Un anno fa il terremoto in Albania. L’impegno della CRI dalla scossa alla pandemia

 

“Anche se è passato un anno, la memoria è ancora vivida. Ci siamo svegliati sotto shock, terrorizzati da ciò che stava accadendo. Ci siamo abbracciati con i nostri cari, chiedendoci quando tutto sarebbe finito. Quando siamo usciti, c’era una situazione caotica, persone in fuga dai palazzi in rovina, senza sapere dove andare o alla ricerca di un rifugio sicuro dove passare il resto della notte”. Il Segretario del Comitato territoriale di Durazzo della Croce Rossa Albanese, Bruna Lamçe, scese in campo insieme a tantissimi volontari e soccorritori, subito dopo la prima scossa di terremoto di 6.4 gradi della scala Richter che alle 3.54 del 26 novembre 2019 colpì gran parte dell’Albania Settentrionale. Migliaia di persone avevano bisogno di soccorso, in particolare a Durazzo, Alessio e Tirana. Alla fine si contarono 51 morti, 913 feriti, decine di migliaia di persone rimaste senza casa.

Una grande catena di solidarietà internazionale si attivò velocemente per supportare il popolo albanese. Dopo poche ore, una squadra di volontari e operatori della Croce Rossa Italiana era sul posto, affiancando il lavoro della consorella, della Federazione Internazionale e delle squadre di Protezione Civile Italiana. Alla prima squadra CRI se ne aggiunsero altre nei giorni successivi. Serviva tutto: dall’allestimento di tendopoli, alla distribuzione di beni di prima necessità fino ai potabilizzatori dell’acqua. Un lavoro fondamentale, sostenuto anche da una raccolta fondi lanciata ad hoc dalla CRI, per la popolazione colpita e al fianco dei volontari albanesi. “All’inizio pensavamo che dati i numerosi danni provocati dal terremoto, sarebbe stato difficile contare su un ampio numero di volontari, ma appena abbiamo incominciato a fare le prime chiamate più di 50 persone del nostro comitato hanno risposto all’appello, dimenticando i loro problemi e le loro paure”, continua Lamçe. Un’attività che non si è mai fermata: “Nonostante gli sforzi di questi mesi, guardando i visi delle persone assistite, i loro sguardi di gratitudine e ricevendo i loro ringraziamenti e benedizioni, troviamo rinnovato vigore e capiamo che tutto ciò vale la pena”, conclude il segretario.

Nel corso di quest’anno, la comunità internazionale ha continuato a mobilitarsi in favore dell’Albania, assistendo le autorità locali e trovando comunità d’intenti nell’assistenza ai programmi di ricostruzione e di rilancio dello sviluppo nelle aree terremotate. Lo scorso febbraio, gli Stati membri dell’Unione Europea e le organizzazioni internazionali si sono riuniti in una Conferenza Internazionale dei Donatori “Together for Albania” a Bruxelles promettendo nuove risorse finanziarie, materiali e tecniche a disposizione del Governo e del popolo albanese . Il  coordinamento internazionale è cruciale per supportare l’Albania, soprattutto a causa della pandemia, che ha aggravato ancora di più le condizioni socio-economiche dei soggetti più vulnerabili e reso più difficile le stesse operazioni umanitarie nel campo. Anche i volontari della Croce Rossa Albanese hanno subito l’effetto della duplice emergenza: “Siamo stati i primi a essere stati colpiti ma dobbiamo essere forti, per difendere la vita e la dignità dei più vulnerabili – sottolinea il Segretario della Croce Rossa a Durazzo. – dimenticarci dei nostri bisogni per essere lì per i nostri amici, vicini e cittadini”.  Al loro fianco rimane la Croce Rossa Italiana che sta avviando un programma di supporto psico-sociale rivolto ai volontari presenti sul campo sin dal tragico 26 novembre 2019, per migliorare la loro capacità di gestione allo stress e tutelare il loro benessere mentale. 

Categorie: News

Copy link
Powered by Social Snap