Il sistema dell’emergenza e urgenza si trova costretto a fare i conti con una nuova criticità: mancano mezzi da adibire ad autoambulanze.
A lanciare l’allarme sono stati, la settimana scorsa, gli allestitori dei veicoli di soccorso che, da mesi ormai, non ricevono in maniera regolare i furgoni necessari per essere trasformati in ambulanze. A loro adesso si aggiunge l’appello delle organizzazioni di volontariato, preoccupate per l’operatività e la sicurezza dei pazienti e dei propri volontari.
In un incontro congiunto svoltosi venerdì 16 febbraio 2022 a Roma, infatti, le tre Reti associative nazionali ANPAS, CRI e MISERICORDIE, presiedute da Francesco Rocca (CRI) Fabrizio Pregliasco (ANPAS) e Domenico Giani (Misericordie), hanno affrontato proprio il tema della difficoltà del reperimento di furgoni utili ad essere trasformati poi in autoambulanze e veicoli di soccorso che ne sta rischiando di paralizzare o comunque pregiudicare l’operatività.
I mezzi di soccorso, a causa delle condizioni di guida estreme, degli agenti chimici necessari per la loro sanificazione, della continua evoluzione della tecnologia sia in ambito sanitario che in termini di standard di sicurezza, hanno necessità di essere sostituiti con maggiore frequenza per garantire efficienza e questa intercambiabilità costante oggi non riesce ad essere garantita.
Ciò rischia di danneggiare il soccorso in generale, ma soprattutto, il soccorso apprestato dai volontari. In Italia, infatti, sono oltre mezzo milione le persone che, agli impegni della vita quotidiana, decidono di affiancare azioni gratuite a supporto della collettività, con un impegno improntato all’altruismo e alla generosità. Un “esercito gentile” in grado di dare risposta alle oltre 6 milioni di chiamate di emergenza all’anno, senza contare i servizi di accompagnamento e di trasporto ordinario in ambulanza.
“In un momento così delicato – dichiarano i rappresentanti di ANPAS, CRI e MISERICORDIE – facciamo appello alle Regioni ed al Governo, affinché si adoperino per sensibilizzare le grandi case automobilistiche, garantendo la priorità di invio dei mezzi necessari ad essere trasformati in veicoli di soccorso, indispensabili per garantire l’assistenza sanitaria, specialmente in un momento di grande pressione come quello che stiamo attraversando”.