Iran: stop pena di morte per detenuti per reati di droga, Barra (Villa Maraini): “Vittoria della diplomazia umanitaria”
Sono oltre 5.000 i detenuti per reati legati alla droga salvati dalla pena di morte in Iran. È questa la decisione del capo della magistratura iraniana Ayatollah Sadeq Amoli Larijani, presa in seguito alla legge votata dal parlamento nell’Agosto del 2017. Una svolta nella strategia di Teheran per la lotta al traffico e al consumo di stupefacenti, dovuta alla diffusione nel paese mediorientale di una politica umanitaria nei confronti dei tossicodipendenti.
La Mezzaluna Rossa Iraniana è molto presente nel paese, tanto che il Governo nazionale ha designato l’Ayatollah Abdul Hussein Mo’ezzi come rappresentante permanente. Ecco perché ritengo che la strategia di diplomazia umanitaria intrapresa con questa Società Nazionale possa aver influito nella recente decisione del Governo di non eseguire condanne a morte per problemi di droga.
Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini, l’agenzia per le tossicodipendenze della Croce Rossa Italiana, e Presidente della Partnership on Substance Abuse.
Nel 2007, quando in Iran si registravano solo nella capitale oltre 1 milione di tossicodipendenti, la Mezzaluna Rossa Iraniana chiese supporto all’allora Presidente della Croce Rossa Italiana M. Barra, che inviò una psicoterapeuta di Villa Maraini, Annamaria Ruggerini, per un training sulla politica umanitaria di riduzione del danno. Dopo un mese di formazione rivolto a medici, operatori sociali e volontari della Mezzaluna Rossa, fu istituita in Iran la prima Unità di Strada per assistere i tossicodipendenti nei luoghi della capitale maggiormente interessati dal fenomeno.Un nuovo progetto di formazione promosso dallo stesso Massimo Barra, avviato nel 2015, ha coinvolto alcuni giovani volontari della Mezzaluna Rossa Iraniana, giunti in Italia per partecipare a esperienze operative e formative sul campo. Tornati in Iran, si sono fatti promotori di programmi di sensibilizzazione e interventi di riduzione del danno in tutto il paese, coinvolgendo anche le autorità pubbliche. Nel febbraio 2016, a conclusione del progetto promosso da Villa Maraini, si tenne a Teheran una Conferenza internazionale su “Giovani e tossicodipendenze” che vide l’intervento dell’Ayatollah Mo’ezzi, il quale accolse con convinzione l’importante sfida umanitaria lanciata da Massimo Barra: restituire dignità e garantire cure ai tossicodipendenti sempre più marginalizzati e criminalizzati dalla società.