Giornata Mondiale del Ricordo delle vittime della strada

Anche ai prossimi Stati Generali della Salute si parlerà di questo fenomeno, analizzando la correlazione tra apnee notturne e incidenti stradali

 Giornata Mondiale del Ricordo delle vittime della strada  

Il 19 novembre è la Giornata Mondiale del Ricordo delle vittime della strada, istituita per rendere omaggio alle persone rimaste uccise o ferite sulle strade, alle loro famiglie e alle loro comunità. È l’occasione, inoltre, per ricordare l’impegno quotidiano delle squadre di emergenza, delle forze dell’ordine e degli operatori sanitari.Sono innumerevoli le iniziative che i comitati territoriali della Croce Rossa Italiana promuovono in tutto il Paese, con particolare attenzione alla prevenzione degli incidenti, all’educazione stradale, alla sensibilizzazione dei giovani nei confronti di corretti stili di guida. Un lavoro che i volontari portano avanti non solo nelle piazze, ma anche nelle scuole, nei locali pubblici e nei tanti centri di aggregazione sul territorio.Di questo drammatico fenomeno si parlerà, inoltre, nei prossimi Stati Generali della Salute, l’evento della Croce Rossa Italiana sulla “formazione del futuro” del settore sanitario, al via dal 24 al 26 novembre a Napoli, presso il Centro Congressi Stazione Marittima – Molo Angioino.Sarà affrontato, per l’occasione, un aspetto poco noto: la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno come causa sconosciuta di incidenti stradali. Facciamo chiarezza su questa patologia con il prof. Alberto Braghiroli, del Centro di Medicina del Sonno a indirizzo Respiratorio – Divisione di Pneumologia Riabilitativa – Istituti Clinici Scientifici Maugeri SPA SB – IRCCS Veruno (NO).

 

Di cosa si tratta, professore, e che correlazione c'è con gli incidenti stradali?

“Nel sonno il nostro corpo si rilassa, i muscoli perdono tono e, nelle persone predisposte, le pareti della gola cominciano a vibrare provocando il caratteristico (e noiosissimo) rumore del russamento. Almeno il 10% della popolazione (quindi oltre 6 milioni di italiani) ha oscillazioni così intense delle pareti della gola (tecnicamente la zona viene definita faringe) che il passaggio dell’aria è seriamente compromesso. Le apnee sono proprio l’interruzione totale del passaggio di aria. Almeno 1 persona su 6 con questo problema ha una sonnolenza diurna importante. Questo mette a rischio di sonnolenza alla guida, specie se le condizioni sono monotone come la guida in autostrada, e aumenta la probabilità di avere incidenti. Per le altre 5 persone su 6 che non avvertono la sonnolenza, c’è comunque un rallentamento dei riflessi che porta a frenare con maggiore latenza in caso di pericolo: in media, 0.6 secondi in più. Sembrano pochi, ma a 50km/h si fanno quasi 8 metri e a 130km/h oltre 22 metri: in città e sulle strade extraurbane, perciò, è facile trovarsi in pericolo o avere incidenti nonostante si rispettino distanze di sicurezza convenzionali. Confrontando statistiche raccolte in tutto il mondo si calcola che chi ha le apnee ha un rischio di circa 2.7 volte maggiore di avere incidenti al volante. Chi si cura in modo efficace ha un azzeramento del rischio di incidente che diventa sovrapponibile a quello delle persone sane”.

 

Perché si parla poco di questa correlazione pericolosa?

“Il problema di questo disturbo è che avviene solo quando dormiamo, quindi quando siamo totalmente inconsapevoli di ciò che ci accade. Solo da poco tempo abbiamo a disposizione strumenti che ci permettono di studiare la respirazione durante il sonno e che non danno fastidio al paziente. Le nuove norme sulla patente – che hanno aggiunto questa malattia tra quelle da valutare per l’idoneità alla guida – hanno aumentato notevolmente l’attenzione dell’opinione pubblica, anche se non sempre l’informazione è stata veicolata in modo completo”.

 

Quali norme di prevenzione consiglia di adottare?

“Per le apnee è importante riconoscere la patologia il prima possibile. Il Ministero ha elaborato un percorso che individua in prima fase le “sentinelle”, cioè coloro che dovrebbero supporre la presenza della patologia. In primo luogo, il medico di famiglia, che può riconoscere nella difficoltà di curare altre malattie la presenza delle apnee. Tuttavia, il partner di letto è spesso la migliore sentinella, in grado di fare caso a un russamento intermittente, cioè interrotto da pause con brusche e spesso rumorose riprese del respiro. Per quel che concerne la sonnolenza alla guida, invece, la prevenzione migliore è la consapevolezza: i professionisti della strada come gli autotrasportatori non cadono nel tranello del colpo di sonno perché sanno riconoscere i segni della stanchezza. Invece, l’automobilista che la percepisce solo sporadicamente, magari in un viaggio lungo o notturno, sovrastima la propria capacità di stare sveglio e non ascolta i segni del proprio corpo (bruciore agli occhi, disattenzione, sensazione di stanchezza, palpebre che tendono a chiudersi, ecc.) che sono individuati dai sistemi tecnologici più moderni e danno un segnale di allerta. Basta fermarsi in condizioni di sicurezza, puntare la sveglia del cellulare e dormire una ventina di minuti per vincere la propensione al sonno anche per due ore. Per chi è sensibile al caffè, una sosta e l’aiuto della caffeina riducono di molto il rischio di addormentarsi alla guida”.

Categorie: News

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