Il Museo della CRI di Campomorone spegne le sue prime 30 candeline tra pezzi storici, foto in bianco e nero e auto d’epoca
Entrare nella storia, a piccoli passi, attraverso pezzi e attrezzature d’epoca e foto storiche. È lo scopo del Museo della Croce Rossa Italiana di Campomorone, a Genova, che quest’anno festeggia i suoi 30 anni dalla nascita. Fondato da Giuseppe Pittaluga, inaugurato e aperto al pubblico il 22 novembre 1986, nel corso degli anni il Museo è stato ampliato e integrato più volte con l’esposizione di nuove dotazioni. L’ultima sostanziale e consistente modifica si è registrata per la celebrazione del 150° anniversario di fondazione della CRI, il 15 giugno 2014, che ha visto la creazione di un percorso storico, cronologico e temporale che attraversa più di un secolo, dal 1848 al 2010. Con questa nuova impostazione si è voluto coinvolgere il singolo visitatore, e in particolare le scolaresche e i gruppi, nell’appassionante viaggio attraverso la storia della Croce Rossa Italiana e del nostro Paese.Il museo si compone di 7 sale espositive con vetrine, pannelli, attrezzature storiche, un locale mansarda con ricostruzioni di epoche passate, una sala per l’intrattenimento dei visitatori e uno spazio dedicato ai gadget e alle cartoline con annulli speciali.Il viaggio nel Museo inizia nell’atrio della sede locale della CRI. Dallo scalone centrale il visitatore si inoltra, attraverso foto e documenti, nella conoscenza dell’idea di neutralità dei feriti sui campi di battaglia e negli eventi che hanno poi decretato la nascita della Croce Rossa. Si comincia con la presentazione dei precursori Ferdinando Palasciano e Florence Nightingale, il fondatore Henry Dunant e il Comitato dei Cinque, oggi Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Dal 1864 la Croce Rossa Italiana ha svolto la propria attività ovunque ce ne fosse bisogno, dando prova di efficienza e competenza, con unanimi riconoscimenti. Ha partecipato ai soccorsi agli alluvionati e ai terremotati, sia in Italia sia all’estero, intervenendo massicciamente con i propri volontari, civili e militari, le Crocerossine a partire dal 1906 (ad esempio impegnate nei soccorsi dopo l’eruzione del Vesuvio) e in modo particolare dal 1908 (terremoto di Messina) fino ai giorni nostri con un impegno straordinario nei disastri nel Belice, nel Friuli, nel Piemonte, fino ad arrivare ai più recenti e non meno drammatici terremoti de L’Aquila e dell’Emilia. Un grande patrimonio umano che, unitamente a strutture operative come ospedali da campo, ambulanze, treni e navi ospedale, posti di soccorso sanitari antiaerei e ferroviari, in buona parte esposte nelle sale del Museo, suscitano interesse e ammirazione considerando i tempi e lo spirito organizzativo che animava gli appartenenti all’Associazione. Ampio il materiale fotografico, la documentazione e le cartoline illustrate che ripercorrono gli anni di attività della CRI.
Una particolare sezione è dedicata all’importante connubio tra la Croce Rossa e la posta, riferito sia alla emissione di francobolli da parte del Regno con sovraprezzo a favore dell’Associazione, sia nella franchigia attuata per decreto nei periodi bellici, sia ancora nella trasmissione di messaggi e pacchi ai militari prigionieri in mani nemiche o ricercati su richiesta delle loro famiglie. Anche il servizio di Pronto Soccorso con ambulanze, svolto in ogni parte d’Italia dai vari Comitati, è documentato. Interessante, infine, l’evoluzione dei mezzi nelle varie epoche, sia quelli destinati al soccorso sia quelli più tecnici per le emergenze come i potabilizzatori, le cucine, quelli nautici e per il soccorso su neve. Al Museo sono ad esempio assegnati diversi mezzi che percorrono ogni epoca automobilistica come l’ambulanza Lancia Ardea 900 del 1950, la Fiat Campagnola AR59 cc 2000, immatricolata CRI nel 1976, un Dodge M152 del 1952, mezzi Volkswagen e Land Rover fino ad arrivare, in bella mostra, alle due ruote Guzzi Airone e Bianchi.