Corinaldo, un anno dopo la tragedia in discoteca

I volontari Croce Rossa “Quella notte ci ha segnato. Ora nelle scuole per la prevenzione”

 
 

“La prima reazione è stata di
sgomento. Ero impietrito, non riuscivo a muovermi. Poi, ho guardato l’uniforme
che avevo messo solo pochi minuti prima e ho iniziato a fare l’unica cosa che
si può fare quando la indossi: aiutare”. Marco Mazzanti, Presidente del
Comitato Croce Rossa di Senigallia è stato tra i primi ad
arrivare sul posto a Corinaldo la sera dell’8 dicembre 2018.
“C’era confusione, paura, tristezza”, ricorda. Prima del concerto di un noto
rapper, sotto il palco del locale è stato spruzzato dello spray urticante tra
la folla, scatenando il panico. Nella corsa alle uscite di emergenza la calca
di giovanissimi
fan e genitori si è trasformata in un macigno sotto cui
hanno perso la vita 5 ragazzi tra i 14 e i 16 anni e una mamma 39enne, a cui si
sono aggiunti oltre 50 feriti. “Non mi aspettavo quella situazione. Con il
passare dei minuti i contorni di quello che era avvenuto si facevano più
nitidi. È stato straziante”, continua Mazzanti. “Accanto a me c’era una ragazza
a terra che gridava aiuto. Era ferita e le ho prestato i primi soccorsi, in
attesa che arrivassero le ambulanze per portare i primi ragazzi all’ospedale.
In breve tempo tutta la macchina di risposta alle emergenze si è messa in
moto”. La Croce Rossa è intervenuta con oltre 30 volontari, otto
ambulanze, due pulmini per il trasporto delle persone e un mezzo. In costante
collaborazione con la Sala Operativa Regionale, i Vigili del Fuoco e tutti gli
attori impegnati nelle operazioni. “Abbiamo prestato soccorso ai feriti e
trasferito diverse persone in ospedale ma un ruolo fondamentale lo hanno avuto
i volontari della squadra di supporto psicosociale”.

 
 

 

 
 

Tra loro c’era anche Mirko Silvestrini,
psicologo CRI del Comitato di Senigallia. “Il telefono ha squillato nel cuore
della notte. Dormivo ma in pochi minuti ero fuori casa”, racconta. “Ho
incontrato gli altri 3 colleghi della squadra SeP (Servizio
Psicosociale) e siamo andati al locale. Eravamo concentrati e tesi: sapevamo
che avremmo dovuto accompagnare parenti e genitori per riconoscere le
salme delle vittime. In quei momenti qualcuno che ti sostenga anche solo con la
presenza fisica è fondamentale. Riconoscere un proprio caro sotto un telo
bianco è un dolore che non può essere sopportato da soli. Ho anche
accompagnato una coppia di genitori a dire alla sorellina piccola che la
sorella maggiore non c’era più. Una delle cose più difficili che abbia mai
fatto. Nei mesi successivi anche noi abbiamo dovuto affrontare un percorso
psicologico per superare quei momenti”.

 

 

La notte di Corinaldo ha segnato
l’intera comunità, stretta attorno al dolore di quei momenti. “Da una
tragedia è nato qualcosa di buono
– aggiunge il Presidente CRI Senigallia.
Qualche mese fa, abbiamo attivato il classico corso di reclutamento per
volontari e al primo incontro abbiamo notato tanti volti giovanissimi.
‘Qualcuno di voi era in discoteca quella sera?’, abbiamo chiesto. La risposta è
stata sorprendente: ‘Tutti’. Credo che dal nostro lavoro sia passato un
messaggio positivo che ha avvicinato tanti giovani al mondo del volontariato”.
Non solo, da gennaio la Croce Rossa sarà protagonista del progetto ISafe –
CRI per le emergenze
nelle scuole superiori del territorio. “Sarà
incentrato sulla gestione delle emergenze e sulla prevenzione” spiega
Silvestrini, tra i firmatari del progetto. “Ci concentreremo su aspetti pratici
e psicologici, tenendo alta l’attenzione sui reali rischi del territorio. In
più verrà aperto uno sportello di ascolto in città, aperto a tutta la
cittadinanza, per la prevenzione e la gestione delle emergenze, anche
quotidiane”.

 
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