Giornata mondiale della libertà di stampa. Rocca: cronisti ormai target nei conflitti, così come i nostri operatori umanitari
- Reporters sans frontières
Negli ultimi 15 anni i giornalisti uccisi nell’esercizio del loro mestiere sono stati 1035, specialmente nei teatri di guerra. “Esattamente come i tanti operatori umanitari del Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa – spiega Francesco Rocca sul Sito Ufficiale – che diventano un “target” delle parti in conflitto, ormai troppo spesso. Martiri moderni della Verità e dell’Umanità. Ecco perché è importante, oggi più che mai, celebrare la “Giornata mondiale della libertà di stampa”.
La celebrazione è stata voluta dall’ONU per ricordare ai governi il dovere di far rispettare l’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e festeggiare l’anniversario della dichiarazione di Windhoek, sui principi della stampa libera, emessi dai giornalisti africani nel 1991. “Ma questo articolo 19 – continua Rocca – sembra sempre più ignorato. Solo di pochi giorni fa, infatti, è la notizia di nuovi attacchi a Kabul, in Afghanistan, dove ventinove persone hanno perso la vita: tra questi nove giornalisti, accorsi sul posto per raccontare l’ennesima strage. A colpire sarebbe stato un uomo che si è spacciato per uno di loro”.
Negli ultimi 15 anni i giornalisti uccisi nell’esercizio del loro mestiere sono stati 1035. Sono 65 quelli uccisi nel mondo nel 2017, di cui 55 uomini e 10 donne. Lo rivela l’ultimo rapporto di Reporters sans frontières (RSF). Sempre RSF, organismo che ha sede a Parigi, parla poi di 326 giornalisti detenuti nel mondo, 54 in ostaggio e 2 scomparsi. Gli altri quattro grandi ‘Paesi-prigione’ dei giornalisti sono Turchia (43), Siria (24), Iran (23), Vietnam (19). La Siria, definita nell’analisi “fabbrica di ostaggi stranieri”, è al primo posto con 29 ostaggi, di cui sette giornalisti stranieri. Seguono Yemen (12), Iraq (11) e Ucraina (2).
“La Federazione Internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFCR), che ho l’onore di presiedere – conclude Francesco Rocca – non a caso ha lanciato la campagna #NotATarget, volta ad aumentare la consapevolezza dei pericoli concreti che gli operatori umanitari affrontano per aiutare le persone in difficoltà. Le analogie con i cronisti sono tante, ecco perché, oggi più che mai, è importante ricordare questa Giornata, drammaticamente tinta di sangue”.