Una tra un milione: i bambini pagano un prezzo pesante per la crisi in Siria

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@Mikko Vähäniitty, Finnish Red Cross

Di Benoit Matsha-Carpentier, FICR – Quando la porta dell’appartamento si apre, la piccola Rita corre a salutare con un caloroso benvenuto, un ampio sorriso le illumina il viso. Rita è siriana e originaria di Homs, dove viveva con i suoi genitori ed i suoi cinque fratelli e sorelle. È stata costretta a fuggire dalla sua casa con la sua famiglia dopo la morte del padre pochi mesi fa.Il viaggio che hanno affrontato sarebbe stato difficile per il più forte degli adulti, figuriamoci per i bambini. Si sono mossi da Homs verso Damasco, poi a Dar’a per attraversare il confine e quindi sono finiti nel Campo di Zaatari, in Giordania, per più di una settimana. Non c’era cibo lungo la strada né un posto dove dormire, a parte un mercato vuoto a metà del viaggio. Rita non si lamentava, nonostante le difficoltà.”Il viaggio è stato molto lungo e difficile, soprattutto per le mie due bambine”, spiega la madre di Rita. Le due ragazze sono i membri più vulnerabili della famiglia. Rita e la sorella minore soffrono di problemi di salute mentale e di epilessia, il che significa che hanno bisogno di cure costanti. “Dovrebbero essere in cura”, aggiunge la madre, “ma non possiamo permettercelo qui, è troppo costoso”.Tre giorni fa Rita ha avuto una crisi ed è stata portata in un ospedale pubblico ma, ancora una volta, a causa della loro mancanza di risorse, nessuno si è preso cura di loro.Rita è una tra un milione. Un milione di bambini soffrono proprio come lei a causa della crisi nel suo paese e i numeri sono in aumento ogni giorno.  I più vulnerabili, come i bambini, stanno pagando un prezzo molto pesante per un conflitto che non possono nemmeno comprendere. Stanno perdendo le loro madri, i loro padri, e questa sofferenza si farà sentire per generazioni.Ieri Rita e la sua famiglia sono stati ufficialmente registrati come rifugiati in Giordania e due dei fratelli di Rita sono stati inseriti in una scuola per la prima volta in tre anni.”Tutto quello che voglio è che i miei figli siano al sicuro e che possano essere in grado di avere accesso alle cure. Quando i miei figli sono felici, io sono felice”, dice la madre di Rita, un sentimento comprensibile per i genitori di tutto il mondo.

  

  

          

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