Rocca: “Mi piace pensare che l’anonimo eroe dell’Altare della Patria fu accarezzato dalle mani di qualche crocerossina o che ricevette il conforto di un nostro soccorritore”

Siamo la nostra storia, le radici, il presente e quello che faremo domani. Il 4 novembre 1918, data in cui termina la Prima Guerra Mondiale con l’entrata delle truppe italiane vittoriose a Trento e a Trieste dopo quasi tre anni e mezzo di sanguinosi combattimenti, si completa il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale. Oggi celebriamo in questa data la Festa delle Forze Armate e l’Unità nazionale.

Ma la Grande Guerra, per noi della Croce Rossa, significa anche la modernizzazione” dell’intervento umanitario. Il conflitto, infatti, rappresenta un banco di prova importantissimo e una rottura con le modalità operative messe in pratica fino a quel momento. In questa data che è per tutta l’Italia Festa Nazionale, ricordiamo perciò i sacrifici dei soldati ma anche degli appartenenti ai nostri Corpi caduti a difesa della Patria e il loro ruolo-chiave in questa rivoluzione dell’assistenza sanitaria: il Corpo Militare Volontario e il Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana, infatti, operarono al fianco della Sanità Militare nelle ambulanze chirurgiche lungo la linea del fronte, negli ospedali da campo, nei posti di soccorso e nei treni ospedale. La mobilitazione del Comitato Internazionale della Croce Rossa, così capillare, valse all’organizzazione il Premio Nobel per la Pace.

Quest’anno il 4 novembre si associa anche ad un Centenario importante, quello del Milite Ignoto: esattamente un secolo fa, infatti, l’Italia assistette allo storico viaggio della salma del soldato sconosciuto divenuto simbolo dei tanti caduti. Si volle onorare, con quel gesto simbolico, il sacrificio di 600mila italiani attraverso la tumulazione all’ Altare della Patria della salma di un anonimo combattente caduto con le armi in pugno a cui fu concessa la Medaglia d’Oro.

Mi piace pensare che l’anonimo eroe fu accarezzato dalle amorevoli mani di qualche crocerossina o che ricevette il conforto di un nostro soccorritore. Cosa assolutamente possibile. Gesti e azioni che hanno fatto la storia del nostro Paese e per cui siamo stati, siamo e saremo “Un’Italia che aiuta”. 

Francesco Rocca, Presidente della Croce Rossa Italiana 

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