I Giovani di CRI incontrano l’inviato speciale del segretario generale dell’ONU. Bellocchi: “Educazione, innovazione e partecipazione parole-chiave per Agenda
“È l’epoca più fortunata della storia per essere un giovane, ma per sfruttare appieno tutte le opportunità bisogna vivere in una società in grado di garantire l’accesso universale ai diritti e alle opportunità e nessuno quanto i giovani possono farsi protagonisti del cambiamento”. Ne è convinta Jayathma Wickramanayake, inviato speciale per i giovani del segretario generale Onu, oggi a Roma per la tavola rotonda ‘I Giovani e l’Agenda 2030’, organizzata dalla Sioi, la Società italiana per l’organizzazione internazionale. “Quando ho chiesto ai presenti cosa fosse e cosa facesse la Croce Rossa – ha detto Gabriele Bellocchi, Vicepresidente nazionale e Rappresentante della Gioventù della Croce Rossa Italiana, nel corso dell’incontro – le risposte che mi sono arrivate erano corrette ma parziali, si riferivano cioè a un singolo campo d’azione della CRI: assistenza medica, aiuti umanitari, solidarietà ecc”.“Qualche mese fa abbiamo avuto l’Assemblea Generale della Gioventù – ha continuato Bellocchi – e in quel contesto abbiamo parlato proprio di questo. Ne sono emerse tre parole-chiave: la prima è EDUCAZIONE, e non stiamo parlando soltanto di quella alla salute, ma anche di educazione ai cambiamenti climatici, fino alla diffusione dei principi umanitari, oggi così violati. Bisogna pensare, ad esempio, che il 70% dei migranti che arrivano da noi non lo fanno per le guerre, ma per i devastanti cambiamenti climatici che vivono nei loro paesi di origine. Non possiamo fare finta di niente, diventa un nostro obbligo agire. L’altra parola è INNOVAZIONE, questo credo sia lo scopo principale non solo della Gioventù di Croce Rossa, ma di qualunque altra Associazione. Il valore aggiunto dei giovani è quello di cambiare gli schemi, portare idee nuove. Infine, la terza parola è PARTECIPAZIONE, ed è proprio quello che stiamo facendo ora, con il confronto di tutte queste realtà. Perché sono certo che tutti noi condividiamo gli stessi obiettivi, ma se li portiamo avanti da soli non ci sono risultati effettivi. Dobbiamo farlo tutti insieme e questo è un altro valore aggiunto della Gioventù: collaborare per cambiarci dentro e poi essere in grado di cambiare le comunità in cui viviamo”. “Noi leader dei Giovani – ha concluso il Vicepresidente CRI – dobbiamo spingere le Istituzioni a valorizzarci maggiormente. Abbiamo questa responsabilità. Vengo da un piccolo paesino della Sicilia e quello che mi ha portato qui, in veste di Rappresentante della Gioventù e Vicepresidente della Croce Rossa Italiana, è la capacità di sognare. Credo sia lo strumento più importante che i giovani hanno: proporre idee apparentemente folli, in grado di rompere gli schemi”.