Siria: Rocca (CRI), Una vergogna silenzio della comunità internazionale
@Ibrahim Malla/IFRC
“A Damasco la situazione è desolante: le persone che vivono in condizioni disumane”.
(Adnkronos) – “Rispetto a qualche mese fa la situazione a Damasco appare piu’ tranquilla. l’ultima volta c’ era un continuo rumore di bombardamenti che adesso non si percepisce. Ma appena fuori dalla citta’ la situazione e’ desolante, gli edifici distrutti e le persone che vivono in condizioni disumane”. Così Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana e vice presidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa descrive all’ Adnkronos la situazione attuale in Siria, affermando che “e’ una vergogna il silenzio della comunità internazionale”.Il presidente si e’ recato in Siria in occasione della ricorrenza dei tre anni dall’ inizio del conflitto per sostenere “i colleghi della Mezzaluna Rossa, unica agenzia umanitaria che sta operando in favore degli sfollati in accordo con le Nazioni Unite – aggiunge Rocca – e incontrare i rappresentanti delle Nazioni Unite per valutare l’ implementazione dell’ accesso umanitario anche in quelle aree dove non e’ possibile entrare. E questo per responsabilità condivise di entrambe le parti”. “La gente vive dentro edifici bombardati, senza acqua, con la luce che va e viene, in condizioni igieniche inimmaginabili. Una condizione che riguarda sei milioni e mezzo di persone”, sottolinea il presidente della Croce Rossa. “Sono venuto con l’ idea di entrare dentro il campo palestinese di Yarmouk a ridoosso di Damasco ma non e’ stato possibile. Ci sono problemi di sicurezza enormi – racconta – ci sono 18mila persone bloccate all’interno, e’ assediato da continui combattimenti, decine le persone morte per la fame”. “Questa e’ una tragedia che e’ sotto gli occhi del mondo. E’ una delle emergenze piu’ gravi del momento. Qui non c’ e’ un buono e un cattivo, ci sono solo tante vittime innocenti. E’ una delle aree più sensibili del mondo e ognuno gioca la sua partita politica sulla pelle di questa povera gente”, conclude Francesco Rocca.