Per questa intervista abbiamo aspettato nove mesi. Sembra un dettaglio, ma rivela molto. È vero, non abbiamo fatto troppe pressioni perché il periodo è stato pesante e ci rendevamo conto che “l’emergenza che ha sconvolto il pianeta” aveva comunque la precedenza. La chiama proprio così Sorella Emilia Bruna Scarcella, incolpevole protagonista del ritardo, dal 2019 Ispettrice Nazionale delle Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, più note come Crocerossine. Un reparto che in emergenza ci vive dal 1908, anno della fondazione, da allora sono corse ovunque ci fosse da portare aiuto e conforto: dai teatri di guerra alle crisi umanitarie, in Italia e all’estero. Sempre animate da Neutralità, Imparzialità, Volontarietà e dagli altri principi fondanti (sette in tutto) del Movimento Internazionale di Croce Rossa. Due guerre mondiali, il terremoto di Messina, Belice, Friuli, L’Aquila, Irpinia; l’alluvione del Polesine, quella di Firenze o il disastro del Vajont. Nomi pescati a caso da un elenco che sarebbe lunghissimo. Come le missioni all’estero: Corea, Libano, Haiti, Somalia, Kosovo, Afghanistan, Iraq o Libia sono solo alcune di quelle cui hanno preso parte. Scegliete un’emergenza e vedrete le loro divise bianche con la croce rossa sul petto.

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