Quasi 200.000 morti, 10 milioni di sfollati, 18 milioni di persone bisognose, 730 giorni di conflitto armato consecutivo da quel terribile 24 febbraio 2022 che ha segnato l’inizio della nuova escalation militare in Ucraina, riportando dopo decenni la guerra nel cuore dell’Europa e causando la più grande crisi umanitaria nel vecchio continente dalla seconda guerra mondiale.

Sono i numeri del conflitto riportati fino ad oggi, dal primo suono emesso dalle sirene antiaeree a Kiev, risuonate nella paura collettiva all’alba di una fredda mattinata di febbraio. Una sequenza di numeri scandita per due anni dal ritmo di una guerra senza sosta che ha cambiato la storia e influito, come raramente prima, sull’agenda mondiale.

Un conteggio a cui ci si abitua tristemente ormai perdendo contezza del loro impatto e del loro dramma che si portano dietro. Numeri che raccontano  storie di sofferenza e tragedie umane che hanno spezzato vite e legami che solo l’umanità può ricomporre, il sentimento più nobile dell’essere umano e principio fondante del Movimento di Croce Rossa e Mezzaluna rossa. Un nuovo algoritmo dell’umanità che può invertire tale nefasta sequenza, inserendo nuovi numeri che possano ribaltare la situazione e risolvere il problema della guerra.

Ci si riferisce ai numeri prodotti dal mondo umanitario, ovvero dalle centinaia di organizzazioni umanitarie che ogni giorno provano a salvare vite e ad aiutare i più vulnerabili, fronteggiando e rispondendo ai numeri del conflitto in Ucraina. Tra queste spicca il network della Croce Rossa e Mezzaluna rossa che tramite il supporto di 60 società nazionali in diversi paesi hanno in due anni di conflitto: mobilitato più di 2 miliardi di aiuti; supportato 2 milioni di sfollati a trovare rifugio; distribuito 1,3 milioni di kit igienici; fornito assistenza socio-sanitaria a 1, 8 milioni; gestito e distribuito 900 mila tonnellate di aiuti umanitari per mezzo di una rete di 885 punti umanitari e 130 mila volontari in Ucraina e in tutti i paesi limitrofi (fonte IFRC).

 

Sono i numeri dell’umanità ai quali anche la Croce Rossa Italiana ha dato il suo prezioso contributo, attivando e mobilitando a sua volta tutte le risorse umane, tecniche e finanziarie a sua disposizione. Sempre a fianco delle proprie consorelle di Croce Rossa e Mezzaluna rossa, la CRI è intervenuta in Ucraina come in Polonia, Romania, Moldova e tanti altri paesi colpiti, grazie al contributo di tutti coloro che hanno sostenuto la più grande raccolta fondi di sempre della CRI per un’emergenza internazionale.

 

Un’azione che ha saputo rispondere prontamente ai bisogni, adattandosi ai cambi di scenario del conflitto e che guarda anche in prospettiva, con la speranza di poter supportare in tempi di futura pace la ricostruzione e la riconciliazione tra i popoli. Due anni di attività umanitarie suddivisibili in tre diverse fasi d’intervento.

 

La prima fase, subito dopo l’inizio delle ostilità, è quella attinente alle operazioni primarie di soccorso umanitario, costituito dalla raccolta e distribuzioni di migliaia e migliaia di tonnellate di aiuti umanitari. Beni trasportati da decine di convogli umanitari CRI che transitano ininterrottamente lungo una catena logistica, che ha inizio dai magazzini CRI in Italia e arriva nel cuore in Ucraina, attraversando i Carpazi e facendo sosta a Suceava in Romania, ai confini della Transilvania, dove è ancora tutt’oggi presente un hub logistico della CRI. Parallelamente alla distribuzione di aiuti, la CRI ha anche effettuato decine evacuazioni dall’Ucraina salvando la vita di più 245 persone fragili, offrendo loro ospitalità e cure in Italia.

 

Ma le conseguenze della guerra sono state ancora più forti nel medio periodo, in una seconda e successiva fase dall’inizio dei combattimenti, dove la CRI ha risposto coordinando e supportando attività volte a rafforzare i servizi-pubblici di base in Ucraina, fortemente danneggiati e colpiti dal conflitto, in primis il servizio sanitario e la rete dell’assistenza sociale. Grazie alla gestione in loco di una Delegazione CRI a Kiev e alla sua presenza nelle regioni di Vinnytsia e Žytomyr, la CRI ha supportato gli ospedali pubblici e i servizi sanitari regionali, mettendo in piedi una rete di unità mobili sanitarie su larga scala, costituite da ambulanze e personale medico sanitario esperto della Croce Rossa Ucraina. Un’azione in salute che si è poi andata a complementare nel tempo con ulteriori interventi socio-sanitari, inclusi in progetti di assistenza domiciliare agli anziani e di promozione e tutela della salute pubblica.

 

 

Contemporaneamente alle attività sopramenzionate che tutt’oggi sono in corso, la CRI è già entrata da tempo in una terza fase, volta alla localizzazione e al supporto degli attori locali per promuovere la loro resilienza e il coinvolgimento delle comunità nel lungo periodo. Sono nello specifico le attività di preparazione e di risposta alle crisi umanitarie e al rafforzamento del sistema di protezione civile, dove la CRI sta da una parte condividendo il modello del “Sistema Italia” delle emergenze, grazie alla sua storica esperienza nel settore, dall’altra sta rafforzando i team emergenziali di risposta della Croce Rossa Ucraina a divenire più efficaci e pronti nella risposta. A ciò si aggiunge, sempre in ottica di sviluppo, i programmi di cooperazione diretti alla Croce Rossa Ucraina, Rumena e Moldova per far sì che diventino sempre più attori umanitari chiave nei propri paesi, promuovendo il loro ruolo ausiliare e le loro competenze tecniche, tramite progetti di sviluppo organizzativo e di rafforzamento del volontariato. Inoltre, in prospettiva futura, la CRI si sta già impegnando in programmi di supporto agli sfollati, offrendo loro nuove soluzioni abitative, e ai feriti di guerra fornendo assistenza medica nel settore della riabilitazione prostetica e supporto psico-sociale nei processi di reinserimento nella società. Infine, nel prossimo biennio, la CRI sarà parte centrale delle azioni di sminamento umanitario in Ucraina, volto sia a informare la popolazione sui rischi delle mine e degli ordigni militari inesplosi, prevenendo e salvando vite, sia aiutando la ripresa di tutto il sistema socio-economico del paese, fortemente afflitto dalle conseguenze del conflitto.

 

Numeri, attività e sequenze predefinite che costituiscono l’algoritmo umanitario della CRI con la speranza che possano aiutare ad alleviare le sofferenze e a concludersi insieme alla fine conflitto, alla luce di una nuova alba di pace e non di guerra.

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