Sisma, Finale Emilia: il lavoro senza sosta di Marco ed Elisa

di Felicia Mammone “Tutto è stato molto casuale, noi solitamente non facciamo il turno di sabato … ma ci siamo trovati in 3 a voler trascorrere la notte in Comitato e così, per una fortunata sfortuna, abbiamo potuto rispondere prontamente alle necessità della popolazione colpita dal sisma”. Inizia come il racconto di una coincidenza la cronaca dei soccorsi che Marco Alberghini, 46 anni e da 17 volontario della Croce Rossa, ha prestato con i volontari del Comitato CRI di Finale di Emilia a feriti e sfollati nelle notte di sabato 19 maggio. “Appena abbiamo sentito la scossa ci siamo svegliati e pochi minuti dopo, alle 4.25, eravamo già fuori in ambulanza per un codice rosso –  racconta Marco -. Da subito, forse, non ci eravamo resi conto della potenza del terremoto. Abbiamo iniziato a realizzare bene i danni che aveva provocato quando sulla strada per San Felice, dove eravamo diretti per soccorrere una signora, una dopo l’altra ci sono apparse le case distrutte e le macerie” dice Marco, che è anche Commissario del Comitato locale CRI di Finale.  “Il codice rosso era un’anziana che a causa della scossa era caduta, aveva battuto la testa ed era in stato confusionale. Appena arrivati a casa della signora le abbiamo prestato le prime cure e subito abbiamo provveduto a trasportarla all’ospedale di Mirandola … e lì – continua Marco – c’era il caos: persone con trauma facciali, lesioni agli arti, gente in preda al panico, il terremoto era stato veramente forte”. I volontari della CRI sanno benissimo che in questi momenti fermarsi per razionalizzare serve a poco, se si vuole dare una mano a chi è in difficoltà è necessario reagire … un sorriso, una pacca sulla spalla o anche una semplice parola di conforto sono importati sostegni. “Abbiamo continuato il nostro turno fino a domenica sera – spiega Alberghini -, abbiamo trasportato un malato all’ospedale di Modena e poi abbiamo portato una bambina a Carpi. La piccola soffriva di attacchi epilettici e non avendo le medicine con se necessitava di stare sotto osservazione medica; durante il viaggio abbiamo giocato con lei, era abbastanza impaurita, ma noi con pupazzi e qualche piccolo passatempo siamo riusciti a farla sorridere. E’ stata una bella soddisfazione”. Il lavoro di Marco e degli altri volontari di Finale di Emilia è continuato per tutta la giornata di domenica. “Proprio durante la seconda scossa, quella delle 15.18, ho messo in salvo una signora. Eravamo stati chiamati dal 118 per soccorrere l’anziana che si trovava al secondo piano di una casa pericolante tra Canaletto e Finale ma, proprio in quel momento, è arrivata la scossa. Lei ci chiedeva aiuto dalla finestra e mentre tutto ‘ballava’ sono salito su per le scale, l’ho presa in braccio e l’ho portata in strada – ci racconta -. Niente di che, non ho pensato tanto prima di agire … mi è solo venuto in mente che se fosse stata la mia nonna anche io avrei voluto che qualcuno l’aiutasse”. La modestia accompagna i racconti del volontario. “Non sono mica un eroe – ci dice -, quelli hanno le croci, bhè noi anche portiamo una croce ma la nostra è rossa! – e continua – non è facile mettersi in gioco, non è facile portare l’aiuto giusto, noi ci proviamo e teniamo duro. Gli occhi atterriti delle persone traumatizzate dalla scossa non si dimenticano facilmente, sono esperienze che ti segnano profondamente – spiega Marco – ma di certo ogni volontario cerca di fare il suo meglio per aiutare chi ha bisogno, anche semplicemente ascoltando i loro racconti, i sacrifici fatti per costruire quelle case che il terremoto in pochi secondi ha distrutto … si, anche solo l’ascolto e un abbraccio possono alleviare le sofferenze di queste persone”.  

  

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foto CRI

I momenti di fortunata sfortuna hanno continuato a coinvolgere i volontari della CRI. “Stamane ci siamo recati al Posto Medico Avanzato perché chiamati ad aiutare un signore anziano … ma ci siamo trovati a dare ausilio a diversi ospiti della struttura”. Così, con tono positivo e una voce tanto dolce ed entusiasta, Elisa Confente, infermiera di professione, 27 anni e da 3 in CRI, ci racconta di una macchina dei soccorsi che continua a lavorare anche dopo l’immediata emergenza. “Questa mattina siamo andati al Pma allestito dalla Protezione Civile presso il Centro sportivo di Finale per trasportare a casa un anziano che si alimenta tramite Peg (sondino in plastica inserito nello stomaco di una persona per permetterne la nutrizione).  Mentre cercavamo di trovare una giusta soluzione al trasporto del signore, una donna si è avvicinata dicendoci che non aveva i propri farmaci. Un paio di telefonate e abbiamo rintracciato un farmacista che si è subito prodigato per aiutare la signora. Poi – continua Elisa – abbiamo saputo che la casa dell’anziano non era agibile e quindi, tramite il 118, riamo riusciti a trovargli una sistemazione in un hotel della zona che sta funzionando come ‘centro di riposo per anziani’ . Inoltre, abbiamo procurato delle coperte per una signora e proprio mentre pensavamo di aver finito il da farsi, all’improvviso, una signora ha avuto un grave problema respiratorio: siamo intervenuti subito con i nostri macchinari e siamo riusciti a soccorrerla”.”E’ da sabato che sono in servizio – racconta la volontaria – e non ci penso proprio ad andare a casa. Sono contentissima di stare qui, nel pieno dell’emergenza. Mangio quel che mi capita, dormo poco ma io non potrei stare altrove: voglio aiutare gli abitanti di Finale e tutte le altre persone che sono in difficoltà. E’ questo il mio compito da volontaria”.

  

          

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