Attacco alla Croce Rossa Messicana, Valastro: “Involuzione molto seria della civiltà del diritto”

 
Attacco alla Croce Rossa Messicana, Valastro: “Involuzione molto seria della civiltà del diritto”
 

Non è avvenuto cento anni fa, ma ieri. Venti persone armate aprono il fuoco contro polizia e volontari della Cruz Roja Messicana, durante un’attività di aiuto alla popolazione in un campo sportivo di San Juan Tenería, nel comune di Taxco. Il bilancio è di un volontario e tre agenti uccisi. Ferite altre sei persone. Il tutto, in un breve lasso di tempo: un inspiegabile attacco contro una pacifica consegna di aiuti. Gli assalitori sono arrivati in cinque furgoni e hanno iniziato a sparare con armi ad alta potenza, per ragioni sconosciute.

Prosegue, senza sosta, la mattanza di operatori umanitari in tutto il mondo, un’insensata esplosione di violenza contro chi porta soccorso e/o aiuto. E questo avviene tanto in zone di guerra quanto in quelle di pace, indiscriminatamente. Il magazine di geopolitica, European Affairs, ha raggiunto telefonicamente il Vicepresidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, per ragionare sulla drammatica deriva.

Vice Presidente Valastro, cosa è successo in Messico? Perché la zona di Taxaco è cosi pericolosa?

Nn Messico, nella zona del Taxco, c’è stato un attacco violento alla popolazione, agli operatori umanitari e, in particolar modo, ai volontari della Croce Rossa messicana che stavano distribuendo viveri e aiuti. Si tratta di una zona dove ci sono frequenti lotte fra guerriglie e bande e, quindi, la Croce Rossa interviene per aiutare tutte le categorie vulnerabili che soffrono, anche e soprattutto a causa di questo”.

 
Rosario Valastro

A livello internazionale questo è l’ennesimo caso di violenza nei confronti degli operatori umanitari. Perché non viene più riconosciuta l’inviolabilità della Croce Rossa?

C’è da chiedersi come mai abbiamo fatto dei passi indietro, come umanità, di oltre cent’anni. Si tratta di un allarme che il Movimento Internazionale di Croce Rossa ha già lanciato da un po’: si rischia un’involuzione molto seria di quella che è la civiltà del diritto e, comunque, in particolar modo la tutela dell’uomo nella sua vita e nella salute. Non possiamo accettare che tutto sia concesso e che non ci si possa più aggrappare a punti fermi da rispettare”.

Cosa dovrebbe fare la Comunità Internazionale per ripristinare quel rispetto della vita umana in generale e degli operatori umanitari in particolare?

“Qui non è messa in dubbio solo l’inviolabilità della Croce Rossa e del suo Emblema che è, da oltre 150 anni, simbolo principe di neutralità degli operatori sanitari e degli operatori umanitari in senso lato. Sono infatti attaccate anche le ONG e altri attori del contesto umanitario. Sembra quasi che aiutare le persone sia diventata una scelta politica, di campo e, quindi, che sia divenuto lecito attaccare le organizzazioni che aiutano. Occorre una grossa presa di posizione degli Stati e dei Governi, non soltanto con dichiarazioni di intento ma concreta, vista la situazione di chiarissima emergenza. Avere tollerato attacchi verso operatori umanitari nelle zone di guerra e aver messo in dubbio il Diritto Internazionale Umanitario ha portato ad una indiscriminata volontà di attaccare in qualunque posto, anche in zone di pace”.

 
 
Per leggere l’intervista completa collegati al sito di European Affairs.

Categorie: News

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