Varallo (Vc), concluso il laboratorio di cucito organizzato dalla Croce Rossa di Borgosesia

I partecipanti al Corso organizzato dalla CRI di Borgosesia

A Varallo nella sede  della Croce Rossa, intitolata a Elena Nathan Loro Piana,  giovedì 24 luglio si è concluso, con la dodicesima lezione, il secondo corso di taglio e cucito organizzato nell’anno 2014, al quale erano state ammesse dodici donne che desideravano perfezionarsi nel taglio e nel cucito per eseguire piccole riparazioni o adattamenti di capi di abbigliamento, e per imparare a realizzare capi da indossare, o piccoli accessori come borse e foulard. Gradita ospite dell’incontro è stata Marzia Pizzariello, responsabile dell’Ufficio Comunicazione della CRI, che quest’anno a Solferino con Clotilde Goria, delegata nazionale Area Sociale, aveva incontrato Piera Goio Verri, responsabile della Comunicazione del Comitato locale di Borgosesia, dalla quale due anni fa era nata l’idea del progetto di un Laboratorio di cucito, elaborato dall’allora  Sezione Comitato Femminile della Croce Rossa di Borgosesia, finanziato dalla Croce Rossa Nazionale per il 65% dei costi e considerato un’idea pilota da estendere ad altre località italiane.Alla giornata conclusiva del corso erano presenti il Presidente del Comitato Locale della Croce Rossa di Borgosesia, Pier Franco Zaffalon, Rosanna Salvoldi, responsabile dell’Area 2 Socio Assistenziale, Piera Goio Verri, Responsabile della Comunicazione,  Bruna Rover, insegnante e direttrice del corso, sarta e stilista, e le sue collaboratrici: le volontarie CRI Rosalba Papandrea Martelli, esperta di cucito, e Nilmini Gorakawatte.Le signore che hanno partecipato al corso quel giorno indossavano abiti da loro stesse realizzati. Tra le tante creazioni particolari le “tavole dinamiche” realizzate durante il corso precedente, utilizzando stoffe di vario colore e tipologia, sulle quali erano state attaccate cerniere, bottoni, lacci, che gli anziani affetti da demenza utilizzano trovando un’occupazione, diminuendo il ricorso al supporto farmacologico.“La creatività, che si coniuga in maniera eccellente con un’ottima manualità, potrebbe essere un’occasione per lavorare in collaborazione con grandi marchi della moda italiana, realizzando piccoli accessori esclusivi: in questi tre anni sono state formate circa sessanta persone che potrebbero dar vita ad un piccolo e selettivo circuito produttivo. Questi laboratori sono un’esperienza formativa importante di inclusione sociale, aggregazione e socializzazione, che consentono alle donne di acquisire competenze e ridistribuirle in maniera mirata: lavorando fianco a fianco si impara a conoscersi, e ci si arricchisce vicendevolmente”, ha detto Marzia Pizzariello.

  

  

              

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