Sisma, Finale Emilia: i primi interventi di soccorso ai feriti nel racconto di Gabriele
Foto di Lucio Tagliazucchi/CRI
di Lucrezia Martinelli”Siamo riusciti ad intervenire prontamente subito dopo il sisma: alle 4.27 il nostro sistema era già a regime, devo dire anche per merito di un nucleo di sei volontari che si sono resi subito disponibili”. Alle 4.27 Gabriele Mantovani, volontario della Croce Rossa e coordinatore del servizio ambulanze CRI di Finale Emilia è entrato in attività per questa drammatica emergenza. A distanza di 40 ore è ancora al lavoro senza sosta, infaticabile come gli altri volontari che da ieri lo affiancano in uno straordinario lavoro di assistenza alla popolazione colpita dal terremoto”. “Grazie poi al supporto del Comitato locale CRI di Carpi – racconta Gabriele – nel giro di un’ora dal sisma siamo riusciti a gestire tutti i trasporti, i feriti su chiamata del 118, le persone sfollate dalle case inagibili al centro raccolta potendo contare, a Finale, su 5 ambulanze, 2 pullmini, una automobile per trasporto disabili più altri mezzi di trasporto vari. Abbiamo anche partecipato all’evacuazione degli ospedali di Finale, Mirandola e Cento”. “Domenica è stata una giornata davvero intensa, mi ha colpito soprattutto la calma della popolazione civile che ha reagito mostrando sentimenti di grande solidarietà e unione. Il panico era dipinto sui volti delle persone anziane che non volevano abbandonare la casa. Alcune di esse erano anche ferite, con fratture al femore, al bacino e traumi vari, accomunati da una unica esclamazione: ‘Io non lascio casa mia!’. In questi casi – prosegue Gabriele – c’è voluta molta pazienza per fare opera di convincimento, del resto non potevamo fare diversamente, erano feriti e le loro abitazioni inagibili”. Professionalità, efficienza, umanità, doti fondamentali per gestire con il dovuto controllo la situazione, anche se operare nella propria città distrutta è un dolore che si rinnova ad ogni angolo. “Non ho potuto fare a meno di commuovermi – ammette Gabriele – quando mi sono recato nel PMA della Croce Rossa: era di fronte alla Rocca di Finale, il simbolo della città. Quando l’ho vista in quelle condizioni non è stato facile…”.