Esercitazione sul campo del XVI Convegno Nazionale degli Ufficiali Medici e del Personale Sanitario della Croce Rossa Italiana
Una prima assoluta quella che è andata in scena il 5 ottobre nel comprensorio del CODAM Tosco-Emiliano del Corpo Militare dove l’unità di gestione corpi senza vita è stata spiegata in assetto operativo per dimostrarne la capacità ed efficienza ad un pubblico costituito dai partecipanti al XVI Convegno Nazionale degli Ufficiali Medici e dei Sanitari della Croce Rossa Italiana che già avevano conosciuto lo scenario teorico nel quale questa nuovissima unità si colloca, esprimendo i concetti di flessibilità di impiego e di modularità che contraddistinguono tutte le formazioni campali che fanno del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana una delle eccellenze sul panorama nazionale. L’unità viene costituita mediante la confluenza di un nucleo sanitario di pronto impiego, di un nucleo di decontaminazione e bonifica e di un modulo logistico per la gestione dei corpi senza vita. Per l’esercitazione è stato organizzato un percorso attraverso il quale i partecipanti hanno potuto seguire tutte le fasi operative devolute all’unità in caso di attivazione, dalle procedure di recupero e identificazione dei corpi o dei resti delle vittime, attraverso le varie fasi di trattamento dei corpi, fino alla fase di consegna delle salme alle autorità competenti.
Lo scenario della dimostrazione ha previsto la simulazione di un grande evento che ha provocato un elevato numero di vittime, molte delle quali sepolte sotto le macerie. Il pubblico ha potuto seguire le attività svolte dagli operatori delle squadre di raccolta del nucleo sanitario giunte sul luogo con i rifornimenti per le operazioni di raccolta delle salme, con i vari reperti, e con gli automezzi per il successivo trasporto dei corpi verso l’unità di gestione dei corpi senza vita. In questa fase sono state illustrate tutte le procedure di avvicinamento al luogo del disastro, gestito al pari di una scena del crimine, di vestizione e di campionamento dei reperti con i kit in possesso.
Quando numeri elevati di persone muoiono, durante le guerre o in seguito ad incidenti o disastri, è necessario occuparsi dei loro resti con umanità e dignità, applicando nel contempo procedure che ne consentano un’identificazione. I corpi delle persone decedute, i resti delle vittime e i loro effetti personali devono essere trovati, protetti ed identificati secondo le procedure previste dalla INTERPOL. Il personale preposto a queste operazioni deve essere opportunamente equipaggiato con indumenti di protezioni adeguati al rischio presente nell’area e capaci di ridurre al minimo i pericoli di “inquinamento” della scena. In questa fase sono stati anche testati i materiali di nuova acquisizione.
Una squadra di truccatori ha provveduto con efficacia a rendere verosimile l’area del disastro. I visitatori hanno potuto apprezzare nei minimi dettagli il lavoro svolto dagli specialisti sui manichini e sui vari materiali utilizzati per simulare i numerosi corpi e resti sparsi sul terreno o intrappolati sotto le macerie. La presenza della squadra dei truccatori nelle esercitazioni rappresenta un valore aggiunto per i reparti in addestramento e il Corpo Militare ha da tempo investito in questa capacità, formando nel tempo un crescente numero di militari in servizio ed in congedo che vengono impiegati sia per le esigenze della Croce Rossa che per le Forze Armate, riscuotendo sempre pieno successo.
I corpi e i resti raccolti sul luogo del disastro sono poi stati trasportati presso l’unità di gestione dei CSV, un complesso di tende e containers di facile spiegamento, che costituisce il cuore dell’apparato destinato a preparare le salme e ricomporre i resti delle vittime. In questa fase il personale ha messo in atto una serie di procedure sui corpi all’interno delle tende del nucleo di decontaminazione e bonifica, opportunamente riconfigurato per fotografare, svestire, lavare e sottoporre ad esami radiografici facciali le salme. Durante l’esercitazione il nucleo di decontaminazione ha testato la proprie flessibilità di impiego posta in essere da alcuni anni per valorizzare le proprie capacità.
Nella parte terminale dell’area di ricezione dei CSV il team dell’unità ha illustrato le procedure di rilevamento fotografico, effettuato con sofisticate apparecchiature, e radiografico su alcune parti del corpo, per consentire l’acquisizione di una serie di documenti associati in maniera univoca alla salma per le successive fasi di identificazione. L’allestimento di tale settore ha comportato un’approfondita indagine tecnica preliminare sulle dotazioni da testare per la successiva acquisizione. Tutti i documenti elaborati in digitale sono stati trasmessi grazie ad una rete dati in wi-fi. ad un server centrale per essere processati e resi fruibili per le fasi successive.
I visitatori hanno proseguito la visita nella zona dedicata agli esami autoptici e agli esami di laboratorio nel modulo shelterizzato, dove sarà possibile effettuare anche eventuali test genetici. In questa area operano medici forensi, infermieri e tecnici di laboratorio, con il supporto di personale per la documentazione fotografica e video degli esami eseguiti. L’unità è concepita per poter operare con personale del Corpo o con operatori forensi messi a disposizione dalle autorità locali. La realizzazione della zona per gli esami autoptici è avvenuta sotto la supervisione della cattedra di medicina forense dell’università di Roma “Tor Vergata”.
Tutti i dati processati nelle varie sezioni dell’unità confluiscono nel modulo comando, controllo e comunicazioni, dove le apparecchiature elettroniche e i sistemi di comunicazione in rete WiFi, in VHF, in HF e via satellite assicurano la gestione e la trasmissione dei documenti all’interno e all’esterno dell’unità, anche a migliaia di kilometri di distanza. Le Autorità presenti hanno potuto quindi apprezzare i risultati raggiunti dal Corpo nel settore delle radiocomunicazioni, che dall’operazione “Antica Babilonia” in Iraq ha posto in essere un crescente investimento nelle comunicazioni, raggiungendo elevate capacità da esprimere per qualsiasi circostanza.
Lungo il percorso, nella grande tenda “TXL” di raccordo, i frequentatori del convegno hanno potuto visionare le diverse tipologie di moduli di conservazione delle salme a dodici e a venti posti, dotati di sistema di refrigerazione e di filtrazione, in grado di conservare complessivamente fino a duecento corpi. Per l’occasione sono state montate ed illustrate anche una delle serie di tende e barella di biocontenimento, oggi impiegate su richiesta dello Stato Maggiore della Marina per l’operazione Mare Nostrum sull’unità navale LPD e di prossimo schieramento presso la base elicotteri di Catania. Tra le dotazioni a corredo dell’unità anche una sezione di disinfezione e disinfestazione.
Non meno importante l’attività di supporto ai familiari delle vittime, di carattere pratico e psicologico presso l’area “Bravo” (dislocabile anche a notevole distanza dal luogo di raccolta e di gestione dei CSV, che è stata simulata durante la ricostruzione dell’evento grazie anche all’ausilio del personale che si occupa proprio di ricostruire scenicamente l’atteggiamento delle persone coinvolte da un tragico evento. I visitatori sono stati immediatamente coinvolti ed attratti dall’altissima professionalità dei medici, degli psicologi e degli altri operatori psicosociali delle componenti della CRI ausiliarie delle Forze Armate impiegati e dall’ambientazione perfettamente ricostruita.
Al termine della dimostrazione gli ospiti sono stati invitati a visitare le carrozze “centoporte” del treno ospedale numero 5, piccolo museo che conserva gelosamente gli ambienti risalenti agli anni trenta del secolo scorso, in ottimo stato di conservazione e che raccontano come si svolgeva la vita in periodo di guerra su un mezzo di locomozione che aveva la sua specifica funzione di trasportare dal fronte agli ospedali nelle retrovie i combattenti feriti in maniera più o meno grave. Le carrozze sono state oggetto di un recente intervento di restauro esterno ed interno che ha riportato allo splendore una testimonianza storica unica nel suo genere.