ONU: Croce Rossa Italiana parte attiva del dibattito sul nucleare e tratta degli esseri umani
Trattato per lo smantellamento delle armi nucleari e tratta degli esseri umani: questi i delicati temi affrontati dalla Croce Rossa al Palazzo di Vetro di New York in questi giorni, nel corso della 72esima Assemblea Generale dell’ONU. La CRI, rappresentata dal Vice Presidente Rosario Valastro che ha incontrato anche il capo delegazione della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC) presso le Nazioni Unite, sta anche partecipando ad alcuni High Level Meeting. Presidente Valastro, partiamo dal Trattato che è stato recentemente adottatoIeri è stato affrontato il tema del Trattato sul nucleare, un documento che è tra le priorità del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC). Dopo l’adozione dello scorso 7 luglio, ora sono iniziati i processi di ratifica. Ovviamente mancano all’appello molti paesi chiave e, per quel che ci riguarda da vicino, non c’è l’Italia. Nonostante ciò possiamo ben affermare che è stato un successo inaspettato, considerando la situazione da cui partivamo: questo è, infatti, un primo significativo e simbolico step. Si tratta di un punto di partenza e non di arrivo. Dobbiamo ancora lavorare.
La tratta di esseri umani è la piaga sulla quale lei è intervenuto nel discorso conclusivo dei lavori. Quali sono gli obiettivi della Federazione?Gli obiettivi sono di natura umanitaria. La Federazione e la CRI indirizzano gli Stati a riflettere su quelle che sono le conseguenze umanitarie del traffico di esseri umani e la correlazione con il fenomeno migratorio. Le persone che migrano corrono il rischio di diventare vittime di tratta o, comunque, di traffici illeciti. Il fenomeno aumenta nella misura in cui sono carenti o poco efficaci i programmi di integrazione o inclusione. Il rischio è altissimo per i più vulnerabili, in particolare le donne e i bambini. Si tratta di una realtà molto pericolosa. Il testo base frutto di questi lavori richiama all’agenda 2030 delle Nazioni Unite per sollecitare gli Stati a impegnarsi ad affrontare concretamente questi aspetti. E a livello “politico”?Speriamo, poi, che l’eventuale adozione di un “Global Compact on Migration” offra l’opportunità di trovare un accordo sui principi fondamentali, basati su decenni di lavoro in tutta la comunità internazionale per aiutare le persone colpite o che sono vulnerabili al traffico o ad altre forme di sfruttamento. La sicurezza e il benessere delle persone a rischio sono la misura del nostro successo, non la riduzione dei tassi di migrazione o il numero dei trafficanti incarcerati.
Cosa significa la partecipazione diretta della Croce Rossa a questi incontri?È motivo di orgoglio ed è molto importante che la Croce Rossa sia considerata dall’ONU un punto di riferimento per le tematiche di stampo umanitario. Inoltre, è fondamentale che non si parli solo di economia o di politica alle Nazioni Unite ma anche, grazie alla partecipazione di realtà come la nostra, di temi umanitari ad altissimo livello. È un segnale tangibile che, però, poi deve trasformarsi da attenzione in azione.