Una giornata nel Centro di Bresso della Croce Rossa dove i migranti si preparano per la StraMilano 2015

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@LauraBastianetto

di Laura BastianettoCon le cuffiette nelle orecchie corrono per i nove ettari del Centro CRI di formazione ed emergenza di Bresso, a pochi km da Milano. Sono gambiani, ghanesi, maliani e senegalesi, i richiedenti asilo attualmente accolti dalla Croce Rossa, che si stanno allenando per partecipare alla StraMilano, la 10 km non competitiva in programma il prossimo 29 marzo nella città ambrosiana. In 80 si sono iscritti grazie all’aiuto dei volontari della CRI di Milano che quasi ogni giorno inventano nuovi modi per rendere più ‘utile’ il tempo che separa i migranti dalle decisioni delle Commissioni sulle loro richieste di asilo. Lo sa bene Lamin del Gambia che, proprio perché conosce la lungaggine dell’iter burocratico, ha scelto il luogo in cui aspettare. “Qui a Bresso vanno e vengono. Questo è un campo provvisorio in attesa del trasferimento in un Centro di accoglienza, ma io ho deciso di rimanere perché qui sto bene e non mi manca nulla”. Lamin è un talento della musica scovato dai volontari che ora lo iscriveranno a un corso di chitarra. Fa un po’ da Cicerone a tutti quelli che sono arrivati dopo di lui, in particolare ai suoi connazionali, la comunità più grande nel campo di Bresso. Jallo e Rachid sono considerati veterani anche se hanno appena sfiorato la maggiore età. Sono arrivati dalla Guinea e dal Senegal tra settembre e ottobre scorsi senza conoscersi prima ma ormai sono diventati inseparabili. Come lo sono anche le loro nuove bici che il Comitato CRI ha deciso di regalar loro visto che il percorso per andare a scuola non è ben servito dai mezzi pubblici. “Qui ci sentiamo al sicuro –mi dicono- e abbiamo cominciato una nuova vita iniziando a essere utili anche per i neoarrivati” a cui dispensano consigli ricordando le regole di comportamento e di buona convivenza. Perché nel campo di Bresso ci sono delle regole cui attenersi, a partire dagli orari in cui si può uscire (dalle 8 alle 22) e quelli della colazione, del pranzo e della cena nella mensa comune insieme con gli operatori e i volontari CRI fino al mantenimento della pulizia dei luoghi comuni. Vicino all’ingresso c’è la lavanderia dove vengono portati i panni con uno scadenzario giornaliero, poco più in là la sala computer e l’aula didattica dove s’impara l’italiano. Da qualche giorno sono partite anche le proiezioni di film sul tema delle migrazioni. Pellicole non dure o troppo esplicite, ma utili per cercare di tirar fuori emozioni ed esperienze con l’aiuto delle psicologhe del Centro. “Welcome” di Philippe Lioret è stato il primo film proiettato nei giorni scorsi. D’altronde tra i poco meno di 200 migranti presenti a Bresso c’è ogni profilo incontrato, assistito e accolto in tanti anni dagli operatori e dai volontari della Croce Rossa in ogni parte d’Italia. C’è il gruppo dei pakistani che sono arrivati a Capodanno a bordo della Blue Sky, quel vecchio mercantile ‘lanciato’ come mina vagante dalla Turchia verso l’Italia. E poi ci sono gli africani, quasi tutti con la stessa storia di una seconda vita creata in Libia, la detenzione come irregolare e la fuga verso l’Italia oppure di quel lunghissimo viaggio che dura mesi in balìa di barriere umane e naturali come sono i trafficanti e il deserto del Sahara. “Bresso rappresenta per tutti loro una tappa sicura-racconta la responsabile Gabriella Salvioni-dove poter muovere i primi passi nella conoscenza di una nuova lingua e di un nuovo paese. A tutti diamo un libricino tradotto in tutte le lingue che è un vademecum informativo sui loro diritti. Poi con i mediatori e un avvocato li assistiamo e li guidiamo verso l’incontro che faranno con la Commissione che dovrà decidere del loro futuro”. Attualmente nel campo che all’inizio ospitava anche donne, ci sono solo uomini di età media di 25 anni. Uomini arrivati da soli o che nel corso dello smistamento ai porti sono stati separati dalle loro mogli. “È fondamentale anche il lavoro- prosegue la Salvioni- che facciamo con l’ufficio RFL (restoring family link) per poter ricongiungere i nuclei familiari e garantire in ogni momento una perfetta comunicazione con le loro famiglie”.

  

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Categorie: News

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