World Disaster Report 2010: Allarme della Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa su livelli inacettabili di rischio urbano

Foto FICR

La Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (FICR) ha presentato il 21 settembre l’annuale “World Disasters Report”, dal quale emerge che 2.57 miliardi di cittadini appartenenti a nazioni a reddito medio-basso si trovano in condizioni di vulnerabilità a causa di livelli inaccettabili di rischio alimentati da rapida urbanizzazione, autorità locali mediocri, aumento demografico, carenza di servizi sanitari e, in molti casi, aumento della violenza urbana. Buona parte di questa popolazione urbana è particolarmente esposta alle conseguenze del cambio climatico. Un risultato fondamentale del rapporto è che tra un terzo e la metà della popolazione della maggior parte delle città dei Paesi a reddito medio-basso vive in tuguri dove le autorità locali si rifiutano di estendere infrastrutture e servizi essenziali, tanto importanti per ridurre il rischio di disastro. Le misurazioni esistenti sul grado di rischio e di vulnerabilità vengono accusate di sottovalutare l’impatto delle perdite da disastro degli abitanti dei quartieri poveri, a favore di misurazioni dell’impatto dei disastri sulle grandi economie e le infrastrutture maggiori, dove la perdita di vite umane può essere minima, ma il danno economico è considerevole. Il report esorta i governi e le ONG a colmare il divario del rischio urbano esistente tra le città dotate di buon governo e con risorse rispetto a quelle che lottano contro la carenza di risorse, di conoscenza e di volontà di garantire un ambiente urbano ben funzionante. “Per la prima volta nella storia – ha detto Bekele Geleta, Segretario Generale della FICR – ci sono più persone che vivono nelle città che in campagna, ma il mondo non si è adeguato a questo cambiamento. Ecco perché tante persone, come mai in passato, vivono in quartieri poveri o in insediamenti informali, e questo porterà ad avere più persone colpite da disastri urbani come il terribile terremoto che ha colpito Haiti all’inizio di quest’anno. Il report afferma che la causa di fondo per la quale così tante persone risentono di disastri urbani è che miliardi di persone vivono in case di scarsa qualità, in località pericolose senza infrastrutture anti-rischio e prive di servizi. Ogni anno oltre 50.000 persone rischiano la vita a causa di terremoti e 100 milioni possono essere colpite da alluvioni, e quelle più a rischio sono perlopiù gli abitanti di città vulnerabili. “C’è un fortissimo deficit di infrastrutture e servizi anti-rischio per gran parte della popolazione di America Latina, Africa e Asia. Dobbiamo colmare questo divario di rischio urbano o lo stesso sarà ulteriormente esposto in modo crudele al cambio climatico negli anni a venire”, ha sottolineato Geleta. Uno dei temi ricorrenti del Rapporto è che il buon governo urbano è essenziale per assicurare l’empowerment della gente affinché questa si impegni nello sviluppo del proprio ambiente e non venga marginalizzata o esposta a disastri, cambio climatico, violenza e problemi di salute. David Satterthwaite, curatore principale del World Disasters Report e membro Senior dell’Istituto Internazionale per l’Ambiente e lo Sviluppo (IIED), ha detto: “Le persone che vivono in città ben governate sono tra quelle che beneficiano della miglior qualità della vita del mondo e delle più elevate aspettative di vita. Generalmente più una nazione è urbanizzata, più forte è l’economia, più alta la media dell’aspettativa di vita e il tasso di alfabetizzazione e più forte è la democrazia, soprattutto a livello locale”. “La crisi della povertà urbana, la crescita rapida di insediamenti informali e l’aumento del numero di disastri urbani nasce dall’incapacità dei governi di adattare le proprie istituzioni all’urbanizzazione. Ciò è anche dovuto in parte all’incapacità delle agenzie di sostegno di aiutarli a fare questo – molte agenzie hanno politiche urbane inadeguate o non ne hanno affatto e sono state a lungo riluttanti a supportare lo sviluppo urbano a un livello sufficiente”.

  

Il report afferma che lo sfratto forzato è una costante minaccia per le comunità urbane povere. Sfratti su larga scala da parte delle autorità pubbliche evacuano milioni di persone ogni anno, a volte per progetti di re-sviluppo o di abbellimento, o semplicemente per individuare e rimuovere ciò che esse considerano gruppi indesiderati. Il World Desasters Report evidenzia che i controlli di zonizzazione e pianificazione spesso escludono gran parte della popolazione urbana dai mercati dei terreni legali e sostiene che gli standard degli edifici dovrebbero essere applicati in modo appropriato al contesto locale, compresi l’accessibilità e la resistenza a climi estremi. La posizione delle città determinerà il tipo di rischio climatico al quale sono esposte. Oltre la metà delle 37 città dell’Africa con più di 1 milione di residenti si trova in zone costiere depresse. Un aumento del livello del mare di appena 50 centimetri costringerebbe più di 2 milioni di persone ad Alessandria, in Egitto, ad abbandonare le proprie case. Sulla costa orientale vulnerabile dell’Africa, sono stati calcolati costi potenziali per il 10 per cento del PIL per aiutare le comunità a rischio ad adattarsi alle conseguenze del cambio climatico e alla crescita dell’incidenza dei disastri derivanti dal clima. Il “World Disaster Report 2010” completo   

  

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