Terremoto Centro Italia, il campo CRI di Pievebovigliana verso la chiusura: “Ma per queste persone ci saremo sempre”

 

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A Pievebovigliana, dal 1° Gennaio divenuta Comune di Valfornace, le attività del campo della Croce Rossa messe in atto dopo gli eventi sismici dello scorso autunno si avviano alla conclusione.  “Al momento – dice Anna Matteoni, che durante l’emergenza ha svolto il ruolo di Capo campo – è rimasto in funzione solo il magazzino, in aggiunta alla ludoteca. In questi giorni ci stiamo impegnando per favorire il passaggio di consegne con la comunità. Abbiamo lavorato tantissimo e bene, a tutti noi dispiace andare via ma per questo territorio è tempo di tornare a correre”.Anna Matteoni ripercorre le tappe della vita del campo di Pievebovigliana, soffermandosi sul valore del lavoro dei tanti volontari impegnati a rotazione e sull’affetto ricevuto dalle persone ospitate, che hanno trovato accoglienza, sorrisi e serenità. “Ora che il grosso delle attività è terminato, come responsabile del campo mi volto indietro a guardare tutto quello che abbiamo fatto sin dai primi giorni di novembre. Lo faccio con un sentimento di soddisfazione e gratitudine verso tutti coloro che si sono impegnati senza riserve. Ogni singolo volontario arrivato ha saputo dare un contributo, ogni gruppo che si è avvicendato nel corso delle settimane ha lasciato un’impronta positiva. Lo spirito del volontario: un’immensa ricchezza che anche qui abbiamo avuto modo di sperimentare.

 

 

 A volte, mi è persino toccato il compito di ‘frenare’ la voglia di alcuni di dare tutto: c’è anche un momento in cui bisogna essere in grado di ‘staccare’ per poi tornare con più energia. Sì, siamo stati un gruppo vero, autentico. È stato importante poter contare su un team davvero pronto e inoltre non ci siamo mai sentiti soli: abbiamo potuto contare sul costante appoggio della struttura nazionale, che non ha esitato ad assisterci in ogni modo”.

  Terremoto Centro Italia: i mezzi impiegati da Croce Rossa nel campo di Pievedibogliana  

E la gente di Pievebovigliana? “Persone di grande tempra con le quali non è stato difficile andare d’accordo. In considerazione del mio ruolo ho cercato di mantenere un certo distacco, indispensabile se si vuole curare per bene ogni tipo di attività e servizio del campo. Nonostante questo, il contatto con le persone è inevitabile. Anche io, come tutti, ho vissuto il loro dramma, le loro sofferenze, le loro incognite sul futuro. La nostra mensa è ben presto diventata qualcosa di più di un semplice luogo di distribuzione pasti: si è trasformata in punto di aggregazione all’interno del quale confrontarsi, creare amicizie, farsi forza a vicenda nei momenti più delicati. Per fare qualche esempio tra i tanti possibili – prosegue – ricorderò con affetto il signor Amedeo, che arrivava da noi ben prima dell’apertura della mensa per scambiare due chiacchiere, oppure il signor Raffaele, che pur avendo la possibilità di avere il pasto direttamente nella sua roulotte non voleva rinunciare a sedersi tra noi e preferiva uscire per raggiungere il campo. Ci dicevano che mangiare da noi dava il senso dell’unità della famiglia. La tristezza negli occhi del signor Raffaele quando ci ha salutato ci ha dato la conferma che, tutti insieme, abbiamo costruito qualcosa di bello”.

  Terremoto Centro Italia: le tende montate da Croce Rossa nel campo di PievediboglianaTerremoto Centro Italia: alcuni mezzi impiegati da Croce Rossa nel campo di Pievedibogliana Terremoto Centro Italia: diversi mezzi impiegati da Croce Rossa nel campo di PievediboglianaTerremoto Centro Italia:nel campo di Pievedibogliana un volontario Croce Rossa cammina tra i mezzi impiegati dall'Associazione  

Sono stati mesi difficili per la gente del Centro Italia: le continue scosse di terremoto, le case abbandonate, le forti nevicate di gennaio. “Noi – conclude Anna Matteoni – abbiamo dato il massimo per essere utili alle persone e per aiutarle a ritrovare la strada e la fiducia nel futuro. Andiamo via con tanta tristezza, consapevoli però del fatto che si tratta di un passo giusto ed inevitabile. È necessario che gli abitanti del territorio tornino alla loro vita, recuperando per quanto possibile le abitudini di un tempo. Questo non significa, però, che da oggi non ce ne interesseremo più. Per loro noi ci saremo sempre, la Croce Rossa ci sarà sempre”.

  
Per approfondire le attività di Croce Rossa Italiana in sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto Centro Italia clicca qui

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