L’iniziativa ha l’obiettivo di arrivare ad apporre lo Scudo Blu su 20 monumenti tra Brescia e Ber-gamo. Primo step è il corso nazionale che, dal 31 marzo al 2 aprile, vedrà nella sede di via Bainsizza istruttori di Diritto Internazionale Umanitario da tutta Italia

Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, Croce Rossa Italiana Comitato di Brescia avvia il progetto “Uno Scudo per la cultura”, che ha l’obiettivo di apporre su al-cuni dei beni culturali più significativi delle due città i primi Scudi Blu, simbolo di protezione dai rischi prevenibili di conflitti ed emergenze.

Il presupposto da cui parte il progetto è che monumenti, chiese, siti archeologici, archivi, biblio-teche, teatri, siano collante tra i popoli, rifugio sicuro nei momenti di difficoltà e punto di ripar-tenza dopo scenari critici, come ci hanno insegnato la pandemia e i recenti conflitti armati.

Con questo progetto, il Comitato di Brescia della Croce Rossa Italiana vuole proteggere quei beni culturali che le persone identificano come “custodi” della propria storia e come co-lonne portanti della memoria e delle identità collettive e individuali, attraverso lo Scudo Blu, l’emblema scelto dai Paesi firmatari della Convenzione dell’Aja del 1954, che resta il prin-cipale strumento di protezione dei beni culturali nelle guerre.

“Dopo quanto accaduto nella II Guerra mondiale, si decise di adottare un sistema di protezione anche dei beni culturali da preparare in tempo di pace – spiega Carolina David, Presidente del Comitato di Brescia della Croce Rossa Italiana -. Tuttavia, fino ad oggi, la Convenzione dell’Aja è rimasta incredibilmente disapplicata in Italia e il suo contenuto pressoché sconosciuto, persino tra gli addetti ai lavori. L’ipotesi che il patrimonio culturale italiano possa essere distrutto durante un conflitto è stata ritenuta non credibile. Il recente conflitto in Ucraina dimostra, però, come anche Paesi considerati sicuri, al centro dell’Europa, debbano porre in essere la massima cautela per tutelare il proprio patrimonio culturale”.

Il Comitato di Brescia della Croce Rossa Italiana, con il coinvolgimento del Comitato di Bergamo apporrà i primi 20 Scudi Blu su beni selezionati grazie alla collaborazione di Comuni ed Istituzio-ni Culturali. Il progetto ha ricevuto il contributo del Bando Capitale della Cultura 2023, emanato congiuntamente da Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bresciana e Fondazione della Comunità Bergamasca. L’iniziativa ha inoltre il supporto di CNA Brescia e BCC dell’Agrobresciano.
Le apposizioni partiranno da maggio e proseguiranno fino alla fine dell’anno. In parallelo, saran-no promosse delle attività di formazione e informazione rivolte sia agli addetti ai lavori (forze armate, operatori culturali, istituzioni) che alla cittadinanza in generale, inclusi gli studenti, grazie ad un progetto mirato alle scuole.

“Questa iniziativa rappresenta un momento di cambiamento nel rapporto tra le persone e i beni culturali – commenta Massimiliano Sforzini, Vicepresidente del Comitato di Brescia della Croce Rossa Italiana -. Sarà l’occasione per invitare a riflettere sul loro significato e sul ruolo che ognuno di noi ha nel prendersi cura della propria storia, della propria memoria in quanto necessaria per il nostro benessere, in tempo di pace e in tempo di guerra. Il coinvolgimento di diverse fasce della popolazione farà sì che si possa capillarmente iniziare quell’opera di diffusione, tipica dell’azione della Croce Rossa, del Diritto Internazionale Umanitario, così importante ai giorni nostri”.

Primo step del progetto è il Corso Nazionale di alta specializzazione per la protezione dei beni culturali per istruttori di Diritto Internazionale Umanitario della Croce Rossa Italiana, che si terrà a Brescia dal 31 marzo al 2 aprile, nella sede di via Bainsizza.

Il Corso, organizzato dal Comitato Nazionale della Croce Rossa Italiana, si aprirà con la lectio magistralis di Tullio Scovazzi, professore di Diritto internazionale presso l’Università di Milano-Bicocca. Tra i relatori anche Michele Romeo Jasinski, Referente nazionale della campagna di Croce Rossa Italiana “Il futuro ha una lunga storia. Proteggiamola” avviata il 1° aprile 2022, e Giulio Bartolini, professore associato di Diritto internazionale, Università degli studi di Roma.

I discenti del corso sono volontari di Croce Rossa Italiana, già istruttori di Diritto internazionale umanitario (Diu), provenienti da tutta Italia, che si approfondiranno la conoscenza della normativa internazionale e nazionale sulla protezione dei beni culturali al fine di poter poi insegnare la stessa alle Forze Armate e alla popolazione civile.

“In caso di conflitto, i beni culturali sono soggetti ad una particolare protezione da parte del Diritto internazionale umanitario. Essi fanno parte dell’essenza di un Paese, sono espressione della sua storia, dei suoi valori, dell’essere più intimo di un popolo. Per questo è da sempre vietato commettere atti ostili contro i beni culturali o renderli oggetto di rappresaglie e azioni violente. Devono essere assolutamente tutelati – ribadisce Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana – e il nostro impegno, anche attraverso questa iniziativa, deve essere, in tal senso, volto a rafforzare la loro protezione”.

“È emblematico che questo progetto sia in concomitanza con Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura – conclude David -. Una campagna per la protezione dei beni culturali in questo anno significa porre le due città al centro di un’azione culturale a livello nazionale e internazionale ed accendere i riflettori dell’opinione pubblica, ma ancor più delle persone che lavorano nell’ambito dei beni culturali, dei rappresentanti delle istituzioni e della classe politica, della necessità di garantire, attraverso la protezione del nostro patrimonio storico, la nostra identità, il nostro passato e dunque il nostro futuro”.

Il legame intrinseco tra Capitale Italiana e il progetto per lo Scudo Blu ha già fatto nascere una prima sinergia: è già stato coinvolto, infatti, il Comitato di Pesaro della Croce Rossa Italiana, per proseguire il progetto nel 2024, quando la città marchigiana sarà Capitale Italiana della Cultura.

Il contributo dal bando Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023
Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 vede il coinvolgimento attivo di Fondazione Cariplo insieme a Fondazione della Comunità Bergamasca e Fondazione della Comunità Bre-sciana. Le tre Fondazioni, partner istituzionali dell’iniziativa, hanno individuato attraverso un bando dedicato e un Comitato di valutazione congiunto 92 progetti provenienti dalle comunità di Bergamo e Brescia, sostenuti con un contributo complessivo di 3,5 milioni di euro. Si tratta di un ricco palinsesto di iniziative in grado di favorire la partecipazione dei cittadini, con una particola-re attenzione alle fasce di popolazione con minori opportunità di fruizione culturale e agli abitanti delle aree del territorio più marginali e geograficamente più distanti dai due comuni capoluogo. Di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023 interessa, più di quello che accade, ciò che re-sta. Per questo le Fondazioni di comunità non sono “sponsor” di eventi o progetti, ma agiscono in alleanza con le istituzioni locali e del Terzo settore per promuovere – attraverso il metodo del-la co-progettazione – crescita culturale e sociale, benessere, sviluppo sostenibile e duraturo per le comunità, di cui sono un solido riferimento.

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