Camporeale: “Abbiamo lavorato per aumentare la nostra efficacia nel dare voce ai più vulnerabili e garantire l’aiuto necessario a superare le più diverse crisi”
Approfondire e rafforzare l’advocacy legislativa, come strumento di diplomazia umanitaria con il quale contrastare e alleviare ogni forma di vulnerabilità. Questo il tema al centro del “Corso di Alta specializzazione in Advocacy Legislativa” (ASAL) che la Croce Rossa Italiana (CRI) ha rivolto alla Governance regionale e che si è svolto a Roma, presso la Sala Solferino della sede nazionale. L’iniziativa ha visto il saluto di attori chiave in ambito umanitario, tra cui il Consigliere Cristina Carenza, Capo Ufficio designato dell’Ufficio Diritti umani del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) e David Fisher, Manager for Policy and Disaster Law della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR), mentre nell’arco della giornata si sono poi avvicendati diversi relatori di rilievo, tra cui Souad Sbai, giornalista, saggista e presidente dell’Associazione delle donne marocchine in Italia (ACMID-Donna Onlus).
Ad aprire l’incontro le parole del Vicepresidente nazionale e Responsabile giovani della CRI, Matteo Camporeale: “Questo Corso di alta specializzazione in Advocacy legislativa è l’occasione per confrontarsi e ragionare assieme alle Governance regionali dell’Associazione sul nostro ruolo di ausiliarietà ai pubblici poteri in campo umanitario. Grazie al contributo di formatori nazionali e internazionali provenienti dalla Federazione Internazionale, abbiamo lavorato per aumentare la nostra efficacia nel dare voce ai più vulnerabili e garantire l’aiuto necessario a superare le più diverse crisi”.
“Al fine di esplicare il suo mandato di ausiliario dei pubblici poteri in campo umanitario, nelle attività di advocacy – ha spiegato Francesca Laschiazza, Direttore del corso e Referente Nazionale Diplomazia Umanitaria della CRI – la CRI riconosce l’importanza di stabilire partenariati per affermare la dignità dei vulnerabili nel rispetto dei 7 Principi Fondamentali, in coerenza con la propria Strategia 2018-2030 ed in accordo con l’obiettivo 17 dell’Agenda 2030”.
“Informare le persone sui loro diritti, questo è importante: arrivare agli individui. I social aiutano a collegarsi – ha ribadito Souad Sbai nel suo intervento – ma siamo noi che non siamo connessi. Il web parla tutte le lingue ma non l’italiano, c’è la traduzione automatica ma non è la stessa cosa, non è la soluzione, perché in molti casi è un ostacolo alla comprensione. Durante le iniziative alle quali ho lavorato per tutelare le donne, per favorire l’integrazione, mi sono accorta che quello che deve muovere ogni sforzo non sono i social o le informazioni che ci trasmettono ma la voglia di conoscere, di documentarsi”.
Hanno inoltre curato alcuni moduli formativi: Gintare Guzeviciute, Senior Advisor Leadership & Transformation presso la Solferino Academy della FICR; Tommaso Natoli, Legislative Advocacy Consultant della FICR; Marzia Como, Delegato Tecnico Nazionale Principi e Valori della CRI; Francesca Laschiazza, Direttore del corso e Referente Nazionale Diplomazia Umanitaria della CRI; Marcello Sgroi, Referente Nazionale Principi, Valori Umanitari ed Educazione alla Pace della CRI; e Ludovica Bosica, Vicedirettore del corso.
L’incontro ha approfondito diversi argomenti inerenti l’advocacy legislativa, tra i quali la capacità di orientarsi in politiche, programmi e azioni, e di identificare obiettivi, strategie e collaborazioni, valorizzando le opportunità e sapendo affrontare e minimizzare eventuali rischi.