'Troppo a rilento in paesi non occidentali, sì a liberalizzare brevetti. In Italia abbiamo lanciato appello per reclutare medici e infermieri'

I vaccini nel mondo

“Non ho una fotografia dettagliata, ma posso dire che sicuramente nei paesi non occidentali la marcia del vaccino è deludente. Troppo lenta”. Così all’Adnkronos Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana e della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC), cercando di fare un quadro sulla situazione generale della pandemia. “A livello globale nei paesi più poveri la campagna vaccinale si muove davvero molto lentamente, è decisamente preoccupante la situazione in quei paesi dove la situazione di volatilità, di instabilità di governo mette a serio rischio l’arrivo dei vaccini, in particolare nelle zone più remote, più difficili da raggiungere dove si trovano persone estremamente fragili e vulnerabili e che hanno necessità di tutto l’aiuto possibile”. 

“Le poche milioni di dosi messe a disposizione per i paesi africani, poi, non sono certo sufficienti a rispondere alle necessità e rendono anche inutile la corsa al vaccino che stiamo vedendo oggi – prosegue Rocca – considerato il rischio dato dalle varianti. Gli scienziati dicono che con questo ritmo l’immunità globale forse l’avremo nel 2023, ma i rischi rimangono alti per i paesi più fragili che non sono e non riescono ad essere al passo con la campagna”.

“Paesi che non hanno strumenti per difendersi e proteggersi dall’intensità dei contagi del virus. Condivido appieno l’appello lanciato dal Premio Nobel per la pace Mohammad Yunus per la liberalizzazione dei brevetti dei vaccini: il vaccino è un bene che appartiene all’umanità tutta e non può essere nella disponibilità dei paesi più ricchi”. 

“Come Croce rossa o Mezzaluna rossa siamo presenti in 192 paesi e diamo supporto e aiuto alle autorità sanitarie locali – spiega Rocca – organizziamo dei training per gli operatori sanitari del luogo e mettiamo a disposizione tutte le risorse che abbiamo per aiutare le croci rosse locali, certo con grandi difficoltà. Uno degli aspetti più importanti nei paesi più fragili, come l’Africa, ad esempio, è la diffusione delle buone prassi, è l’informazione su quali strumenti usare per la lotta al Covid, per difendersi e proteggersi, ed è quello che cerchiamo di fare: informare, far comprendere la contagiosità e la letalità di questo virus e far capire quali strumenti è necessario usare per proteggersi”. 

“E proprio per la mancanza d’informazione o per la diffusione di informazioni errate da parte di coloro che ricoprono posti di responsabilità, in Brasile si stanno registrando numeri davvero preoccupanti, si parla di 3.800 morti in un giorno e non ci sono più posti nelle terapie intensive degli ospedali e i malati e i contagi continuano a crescere”.

I vaccini in Italia

“Credo nella validità del vaccino, ho fiducia nelle autorità regolatorie. Il vaccino protegge le persone e credo che chi ha scelto di lavorare in ambito sanitario abbia scelto di proteggere e salvare vite. Le persone fragili vanno tutelate e il personale sanitario ha contatti con queste persone fragili che vanno protette”. Continua Francesco Rocca in merito all’obbligatorietà del vaccino al personale sanitario. 

“Stiamo raggiungendo il massimo sforzo possibile e per questo abbiamo lanciato un appello per reclutare medici e infermieri per potenziare la campagna vaccinale. E credo che ora sia necessario ampliare la platea reclutando anche altre professioni come farmacisti o fisioterapisti o studenti in medicina o altri che con corsi adeguati  – e sempre sotto la guida e supervisione di un medico – possano somministrare vaccini”.

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