Sabato 4 maggio Zubin Mehta dirige la Filarmonica della Scala
Solista Maxim Vengerov

In programma l’Ouverture Leonore n. 3, la Settima Sinfonia di Beethoven e il Concerto in mi minore per violino e orchestra di Mendelssohn

Il concerto di sabato 4 maggio 2024 al Teatro alla Scala di Milano riunisce a consesso le nove muse per celebrare congiuntamente il 160° anniversario di due delle massime istituzioni impegnate, rispettivamente, nella protezione della vita e della salute della persona da una parte e nella tutela del patrimonio musicale dall’altra, quali Croce Rossa Italiana e Società del Quartetto di Milano.

In scena, l’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Zubin Mehta, assieme al maggiore violinista vivente, l’israeliano Maxim Vengerov, presenta un programma di brani immortali tra i più amati dal pubblico di ogni latitudine. In apertura e in chiusura, due capolavori beethoveniani – e non potrebbe essere diversamente, poiché è al Quartetto che l’avventura sinfonica beethoveniana ha inizio in Italia, con il completamento del primo ciclo integrale delle sue sinfonie nel 1878 – quali l’Ouverture Leonore n.3 in do maggiore op.72b e la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92. In mezzo, il virtuosistico e appassionato Concerto per violino e orchestra in mi minore op.64 di Mendelssohn.

I proventi di biglietteria saranno devoluti, da ciascuna istituzione, a due iniziative benefiche distinte: nel caso di Croce Rossa Italiana, al progetto CRI4Kids attraverso il quale il Comitato di Milano della CRI fornisce supporto a famiglie con bambini piccoli, attraverso la fornitura di prodotti e generi alimentari per l’infanzia; nel caso della Società del Quartetto di Milano, dopo il grande successo riscosso nella stagione 2022-2023, una nuova edizione di Quartetto Diffuso, la rassegna musicale in streaming che consentirà al pubblico negli ospedali, nelle case di riposo e ai detenuti nelle carceri di fruire, in diretta o in differita, dei più bei concerti in Stagione.

I biglietti, dai prezzi differenziati a seconda della collocazione del posto in pianta e della disponibilità di ogni spettatore – si va dai 15 ai 240 euro – sono in vendita nel circuito di Aragorn-Vivaticket a partire dal 4 marzo 2024.

«Siamo felici di celebrare con un concerto al Teatro alla Scala i 160 anni della fondazione della Croce Rossa Italiana e quelli della Società del Quartetto di Milano, due realtà straordinarie che in oltre un secolo e mezzo di attività hanno saputo distinguersi e fare la differenza, ognuna nel proprio ambito», commenta Giuseppe Sala, Sindaco di Milano. «Con questo concerto, il prossimo 4 maggio, la Filarmonica diretta dal maestro Zubin Mehta tributerà loro omaggi profondamente sentiti, per il traguardo raggiunto. Auguri sinceri, cui si aggiunge il nostro ringraziamento per l’impegno dei tanti volontari e delle tante volontarie CRI che si adoperano quotidianamente per aiutare chi soffre o si trova in difficoltà e il nostro più caro apprezzamento per la qualità e la dedizione con cui la Società del Quartetto porta avanti la propria mission culturale e sociale».

«La Croce Rossa Italiana compie 160 anni. Sono anni in cui l’Associazione, attraverso il lavoro di Volontarie e Volontari, ha saputo confermare il suo impegno, la sua vicinanza a chiunque avesse bisogno di supporto, di aiuto, soprattutto ai più fragili», dichiara Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana. «In questo lungo percorso, siamo stati chiamati ad affrontare tante sfide, sia in ambito sanitario che sociale, emergenze causate da catastrofi e cambiamenti climatici, la pandemia. Il nostro messaggio alla comunità non è cambiato nel tempo: c’eravamo, ci siamo e ci saremo, dovunque e per chiunque, senza alcuna distinzione. Questo concerto ci permette non solo di celebrare un importantissimo anniversario ma anche di ribadire con forza la nostra vicinanza alla popolazione, in particolare alle persone e alle famiglie che sono in difficoltà: non vi lasceremo mai soli».

«Il raggiungimento del traguardo del 160° anniversario, che abbiamo l’onore di celebrare insieme a Croce Rossa Italiana, con la quale condividiamo un impegno a favore della qualità di vita della comunità, è fonte di grande emozione» dichiara Ilaria Borletti Buitoni, Presidente della Società del Quartetto di Milano. «La dedizione alla qualità artistica e al pubblico, che contraddistingue l’attività della Società fin dal 1864 non potevano che orientarci, in quest’occasione rivolta prima di tutto a Milano, verso la prima realtà sinfonica della città, la Filarmonica della Scala diretta da un celeberrimo e amato direttore d’orchestra qual è Zubin Mehta e un  solista d’eccezione come  Maxim Vengerov, che ringrazio per aver accettato di unirsi a noi al fine di poter realizzare  un evento che spero resti impresso  nella memoria  del pubblico. Coerentemente con la propria missione di diffondere la musica come elemento di coesione di una comunità, il Quartetto devolverà la propria parte di incasso ad un’iniziativa sociale, che permetta anche alla parte più fragile della nostra città di condividere l’esperienza dell’ascolto e della conoscenza della musica, intesa anche come forma di conforto».

L’eroismo, la lotta alla tirannia, il trionfo dell’amore e quindi l’appassionata celebrazione della virtù coniugale sono i temi che pervadono l’intera partitura di Leonore, l’Ouverture composta per l’unica opera di teatro musicale beethoveniana che sarebbe passata alla storia, solo dopo il 1814 con il titolo Fidelio. Ne viene eseguita la terza versione, concepita in funzione della seconda versione del singspiel, realizzata tra 1805 e 1806. Qui Beethoven non lascia dubbi sul significato da attribuirsi alla pagina; quello di un percorso in progressiva climax dalla prigionia verso la conquista della libertà.

Nata tra il 1811 e il 1812, e animata da un graduale e irresistibile crescendo d’intensità metrica, la Settima Sinfonia dovrà attendere l’esaltazione di Wagner, a obiezione delle iniziali accuse ricevute, di stravaganza ed eccesso: «Questa Sinfonia è l’apoteosi stessa della danza, è la danza, nella sua essenza più sublime, la più beata attuazione del movimento del corpo quasi idealmente concentrato nel corpo», scriveva nel 1849 ne L’opera d’arte dell’avvenire. Fu eseguita per la prima volta nel 1813 nella sala dell’università di Vienna in una serata a beneficio dei soldati austriaci e bavaresi feriti nella battaglia di Hanau dell’ottobre precedente. Accostata due Marce di Dussek e di Pleyel e alla Sinfonia “a programma” La battaglia di Vittoria, scritta da Beethoven per celebrare la vittoria di Wellington contro i francesi e ricevuta con calore immediato dal pubblico della serata, fu invece inizialmente accolta con scetticismo e freddezza.

L’avvolgente tema iniziale del Concerto in mi minore per violino e orchestra di Mendelssohn, come del resto la sua intera partitura – caratterizzata da un perfetto equilibrio tra scrittura rigorosa, virtuosismo e con vena melodica appassionata, pur nella semplicità – nasce con ogni probabilità dal confronto serrato dell’autore con il solista cui il brano è dedicato, Ferdinand David, primo violino dell’Orchestra del Gewandhaus, che lo eseguì in prima assoluta nel 1845 nella Gewandhaus Saal del Conservatorio di Lipsia. Il Concerto deve la sua fortuna soprattutto all’affascinante invenzione tematica e al brillantissimo rilievo della parte del solista, bilanciato dalla felicità della scrittura orchestrale; due tratti che ne fanno, oltre che un banco di prova obbligatorio per generazioni di solisti, un brano amatissimo dagli interpreti e dal pubblico di tutto il mondo.

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