Il messaggio del Presidente CRI Rosario Valastro sul conflitto che sta interessando il Medio Oriente, gli aiuti umanitari, la protezione dei civili e il principio di Umanità
“Le immagini che stiamo vedendo mi danno una tristezza infinita”. Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre, entrando nella sinagoga di Milano per la serata di commemorazione a un mese dagli attacchi terribili in Israele e chiedere la liberazione degli ostaggi. “Se sono qui – ha spiegato la senatrice – è perché la ritengo una serata importante. Non mi sento di parlare di questo argomento perché altrimenti mi sembra di avere vissuto invano”. Ieri era il 7 novembre, un mese dopo quel 7 ottobre in cui tutti ci siamo svegliati nell’orrore della violenza.
Le parole della Senatrice Liliana Segre sono le più giuste e le più dure che abbia ascoltato in questo periodo in cui le opinioni a volte si sprecano, mentre assistiamo ad un conflitto che non sta risparmiando vite di innocenti e in cui la durezza della distruzione e della morte che consegue alle guerre invade inevitabilmente le nostre vite.
Come dice Liliana Segre, non possiamo rassegnarci a vivere invano. Non lo si può fare se solo si attraversa la storia recente, quella che i nostri padri hanno vissuto direttamente sulla loro pelle. Vivere invano non lo si può fare neanche se si pensa a quello che siamo noi, donne e uomini che hanno fatto dell’Umanità un principio, che in tempo di pace e ancora di più in tempo di guerra cammina insieme a quei principi di neutralità e di indipendenza che fondano la Croce Rossa.
Nella serata di ieri siamo stati colti da una notizia che ha dato durezza, ancora voglio usare questo termine, alle nostre vite. Un convoglio della Croce Rossa è stato colpito a Gaza. La mia reazione immediata è stata di chiudere ogni comunicazione con l’esterno, di non ascoltare più notizie, di prendere una pausa per riflettere sulle parole di Liliana Segre. Vivere invano.
Per chi è artefice di Umanità, per chi è operatore di pace, per chi costruisce nonviolenza attraverso l’aiuto umanitario, il rischio di vivere invano è forte, in questi giorni, ma non solo ora. Sono purtroppo numerosi i conflitti armati in tante regioni del mondo come sono numerosi i disastri che l’uomo causa al suo presente e al suo futuro, dimenticando spesso la storia.
So, anche perché vi leggo attraverso i social, ma non solo che c’è un forte smarrimento, c’è spesso il vacillare di posizioni ferme, c’è la tendenza a subire nell’evoluzione dei fatti della guerra in Medio Oriente, quella forma di distruzione di principi che mai come ora dobbiamo saper tenere saldi. Sento fortemente la necessità di dialogare con i tanti Volontari e Volontarie che pongono quesiti, che inorridiscono di fonte alla violenza, che trovano insopportabile il dolore che sia delle vittime israeliane o delle vittime nella Striscia di Gaza. Ci dev’essere un punto di fine, di soluzione per quanto sta accadendo. Ci dev’essere anche da parte nostra un punto di riflessione su quello che facciamo come Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa come ci dev’essere un momento di riflessione su cosa significhi oggi, nel 2023 essere e agire in direzione dell’aiuto umanitario e per l’Umanità.
Quella Croce Rossa che diventa bersaglio di colpi di armi da fuoco nei teatri di guerra è la vittima sacrificale concreta e simbolica della Storia, come lo sono i civili aggrediti e massacrati nei kibbutz o i civili morti a Gaza. Nello stare dalla parte dell’Umanità si sta dalla parte della vita e quello che dobbiamo avere la forza di costruire ancora una volta è stare dalla nostra parte, quella di chi ha scelto per vocazione e impegno di essere partecipe di un Movimento che, non in spregio, ma distante dalle questioni, oltremodo complesse, di politica internazionale, sa essere nella capacità di aiutare, operatore di pace.
Una Croce Rossa che non si ferma di fronte alla distruzione delle armi, che sia in Ucraina, o adesso in Medio Oriente, o in tante aree dove a livello internazionale siamo presenti, è una Croce Rossa che sa combattere per i suoi Principi e per quell’uomo, inteso nella sua radice di umanità, che non deve vivere invano, come vorrei dire, interpretando, credo, un sentire comune, non ha vissuto invano Liliana Segre.
Il Presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro.