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Bruno Miluzzi (CRI Rieti): “Con il cuore sconvolto ci siamo fatti forza, perché noi siamo la Croce Rossa!”
Bruno Miluzzi, presidente del comitato CRI di Rieti, racconta gli attimi immediatamente successivi al terremoto.
Bruno Miluzzi, presidente del comitato CRI di Rieti, racconta gli attimi immediatamente successivi al terremoto.
Nourane Houas, operatrice del Comitato Internazionale di Croce Rossa (CICR) rapita l’anno scorso a Sanaa, è stata rilasciata ed è al momento a Muscat
Migrazione, accoglienza, asilo sono tra le parole più presenti oggi sui media e nei dibattiti pubblici. Ma quante persone realmente conoscono il significato di questi termini e quanto la loro conoscenza aiuta nella comprensione di un fenomeno? Per rispondere a questi interrogativi nasce la campagna di sensibilizzazione della Croce Rossa Italiana e di Treccani che, partendo da alcuni termini e promuovendo il significato intrinseco e solidale della lingua italiana, prova a rendere le situazioni descritte molto più vicine di quanto siano percepite in generale.
“È vivo e sta bene”. Un messaggio secco, a volte inaspettato, di sicuro accolto con gioia e felicità. È quel che in gergo si chiama Salamat, parola farsi che significa “salute”, e servizio di cui sono portatori Società Nazionali di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e Comitato Internazionale di Croce Rossa (CICR) quando comunicano alle famiglie in 190 paesi del mondo che il loro caro è vivo. Ne sono partiti a centinaia di questi messaggi da fine maggio da ogni paese, dopo i recenti sbarchi e in particolare a seguito dei tre naufragi avvenuti al largo delle coste libiche, per comunicare a zii, fratelli, padri e madri che il loro parente era arrivato in Italia.
“Un volontario è venuto nella postazione camper dove mi trovavo. ‘Ho vissuto – mi ha detto – un momento molto forte: l’estrazione di un bambino dalle macerie. Era vivo!'”
È salpata ieri al tramonto, dal porto di Malta, la nave Phoenix del MOAS per una nuova missione umanitaria nel Mar Mediterraneo. A bordo dell’imbarcazione opera il nuovo team post rescue della Croce Rossa Italiana, composto dalla dottoressa Annalisa De Rosa, dalle infermiere Manuela Floriani e Sonia Iagnocco e dal team coordinator Eugenio Venturo. Si tratta della terza squadra medico-sanitaria CRI, impegnata nella cura e nell’assistenza sanitaria a persone migranti soccorse nel Mar Mediterraneo, che si alterna dall’inizio di giugno. Un’attività che la Croce Rossa Italiana ha voluto aggiungere, alla sua già capillare ed efficace attività di assistenza allo sbarco e nei centri di accoglienza, per allargare il suo intervento e per evitare un’ulteriore perdita di vite umane.
È approdata al porto di Reggio Calabria, stamattina, la nave Phoenix del Moas con a bordo il team post rescue della Croce Rossa Italiana. È arrivata puntuale, come da programma, dopo aver soccorso mercoledì mattina 364 persone migranti che viaggiavano a bordo di gommoni sgonfi e fermi da ore in diversi punti del Mar Mediterraneo.
Più di 350 persone sono state portate in salvo. Tra di loro 59 donne e 64 minori, di cui solo 8 accompagnati.
Nei primi giorni di maggio la Croce Rossa Italiana è stata protagonista di un progetto di cooperazione internazionale in Montenegro per la realizzazione di alcuni video reportage sulle attività della Croce Rossa montenegrina
Croce Rossa Italiana (CRI) e Migrant Aid Station Offshore (MOAS) rafforzano la loro missione congiunta per salvare più vite umane possibili sulla rotta migratoria più pericolosa del mondo, il Mar Mediterraneo.