Giornata Mondiale Contro la Povertà: i giovani di CRI raccontano le loro esperienze
Il 17 Ottobre si celebra la Giornata Mondiale contro la Povertà, istituita nel 1993 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Croce Rossa Italiana è da sempre impegnata nel campo dell’assistenza e del sostegno a chi non ha nulla, a chi si ritrova da solo, senza casa, senza un aiuto. Sono migliaia le persone che vivono questo disagio e che quotidianamente trovano nei volontari il conforto di cui hanno bisogno. Le attività e i progetti di Croce Rossa non si limitano al solo sostegno di tipo materiale, ma anche ad un supporto in grado di creare le basi per uscire dalla condizione di povertà in cui si è caduti. Abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni giovani volontari di CRI, che hanno voluto condividere le loro esperienze a contatto con la sofferenza e con le necessità di queste persone.
Chiara, 23 anni, parla dell’attività svolta in stazione a favore dei senzatetto, significativa sia per la sua esperienza in Croce Rossa che per la sua vita personale: “Con un approccio semplice e diretto, fatto di parole gentili, rassicuranti, coperte e qualche tazza di tè, siamo riusciti anche solo per una notte a fare compagnia a delle persone in difficoltà e a non farle sentire abbandonate. È un’attività in cui mettiamo in gioco la nostra sensibilità e il nostro calore umano, in un contesto in cui la semplicità risulta il valore più prezioso.”Maria, 25 anni, ricorda la gioia negli occhi di chi la accoglie tra accampamenti di fortuna. Parla estasiata della generosità di chi non ha nulla e riesce a condividere tutto: “La cosa che più mi ha colpito è l’aiuto reciproco che si danno tra di loro, ogni giorno, per sopravvivere”.Chiara, 22 anni, ha voglia di fare molto di più: “Bisognerebbe incrementare le attività a favore dei meno abbienti perché le richieste sono davvero tante. È bello lavorare insieme, volontari giovani e non. È un’esperienza che resta impressa nella memoria, dura quanto importante.”Daniele, 26 anni, racconta la sua prima esperienza durante un turno a sostegno delle persone senza fissa dimora: “Giravamo per vari punti della città percorrendo delle tappe: una sorta di appuntamento fisso dove tutti sapevano di poterci trovare. Ad ogni tappa ci fermavamo e davamo a chi ne aveva bisogno un panino, una maglietta o una bottiglia d’acqua. Già a metà serata, però, era diventato chiaro che non ci limitavamo soltanto a fare questo. Quella che poteva sembrare nient’altro che una distribuzione materiale, in realtà, era un’opportunità. L’opportunità di superare una distanza, conoscendo finalmente la storia di tanti volti nella folla. Lì ho capito che prendersi cura di qualcuno supera il soddisfacimento dei bisogni primari. Vuol dire avere una voglia sincera di conoscere la sua storia, di sentire quello che ha da dire, di capirlo e, così facendo, di abbattere l’indifferenza”.
Andrea dice: “Offrire qualcosa di caldo da bere, un paio di dolcetti, dare una coperta a chi ha freddo, fare quattro chiacchiere in compagnia, anche solo per pochi minuti. Sono tutti semplici gesti che, al di là della loro funzione pratica, assumono un grande significato per le persone che ricevono queste piccole attenzioni. Per loro nulla è dato per scontato. Così sentono di non essere del tutto abbandonati nella difficile vita che si ritrovano a condurre e che anche a loro, ogni tanto, è concesso qualche momento di serenità.” Federica afferma che: “È incredibile quanto un servizio del genere possa condizionarti la giornata. È incredibile quanto possa essere importante un sorriso o un semplice “grazie” detto con il cuore. È indescrivibile ciò che provo ogni volta che torno a casa. Quando iniziano a chiamarti per nome, a chiederti consigli, a riconoscerti. Non c’è soddisfazione più grande.”Cristina ribadisce: “Unità di strada….noi, volontari di Croce Rossa Italiana, UNITI per portare un po’ di cibo e qualche parola di conforto a chi ne ha bisogno, ma soprattutto per ricevere il riconoscimento più grande: un sorriso!”
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