Il piccolo è stato evacuato dalla CRI durante l’ultima missione e adesso si trova ospite della volontaria e medico pediatra Carolina Casini, membro del team che l’ha portato in Italia, vista l’impossibilità a trovare altre soluzioni abitative per i due. Papà Serhij è militare dell’esercito ucraino ed è felice, nonostante il distacco, per il fatto che la sua famiglia sia al sicuro in Europa e che il suo bambino abbia la possibilità di migliorare la propria la vita. Mamma Alona è commossa ed emozionata ed ora, insieme al suo piccolo, grazie alla CRI sta facendo anche un percorso di supporto psicologico, visto il dramma vissuto e al fatto che con la famiglia sia rimasta chiusa in una cantina per tre settimane prima di intraprendere il viaggio verso Leopoli.
“Questa storia è bellissima e rappresentativa, così come tante altre, della forza dell’Umanità, il primo – commenta il Presidente della CRI, Francesco Rocca – dei nostri Principi. Il dialogo e la collaborazione tra le Consorelle consentono di realizzare piccoli e grandi miracoli. Questa vicenda toccherà il cuore di molti e mi auguro faccia riflettere sulle tragiche conseguenze che le guerre hanno sui più vulnerabili”.