È uno dei più giovani Presidenti di Comitato della Croce Rossa Italiana. 26 anni e una voglia di vivere nuove esperienze da mettere al servizio di tutti, nel suo di Comitato, quello di Rovigo, per essere sempre più vicino alla comunità, alle persone e ai loro bisogni. Alberto Indani è volato a Lampedusa, direzione Contrada Imbriacola, insieme a Silvia Bertaggia, Volontaria anche lei, per partecipare alle attività di supporto ai migranti che vengono svolte dalla CRI nell’hotspot che presto, proprio dal Comitato di Rovigo, riceverà anche la donazione di 34mila indumenti intimi che andranno ad integrare i kit di prima accoglienza consegnati ai migranti.
“Mi mancava questa esperienza nelle migrazioni che mi sarà utile per gestire nel migliore dei modi le attività del nostro Comitato, che possiede un ufficio sociale. Non avevo un background specifico ma ora posso capire cosa affrontano le persone prima di arrivare da noi. Avevo voglia anche di capire come fosse organizzato l’hotspot, in termini di gestione delle emergenze. Ho visto in pratica quello che ho studiato”, dice Alberto spiegando le ragioni che lo hanno spinto a fare questa esperienza.
Immergersi in un contesto come questo gli ha permesso, per certi versi, di riscoprire l’Umanità della Croce Rossa. “Mi ha colpito la familiarità che c’è tra operatori e ospiti, siamo ‘tutti fratelli’, un aspetto umano che solo la Croce Rossa può dare in questo momento, unito ad un rispetto delle regole da parte degli ospiti e all’organizzazione messa in campo dalla CRI in ogni attività e professionalità, dai mediatori, agli psicologi, ai medici”.
In chiusura il suo pensiero va ad altri Volontari di Rovigo, Andrea Armani, Pietro Tinazzo e Stefania Dalle Rive, che prima di lui hanno svolto attività nell’hotspot, e a ciò che porterà con sé di questa esperienza: “Il sorriso dei ragazzi che sono partiti stamattina con il traghetto: erano lì, felici di aver raggiunto il loro obiettivo, pronti a ripartire e mi salutavano. Ecco, quelle mani non le scorderò mai”.