“Purtroppo, i dati sulla violenza contro le donne in Italia sono allarmanti. Gli ultimi rapporti indicano un costante aumento dei casi di violenza domestica e femminicidio. Solo nel 2024, in media, viene uccisa una donna ogni tre giorni; da gennaio, 30 donne hanno perso la vita, nella maggior parte dei casi per mano di partner o ex-partner”. Con queste parole Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana, ha dato il via alla tavola rotonda dal titolo “La violenza invisibile”, incentrata sul tema della lotta alla violenza contro le donne, che si è svolta ieri, 16 ottobre, a Roma, nella Sala Solferino, presso la sede del Comitato Nazionale della CRI, e che ha visto la partecipazione del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, di istituzioni pubbliche, enti privati, Associazioni e Volontari.
“A livello globale, secondo i dati dell’Unicef del 2024, oltre 370 milioni di ragazze e donne – circa 1 su 8 – hanno subito uno stupro o una violenza sessuale prima di compiere 18 anni. Se consideriamo anche le forme di violenza ‘non fisica’, come gli abusi online o verbali, il numero sale a 650 milioni, ovvero 1 donna su 5. Questi numeri sconvolgenti ci ricordano l’urgenza di intensificare le nostre azioni. La CRI è impegnata direttamente nel supporto alle vittime attraverso i suoi Sportelli e all’interno di centri antiviolenza e case rifugio tramite i quali fornisce orientamento, assistenza e supporto, a diversi livelli. In questo contesto, le Volontarie e i Volontari diventano infatti vere e proprie sentinelle della violenza capaci di intercettare segnali che potrebbero altrimenti passare inosservati e che si annidano all’interno di contesti domestici apparentemente normali”.
“Questa bellissima occasione, e ringrazio la Croce Rossa per questo appuntamento, fa parte di una serie di incontri che noi vogliamo realizzare, distribuendo anche il leaflet che abbiamo fortemente voluto per sensibilizzare la popolazione sul gravissimo problema delle violenze nei confronti dei soggetti deboli, e delle donne in particolare”, ha aggiunto il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. “Il dibattito è stato estremamente interessante, è stato affrontato questo problema dai vari punti di vista e di questo ringrazio tutti i partecipanti. Le pene, è già stato detto anche qui, anche da altri protagonisti, ci sono già, non occorre inasprirle, perché le leggi ci sono già. Occorre educare, occorre informare, occorre far comprendere la necessità del rispetto verso le altre persone e in particolare verso i soggetti più deboli. Le pene devono esistere, i tribunali devono funzionare, perché lo Stato deve dimostrare la propria autorevolezza, e nel momento in cui minaccia una pena, la pena deve essere irrogata se è provata la colpevolezza dell’autore del reato. Però a monte di tutto deve esservi l’educazione, l’educazione al rispetto, ed in generale l’educazione alla legalità – ha aggiunto Nordio -. Sì perché è nella famiglia che si forma il ‘software’ della persona; è importante la scuola, sono importanti i momenti di aggregazione, ma il bambino forma la propria mentalità essenzialmente nei primi anni, quindi è nelle famiglie che occorre intervenire, affinché siano loro a insegnare i principi del rispetto della legalità ai bambini”.
Alla tavola rotonda hanno partecipato Elisa Chechile, Centro Antiviolenza Orecchio di Venere di Asti, Angela Colmellere, Consigliere del Ministro della Giustizia, Maria Rosaria Covelli, Presidente Osservatorio permanente Attuazione normativa violenza di genere e Presidente Corte d’Appello di Napoli, Maria Luisa Iavarone, Professore Ordinario di Pedagogia Università Parthenope di Napoli, Carla Vittoria Maira, Presidente Atena Donna e Vicepresidente Fondazione Atena, Giulia Russo, Direttrice Centro Penitenziario “P. Mandato” di Secondigliano (Napoli), Ester Viola, Avvocata e scrittrice. L’incontro è stato moderato da Stefano Tangredi, Delegato tecnico nazionale CRI all’inclusione sociale.