Siria, il Presidente della CRI e Vice Presidente della Federazione Internazionale Francesco Rocca: “Nel campo palestinese di Yarmuk decine di persone continuano a morire di fame per l’assedio. Urgente una tregua umanitaria”

Presidente della CRI e Vice Presidente della Federazione Internazionale Francesco
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“Decine di persone morte di fame. Civili che sopravvivono mangiando erba, anziani e bambini senza assistenza sanitaria. È questa la situazione nel campo palestinese di Yarmuk, alla periferia di Damasco, diventato simbolo della disperazione e della violenza in un Paese dilaniato da quattro anni di guerra civile”. Lo ha detto Francesco Rocca, Presidente della CRI e Vice Presidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, in questi giorni a Beirut, dove ha visitato tra l’altro l’ospedale di Haifa, l’unico a servire 3 campi palestinesi nella città.“Nei campi palestinesi in Libano e Siria la situazione umanitaria già tragica è aggravata dalla crisi siriana. La vita dei palestinesi nei campi assomiglia alla precarietà e alla fragilità dei cavi che alimentano i campi stessi. A Yarmuk  sono presenti circa 18.000 civili. La gente sopravvive con 800 calorie al giorno, ed è costretta a mangiare l’erba. È  necessaria una tregua – ha sottolineato Francesco Rocca – ma non di poche ore, bensì di almeno una settimana per potere valutare la situazione e adottare le misure necessarie per portare aiuto alla popolazione”.Il Presidente della CRI, parlando poi delle violenze dell’ISIS a danno dei cristiani, ha voluto precisare che “è impossibile che la Mezzaluna Rossa siriana non abbia assistito per una discriminazione religiosa i cristiani fuggiti dal Nord-Est della Siria dove sono avvenuti i rapimenti degli ultimi giorni”. L’arcivescovo siro-cattolico di Hassakah-Nisibi, Jacques Behnan Hindo, aveva detto in un’intervista che cento famiglie assire fuggite non avevano ricevuto aiuto “forse perché cristiane” e che i cristiani nel Nord-Est della Siria avevano “la sensazione di essere stati abbandonati” nelle mani dell’ Isis. “Come ha dimostrato in passato l’operato dalla Mezzaluna Rossa nella cittadina cristiana di Maalula – ha sottolineato Rocca – non esiste una discriminazione religiosa, anche perché i volontari che operano sul terreno sono sia cristiani, sia sunniti sia alawiti. Semmai il problema è quello di riuscire ad avere accesso alle popolazioni bisognose. E quando si esce dalle aree controllate dal governo, bisogna negoziare continuamente, un posto di blocco dopo l’altro, chilometro dopo chilometro. Questo è  quanto svolgono quotidianamente gli operatori sul campo, che devono lavorare in silenzio, l’unica condizione possibile per salvaguardare la propria neutralità.  Certe affermazioni sono pericolose, perché generano dubbi sulla neutralità dei nostri operatori”. Qui sotto il discorso del VicePresidente della Federazione Internazionale Francesco Rocca:Beirut, Libano: PRCS Partnership Meeting per PRCS / Libano & PRCS / Siria25-26 febbraio 2015      “Cari rappresentanti e colleghi di Croce Rossa, della Mezzaluna Rossa e del Comitato Internazionale, cari soci, cari amici, sono onorato di partecipare a questo importante meeting come Vice Presidente della Federazione Internazionale, soprattutto in questo momento così critico per quest’area per cui è indispensabile discutere e riflettere sui nostri sforzi collettivi in risposta alla crisi in Siria. Ed è fondamentale anche per rendere omaggio e sostenere il lavoro umanitario straordinario svolto dalla Mezzaluna Rossa Palestinese, in stretta collaborazione con le Società nazionali della regione, in particolare in Libano e in Siria, con le Società Nazionali partner all’esterno,  con la Federazione e con il Comitato.  Sono consapevole del sacrificio del personale e dei volontari impiegati in tutta la regione e sono a conoscenza delle condizioni estreme che avete affrontato, negli ultimi anni, per sostenere le persone colpite dalla crisi in Siria. Non dimentichiamo i membri della SARC, la Mezzaluna Rossa Siriana, e della Mezzaluna Rossa Palestinese che hanno perso la vita, fornendo assistenza alle persone in difficoltà, così come tutti gli operatori umanitari nel mondo, morti durante il servizio. Ricordiamoli ora per un momento.  Stiamo entrando nel quinto anno di questa operazione, eppure ci troviamo di fronte una crisi che si è ulteriormente deteriorata. Più di 12 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria. Più della metà della popolazione siriana esistente prima della crisi (pari a 21,5 milioni di persone) è attualmente sfollata  internamente o nei paesi vicini, ad esempio il Libano. Si tratta di un aumento significativo rispetto al milione circa di persone in stato di bisogno registrato nel 2012.Le nostre attività di assistenza e sostegno sono triplicate. Oggi dobbiamo riaffermare il nostro supporto comune, non vacillare. Tutti i settori della vita quotidiana sono stati colpiti, con conseguenti spostamenti a cicli multipli, pressione sui servizi sociali e sanitari di base, diminuzione di accesso a cibo e acqua.La risposta della Mezzaluna Rossa PalestineseLa PRCS sostiene da tempo i profughi palestinesi nei paesi confinanti, con una delegazione sia in Libano, sia in Siria. La sua attività di assistenza umanitaria è notevolmente aumentata in proporzione alle crescenti esigenze della popolazione sfollata all’interno e all’esterno della Siria. Tutti questi sforzi sono stati resi possibili grazie alla grande collaborazione e al network professionale tra PRCS, Croce Rossa Libanese e SARC.PRCS-LibanoPer più di 70 anni, 450.000 palestinesi hanno vissuto in Libano in 12 campi e sono stati sostenuti sul piano sanitario e sociale dal 1969, solo grazie alla delegazione della PRCS-Libano (in assenza di un accesso al sistema di assicurazione sanitaria). I Centri PRCS e gli ospedali sono un punto di riferimento per i palestinesi in Libano, ma ora sono un rifugio sicuro anche per i profughi siriani.Quello che abbiamo visto ieri, durante la nostra visita sul campo in Bourj el, Barajneh Camp Hamshary Saida Hospital ha dimostrato il lavoro imponente effettuato dalla Mezzaluna Rossa Palestinese su base giornaliera, e dei suoi sforzi per fornire non solo assistenza, ma anche la dignità alle persone in difficoltà.Vorrei esprimere la mia gratitudine alla Mezzaluna Rossa Palestinese per la testimonianza che ci fornisce ogni giorno su come centinaia di migliaia di palestinesi devono sopportare tutto questo stando nei campi di cui ho parlato prima e negli altri qui in Libano.Attraverso i cinque ospedali, la comunità, i Comitati locali e i centri di salute gestiti dalla Mezzaluna Rossa Palestinese, i volontari e il personale stanno continuamente sostenendo i rifugiati in una situazione in cui i bisogni sono enormi.Nel luglio del 2012, ci sono stati un totale di 159.000 rifugiati siriani in Libano. A gennaio di quest’anno, erano 1,1 milioni, il 53% dei quali ha meno di 18 anni.Ieri pioveva e, per fortuna, la stagione invernale sta per finire. Abbiamo potuto vedere alcuni dei tanti problemi concreti che i rifugiati devono affrontare tutti i giorni durante l’inverno, come pioggia, neve, fango, inondazioni, per non parlare delle carenze infrastrutturali in termini di accesso ai servizi igienici, di energia elettrica e di acqua.Ripensando alla visita di ieri, sulla base delle emozioni che ho provato e le informazioni che ho raccolto, ho cercato di mettermi nei panni dei rifugiati palestinesi, e ho sentito una forte empatia con la loro frustrazione, la loro rabbia, il senso di solitudine, ma anche la speranza che un giorno si compirà  il loro diritto di tornare a casa.Nei soli mesi invernali, la Mezzaluna Rossa Palestinese si è concentrata sul fornire beni alimentari e di riscaldamento per migliaia di famiglie. Sono ben noti poi i programmi di assistenza sanitaria e i servizi psicosociali che operatori e volontari della Mezzaluna Rossa portano avanti con devozione e costanza.La Delegazione in Libano della Mezzaluna Rossa Palestinese e la Croce Rossa Libanese sono in grado di svolgere queste attività grazie alla collaborazione consolidata con vari partner del Movimento Internazionale come la Croce Rossa tedesca e quelle danese, norvegese, olandese, inglese, spagnolo, svizzera, svedese, e con il Comitato e la Federazione. È attraverso questa partnership che sono in grado di fornire supporto e servizi in Siria.PCRS-SiriaUna comunità di 400.000 profughi dalla Palestina vive oggi in Siria, oltre a diverse migliaia che non sono ufficialmente registrate. L’accesso ai campi per fornire aiuti umanitari si è rivelata difficile e pericolosa.La delegazione PRCS in Siria si trova nel campo di Yarmouk a Damasco e gestisce tre ospedali, l’ospedale palestinese a Yarmouk Camp, Bissan Hospital di Homs e Yafa Hospital di Mazzeh vicino a Damasco. Il campo di Yarmouk è diventato ormai sinonimo di disperazione, fame e sofferenza. Staff e volontari rischiano la vita ogni giorno per aiutare la popolazione.La situazione economica dei rifugiati è precaria, e la loro resistenza è profondamente alterata. I profughi palestinesi che vivono in Siria stanno ricevendo assistenza medica dalla Mezzaluna Rossa Palestinese e dall’UNRWA; tuttavia, negli ospedali PRCS mancano attrezzature di base, nonostante l’elevato numero di presenze.A gennaio e febbraio dello scorso anno, in diversi quartieri della periferia di Damasco si è deciso il cessate il fuoco, consentendo in tal modo alle organizzazioni umanitarie di raggiungere le persone che vivono lì. Molti di questi quartieri erano stati tagliati fuori da qualsiasi tipo di assistenza per un anno o più. Il team del SARC è riuscito a distribuire beni di prima necessità e a fornire l’assistenza sanitaria attraverso le unità sanitarie mobili all’interno di Barzeh, Babila, Yalda e Beit Sahem. Le persone più vulnerabili sono state portate fuori dal campo profughi di Yarmouk, in collaborazione con la Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS).Poi con il coordinamento con la Mezzaluna Rossa Palestinese, SARC e CICR è stato possibile consegnare urgentemente tutti quei farmaci per malattie croniche necessarie alle persone che vivono nel campo di Yarmouk, così come il cibo e gli articoli per l’igiene.Conclusione:Migliorare l’accesso in quelle aree è un segno di progresso. Tuttavia, il futuro rimane molto precario per i profughi palestinesi in Siria, e, allo stesso tempo, una popolazione maggiore di rifugiati in Libano mina lo sforzo e le capacità della Mezzaluna Rossa Palestinese. L’aiuto umanitario deve essere coerente e deve soddisfare le esigenze dei campi, tra cui cibo, acqua e assistenza sanitaria, in particolare durante i mesi invernali. Continueremo a soddisfare queste esigenze grazie alla partnership delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, con un impegno maggiore a rispondere agli appelli delle nostre consorelle.Per quanto riguarda l’entità dei bisogni umanitari dei profughi palestinesi, credo fermamente che abbiamo un dovere comune di stare vicino a queste famiglie, aiutando la Mezzaluna Rossa Palestinese.Abbiamo il dovere comune di soddisfare le loro esigenze umanitarie fino a che sarà necessario e assicurare una mobilitazione interna ed esterna per far sì che ciò avvenga.Abbiamo il dovere comune di assicurare che i nostri emblemi non solo incarnino servizi per salvare e migliorare la vita delle persone vulnerabili, ma anche portino speranza per tutti coloro che hanno profondamente sofferto in questa crisi.Continueremo a sostenere la Mezzaluna Rossa Palestinese, non solo nel fornire fondi, ma nel mostrare come al solito la nostra vicinanza e il profondo rispetto per il lavoro prezioso già fatto in Libano, a Gaza, nel West Bank, in Siria e per quello che riuscirà a fare in futuro. Il vostro esempio è motivo di orgoglio per il nostro Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.Vorrei inoltre congratularmi con il dottor Younis Al-Khatib per la sua leadership eccezionale e per il suo instancabile sostegno al popolo palestinese.Voglio anche elogiare il grosso contributo delle Società Nazionali che operano in quest’area, in particolare SARC e la Croce Rossa libanese, per il sostegno alla Mezzaluna Rossa Palestinese e ai profughi palestinesi, e per il lavoro che stanno portando avanti nel loro paese in questa che appare una sfida umanitaria senza precedenti.E vi ringrazio tutti voi, partner di Società Nazionali e partecipanti che avete preso parte a questo incontro e che v’impegnate a essere ancora più forti insieme di fronte alle avversità.Grazie ancora per quest’incontro qui oggi in cui abbiamo condiviso e riflettuto sul lavoro duro che fate ogni giorno. Mi impegno, a nome del Presidente Konoé e di tutit i membri  del governing board della Federazione, a rafforzare la nostra cooperazione per affrontare le sfide umanitarie attraverso un sostegno efficace e una solidarietà continua.Grazie”

  

  

          

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