Lo scorso fine febbraio, quando i volontari del Comitato CRI di Gallarate e quelli del Comitato Cantonale di Tuzla della Croce Rossa Bosniaca si sono rincontrati in Bosnia ed Erzegovina, a distanza di anni dall’ultima volta, sembrava come se il tempo non fosse mai passato, era come vedersi tra amici fraterni che fanno parte della propria quotidianità.
Un legame fraterno
Questa che si vuole raccontare è la storia di un’amicizia che va oltre i confini, le dogane e le restrizioni burocratiche e che è fondata nello spirito di fratellanza del Movimento di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. Una storia di persone e volontari di Croce Rossa che hanno tenuto fede a una promessa, rispondendo a un appello di aiuto che proveniva da amici in un paese amico, la Bosnia ed Erzegovina, che tutt’oggi paga le conseguenze del suo recente e difficile passato. È una storia di cooperazione decentrata tra due comitati di Croce Rossa che vogliono collaborare e si aiutano a vicenda, mantenendo sempre l’obiettivo di aiutare i più vulnerabili.
Dalle strade di Gallarate a Tuzla
L’ultimo capitolo di questa storia è la donazione di un’ambulanza CRI, il simbolo più riconosciuto dell’azione di Croce Rossa, la quale è passata da calcare le strade dell’hinterland del Varesotto a transitare tra i minareti e i laghi salati di Tuzla, città nel nord-est della Bosnia Erzegovina, nota per le sue saline. Un’ambulanza che ha fatto la storia per anni del Comitato di CRI di Gallarate, aiutando centinaia di senza tetto e rispondendo alle migliaia di chiamate di primo soccorso e che da ora, invece, farà parte della storia del Comitato Cantonale di Tuzla. Una storia umanitaria altrettanto degna di nota, segnata dall’impegno giornaliero sul campo dei volontari di Tuzla che utilizzeranno l’ambulanza per assistere i migranti in transito lungo la rotta balcanica, che vede in Tuzla uno dei suoi crocevia principali, oppure per effettuare servizi medici per la cittadinanza e trasporti sanitari durante eventi pubblici. Tra questi vi è in programma la rinomata “marcia della pace” di 100 chilometri che collega la cittadina Nezuk al cimitero-memoriale di Potocari, nel nord della città di Srebrenica. Una marcia in cui i volontari di Croce Rossa ogni anno forniscono primo soccorso a migliaia di persone che per tre giorni nel mese di luglio camminano insieme per promuovere la pace e ricordare le vittime genocidio di Srebrenica, il più grande massacro di civili dopo la seconda guerra mondiale in Europa e uno degli eventi più tragici della guerra in Bosnia ed Erzegovina degli anni 90’.
L'evento
Storie vecchie e nuove che non potevano non essere celebrate adeguatamente come è infatti avvenuto nel giorno della donazione, quando i volontari CRI di Gallarate, dopo un lungo viaggio dalla Lombardia fino al cuore Balcani occidentali, hanno avuto modo di consegnare personalmente agli amici bosniaci la propria ambulanza. Un evento tenutosi nella sede del Comitato Cantonale di Tuzla e celebrato dinanzi ai media locali e promosso dall’Ambasciata italiana in loco, nel quale dopo i convenevoli di rito si è potuto analizzare il lavoro fatto e si sono formulate nuove idee progettuali di scambio e cooperazione a livello locale. Tante sono state le idee quanti i bisogni ai quali il Comitato cantonale di Tuzla e molti altri comitati della Croce Rossa della Bosnia Erzegovina sono chiamati a rispondere tutti giorni. Intenzioni che si vogliono tradurre in progetti e iniziative concrete da includere in una nuova storia, tutta ancora da scrivere.