come il luppolo e il malto contenuto nella birra non hanno l’effetto di aumentare la produzione del latte nella donna. La produzione è infatti influenzata da altri fattori quali: l’inizio dell’allattamento, frequenza e durata delle poppate, attacco corretto al seno.
FALSO: L’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che “l’utilizzo inappropriato di una pratica assistenziale di provata efficacia quale il taglio cesareo non si associa a migliori esiti perinatali per le donne e per i bambini”. Gli studi hanno ormai dimostrato che l’eccessivo utilizzo di questa procedura chirurgica comporta maggiori rischi rispetto al parto vaginale, sia per la donna che per il bambino; pensiamo inoltre a quando viene praticata per indicazioni non mediche, come la medicina difensiva o la comodità nella programmazione del parto. Se pensi che il cesareo sia la soluzione per evitare il dolore, ricordati che il taglio cesareo è un vero intervento chirurgico che comporta un decorso post-operatorio più doloroso e lungo e una ripresa più lenta e difficoltosa.
FALSO:
  • Se hai partorito vaginalmente puoi riprendere gradualmente quando ti senti pronta.
  • Se hai effettuato un taglio cesareo bisognerà aspettare un tempo minimo di 6 settimane se non ci sono state complicazioni, ma chiedi sempre al professionista specializzato.
Inoltre è consigliabile effettuare prima sempre una valutazione del pavimento pelvico, anche se non si hanno avuto traumi perineali o se si è effettuato il taglio cesareo. Si raccomanda inizialmente di non eseguire esercizi faticosi e sollevamenti di carichi pesanti. L’attività fisica regolare dopo la gravidanza ha una serie di benefici: perdita di peso, rafforzamento e tono dei muscoli, miglioramento dell’umore, riduzione dello stress e prevenzione della depressione post-partum.
FALSO: No. Le raccomandazioni sono di evitare del tutto l’alcol, di ridurre la quantità di caffè e tè e di cibi contaminati da sostanze tossiche come il mercurio che può essere presente in elevate quantità in alcuni pesci. Sì a spezie, legumi, cipolla, aglio, cavoli e carciofi ritenuti a torto non idonei in allattamento. Il lattante si nutre con te: arricchiscilo con una varietà di sapori favorendo così anche un più facile e sereno svezzamento.
FALSO: Il latte materno è l’alimento più completo e idoneo per il tuo bambino in quanto contiene tutti i nutrienti di cui ha bisogno come alcuni acidi grassi  olinsaturi, proteine e ferro assimilabile. Contiene anche sostanze bioattive e immunologiche che non sono presenti nei sostituti artificiali e che sono fondamentali sia per proteggere il bambino da eventuali infezioni sia per favorire lo sviluppo intestinale e neurologico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Unicef, l’Unione Europea e il Ministero della Salute Italiano raccomandano l’allattamento al seno esclusivo fino ai 6 mesi di vita e la sua continuazione fino ai 2 anni e oltre, se mamma e bambino lo desiderano.
FALSO: L’allattamento è a richiesta, ovvero nel momento in cui il bambino ci mostrerà segnali di fame sarà altamente raccomandabile rispondere positivamente a questa richiesta anche se non sono passate 3 ore da una poppata all’altra. Inoltre si consiglia di lasciare la/il bimba/o attaccata/o allo stesso seno per tutto il tempo necessario, in quanto i nutrienti sono distribuiti. E soprattutto non c’è un limite di durata alla poppata.
FALSO: Lo svezzamento non va mai iniziato prima che il bambino sia pronto a iniziare a ingerire cibi solidi, perché si aumenta notevolmente il rischio di soffocamento, inoltre il sistema gastrointestinale non sarà ancora pronto a metabolizzare, digerire e assimilare alimenti diversi dal latte materno e/o artificiale. Lo svezzamento potrà serenamente iniziare nel momento in cui il bambino non presenterà più il riflesso di estrusione, sarà capace di star seduto con pochi appoggi, riesce a prendere il cibo nel palmo della mano e sarà interessato al cibo. Non è necessaria la fuoriuscita dei primi dentini. Queste condizioni si manifestano solitamente intorno ai 6 mesi, con una fisiologica varietà individuale.
FALSO: Quando i neonati o bambini sono in difficoltà entrano in allarme e prevale il loro sistema biologico: il pianto di un bambino è l’ultima “risorsa” a cui può ricorrere di fronte a stimoli e a bisogni che non può contenere e che necessitano dell’attenzione di un adulto; ad esempio un pannolino sporco, la fame, un dolorino, uno spavento, ma anche semplicemente il processare tante sensazioni nuove e diverse. In questi momenti avranno bisogno di contenimento, contatto, sicurezza e nutrimento anche affettivo. I neonati e poi i bambini sono di fatto competenti e riescono a comunicarci quelli che sono i loro bisogni, rispondendo a quest’ultimi, trasmettiamo loro il messaggio di potersi fidare di quel che sentono e di poterlo liberamente comunicare. Il graduale distacco e l’indipendenza nelle età successive dipenderanno da questa prima fase della vita e dal contatto, dalla sicurezza di essere accolti e ascoltati nel momento del bisogno, e dalla fiducia in chi si prende cura di noi, non il contrario.
FALSO: Non è necessaria alcuna preparazione come: massaggi, creme, lozioni varie, per preparare il seno all’allattamento. Infatti sull’areola sono presenti le ghiandole di Montgomery che producono sostanze grasse che limitano lo sviluppo dei batteri ed idratano la pelle, inoltre guideranno il neonato verso l’areola tramite un odore che gli ricorderà il liquido amniotico per facilitare così il suo attacco al seno.
FALSO: Numerosi articoli scientifici hanno ormai dimostrato come l’introduzione ritardata di alcuni alimenti, quali: frutta a guscio, uova, latte vaccino, alcune tipologie di pesce, crostacei e fragole, non riduce la probabilità del bambino di sviluppare allergie, anzi ne aumenta di fatto il rischio.
FALSO: Il latte materno si può conservare:
  • A temperatura ambiente tra i 25° a 37°C: per 4 ore
  • A temperatura ambiente tra i 15° a 25°C: per 10 ore
  • In frigorifero (0-4 °C): 5-8 giorni
  • Congelatore con porta autonoma: per 3-4 mesi
  • Congelatore separato: per 6 mesi e più
È importante ricordare che per i neonati prematuri o bambini con malattie gravi i tempi di conservazione vanno dimezzati.
FALSO: La prolattina è l’ormone deputato alla produzione del latte materno e la sua produzione viene attivata da uno stimolo meccanico, ossia la suzione del neonato al seno. Di fatto esiste la possibilità per ogni donna di produrre la giusta quantità e qualità di latte per il proprio bambino. È fondamentale però allattare e quindi attaccare al seno il neonato ogniqualvolta sia necessario, se non è possibile attaccare direttamente il bambino al seno si può stimolare la produzione tramite tiralatte e/o la  premitura manuale. Per evitare alcune problematiche comuni quali: ingorgo, ragadi, diminuzione della produzione di latte, bisognerà che l’attacco al seno del neonato sia corretto, ovvero:
  • Pancia a pancia a contatto con la mamma
  • Orecchio, spalla e anche sulla stessa linea retta
  • Mento a contatto con il seno materno
  • Il labbro inferiore deve essere estroflesso
  • La bocca deve essere ben aperta per prendere l’areola e non solo il capezzolo
  • Non dovrebbero sentirsi suoni tipo “schiocchi” durante la suzione
Se hai difficoltà, non rinunciare all’allattamento. Rivolgiti a un’ostetrica o a una Consulente Professionale in Allattamento Materno (IBCLC).
FALSO: Il peso è solo uno degli indicatori di salute di un neonato/bambino e di sicuro non è il più immediato, inoltre è soggetto a un’ampia variabilità temporale e individuale. Da prendere in considerazione ci sono altri parametri, quali:
  • Urina giallastra e in quantità ridotta nei primi giorni di vita, nel tempo trasparenza e quantità aumenteranno.
  • Cambio di almeno 6 pannolini nell’arco di una giornata (24h) con urina trasparente a partire dal 6° giorno di vita.
  • Se nutrito con latte materno, cacca di colore nero nei primi giorni di vita (meconio) che passerà al colore verde e poi giallo (non è necessario che il bambino evacui tutti i giorni).
FALSO: Il latte vaccino non deve essere per forza presente nella dieta del bambino e, in ogni caso, non andrebbe inserito nell’alimentazione se non dopo il primo anno di vita.
FALSO: Il rinforzo e la riabilitazione del pavimento pelvico non prevedono i soli esercizi di Kegel. Infatti oltre a questi classici esercizi di attivazione della muscolatura pelvica, il percorso di riabilitazione con personale sanitario qualificato, come ostetriche o fisioterapisti, prevede anche esercizi di respirazione, massaggio manuale, stretching, corretta informazione per la paziente, cambiamenti nello stile di vita. Mai effettuare, anche se sotto consiglio medico, gli esercizi di “stop pipì” che non aiutano a risolvere le problematiche del pavimento pelvico, anzi potrebbero contribuire a un loro peggioramento.
FALSO: Il medico non può rifiutarsi di prescrivere la cosiddetta “pillola del giorno dopo”; a una donna che ne faccia richiesta (prescrizione necessaria per le  inorenni), né un farmacista può rifiutarsi di venderla. In alcun modo il medico e il farmacista possono far ricorso all’obiezione di coscienza, in quanto la pillola del giorno dopo non interrompe la gravidanza, ma la impedisce, di conseguenza, non può essere considerata abortiva. Inoltre per la “pillola dei cinque giorni dopo” non è necessaria alcuna prescrizione medica, neanche per le minorenni. Nonostante ciò questi farmaci sono da considerare contraccettivi d’emergenza e non routinari in quanto possono causare effetti collaterali.
FALSO: Lo svezzamento dovrebbe correttamente chiamarsi  “alimentazione completamente a richiesta”, in quanto non deve in alcun modo precludere il continuare dell’allattamento al seno materno. Questo perché iniziare a introdurre cibi solidi non vuol dire eliminare la fonte primaria di nutrimento per il bambino, ovvero il latte materno, che fino ad un anno di vita e oltre costituisce circa la metà dell’apporto nutrizionale. Inoltre continuare ad allattare durante lo svezzamento riduce la probabilità che compaiano allergie. L’allattamento al seno potrà quindi tranquillamente proseguire a richiesta fin quando la mamma e il bambino lo desiderano.
FALSO: In gravidanza si raccomanda l’astinenza completa dall’alcol. Solo questa infatti elimina il rischio di difetti congeniti legati all’alcol e di disabilità dello sviluppo, compresi i problemi neurocognitivi e comportamentali. L’alcol, essendo un teratogeno, è estremamente dannoso per il feto in quanto influisce sulla crescita e sullo sviluppo fetale in tutte le fasi della gravidanza.
FALSO: Perdere anche poche gocce di urina non è mai normale, neanche dopo aver partorito, seppur si abbiano subito dei danni perineali. L’incontinenza urinaria (anche poche gocce) può essere il primo segno di una debolezza o problematica del pavimento pelvico, che in quanto tale non va sottovalutata, poiché potrebbe in futuro evolvere in prolassi degli organi pelvici, ma curata e trattata con la riabilitazione del pavimento pelvico e altri trattamenti, quali l’osteopatia.
FALSO: Provare fastidio e/o dolore durante un rapporto sessuale (non per forza penetrativo) non è MAI da considerarsi normale, neanche dopo aver partorito (a prescindere che ci sia stata o meno una lacerazione o un taglio vaginale). È  pinione comune che queste  roblematiche possano capitare e risolversi in maniera  utomatica nel tempo, ma non è così. Il dolore durante i rapporti sessuali, così come infezioni vaginali e vescicali ricorrenti, secchezza vaginale e bruciore non è mai da sottovalutare e richiede  n’attenzione adeguata da parte dei professionisti sanitari. Se hai questi disturbi rivolgiti a un professionista in quanto l’intervento tempestivo può evitare un cronicizzarsi e un peggioramento del disturbo.
FALSO: In Italia (in base al DPR/2000, art. 30, comma 2), una donna può non riconoscere il bambino e lasciarlo alle cure dell’ospedale, questo processo viene conosciuto con il nome di Parto in Anonimato. L’identità della donna non sarà mai collegata a quella del bambino, questo perché la donna ha il diritto di rimanere segreta, diritto che prevale su ogni altra considerazione o richiesta. La legge infatti garantisce il diritto alla salute della gestante e del nascituro, un parto protetto nella struttura ospedaliera e la possibilità di esercitare una libera, cosciente e responsabile scelta da parte della donna, se riconoscere o meno il bambino.
PROGETTO ISIDE

La Croce Rossa Italiana – in linea con la propria Strategia 2018-2030, che intende promuovere una cultura dell’inclusione sociale per un’integrazione attiva delle persone in situazione di vulnerabilità – ha immaginato il progetto “ISIDE – Primi passi di mamma” per costruire, insieme ai volontari, un porto sicuro per la neonata diade madre-bambino.

Un progetto pilota che vede coinvolti i volontari del Comitato CRI Municipio 8-11-12 di Roma, i quali – coordinati da una équipe di professionisti – garantiranno un supporto per i primi 6 mesi di vita dei neonati.

I SERVIZI PREVISTI DAL PROGETTO SONO:

Supporto psicologico alle madri e ad eventuali altri componenti del nucleo familiare.

Interventi ostetrici di osservazione e supporto alla relazione madre-bambino, di supporto nell’allattamento e di verifica delle condizioni generali di salute delle neomamme.

L’orientamento ai servizi del territorio dedicati alla natalità e alla famiglia.

Assistenza leggera a domicilio da parte dei Volontari CRI.

Il progetto prevede il coinvolgimento di professionisti (psicologhe e ostetriche) e Volontari CRI in rete con i servizi socio-sanitari dei Municipi 8-11-12 di Roma. Previsti, inoltre, incontri di gruppo tra le neomamme e i papà per facilitare lo scambio di esperienze e informazioni.

Contatti

+39 370 12 88 375
Dal Lunedì al Sabato 08:00/20:00

800 081 112
+39 345 315 07 99
Lunedì - Mercoledì - Venerdì 17:00/19:30
Sabato 10:00/12:00

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