“Lo scorso anno, durante il lockdown, ci chiamò un farmacista avvisandoci che una signora si era presentata da loro chiedendo una mascherina di tipo 1522 e lui comprese subito il problema e le rispose che quel tipo di mascherine era in dotazione solo alla Croce Rossa Italiana”.
Il 1522 è il numero di pubblico servizio per i casi di violenza e stalking. Giorni dopo, quella stessa signora fu accolta dallo sportello antiviolenza “L’orecchio di Venere” della CRI di Asti e raccontò ai volontari delle violenze subite in casa, da parte del marito.
È solo uno dei tanti drammi che ci racconta Elisa Chechile, responsabile del centro e membro del gruppo di lavoro tecnico operativo della CRI per la lotta alla violenza. “Stiamo facendo tanto, ma sembra sempre una goccia in un mare che si allarga ogni giorno”, confessa Elisa.
Da inizio gennaio 2022 sono 96 le donne uccise, di cui 84 in ambito familiare affettivo. Di queste, 49 hanno trovato la morte per mano di congiunti, compagni, mariti, ex. “Al momento, nella nostra residenza segreta possiamo ospitare fino ad un massimo di otto persone. Proprio pochi giorni fa è tornata a casa sua una signora del Mali con i suoi figli. Sono stati con noi per 4 mesi”, spiega ancora Chechile.
La signora si era rivolta alla Croce Rossa in seguito alle ripetute violenze subite dal marito: “Ci ha raccontato il suo stato d’animo e le sue paure, ma non è stato facile convincerla a denunciare le violenze. Abbiamo fatto un lungo lavoro di presa di coscienza, autonomia e autostima, ma anche con le figlie per cercare di inserirle nel tessuto sociale cittadino”.
“Lavoriamo molto con tutti i servizi del territorio, dai medici di base alle forze dell’ordine, cercando di coinvolgere anche le realtà imprenditoriali locali”, conclude Chechile. “Ognuno deve fare la propria parte e cercare di essere una sentinella sul territorio”.
Non è casuale il termine che usa Elisa. “Le Sentinelle” è infatti il nome del progetto formativo che Croce Rossa Italiana ha realizzato insieme all’Azienda ospedaliero-universitaria (AOU) Sant’Andrea, per migliorare la preparazione dei volontari della Croce Rossa Italiana nella tutela e assistenza delle vittime di maltrattamenti e abusi. Competenze cliniche, tecniche, scientifiche, giuridiche di base, utili per assistere e supportare le vittime di violenze e abusi.
Un impegno per la protezione di quanti hanno subito violenza e per la tutela dei loro diritti che la CRI porta avanti da tempo, grazie al costante lavoro sul territorio che i suoi volontari svolgono ogni giorno. Oltre 100 quelli che operano specificamente nei 5 centri e 31 sportelli anti-violenza di tutta Italia, insieme a medici, infermieri, ostetriche, psicologi, avvocati, assistenti sociali e educatori.
Dall’inizio dell’anno sono decine le persone sono state accolte nelle strutture protette della CRI per salvaguardarne l’incolumità fisica e psichica e intraprendere dei percorsi residenziali personalizzati; quasi 600 le persone assistite telefonicamente e oltre 300 quelle con le quali sono stati organizzati colloqui individuali.
Le strutture della Croce Rossa Italiana sono inserite nella mappatura del 1522, Numero di Pubblica Utilità Antiviolenza e Stalking della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Pari Opportunità e negli appositi registri regionali. La CRI opera, quindi, in collaborazione con le autorità territoriali e l’accesso alla Casa Rifugio avveniene tramite segnalazione diretta, se proveniente dalla donna vittima di violenza, o indiretta, se trasmessa da servizi quali Pronto soccorso, 1522, servizi sociali e Forze dell’Ordine.
Segnalazione che può arrivare anche nel caso in cui la persona vittima di violenza di rivolgesse al 1520, il numero di pubblica utilità della Croce Rossa Italiana che è attivo h24, 7 giorni su 7.